Non tutte le imprese possono permettersi il #salariominimo. Ma ciò è male o bene? In un'Italia dagli stipendi in calo costante dal 2008, l'introduzione del salario minimo potrebbe comportare un aumento della produttività. Come? Follow the thread 👇🧵1/15
2/ Nel grafico confrontiamo il salario medio pagato dalle imprese (fonte: @CompNet) con un salario minimo di 9 euro l’ora, lordi ma al netto dei contributi previdenziali, come da proposta legislativa. Cosa emerge?
3/ In media le imprese italiane pagano salari inferiori al minimo ipotizzato. Quel che resta da capire è se il livello del salario minimo sia troppo elevato o se siano le imprese a pagare, in media, salari troppo bassi.
4/ Per rispondere è opportuno analizzare l’eterogeneità dei salari a livello settoriale. Nella figura sotto riproponiamo un grafico simile al precedente, ma con un dettaglio per i principali settori economici
5/ I settori con un salario medio particolarmente basso rispetto al salario minimo sono il commercio al dettaglio e all’ingrosso, le attività immobiliari, i servizi di alloggio e ristorazione, le costruzioni e le attività amministrative e di supporto ai servizi.
6/ Un’ulteriore considerazione riguarda le aziende con potere di mercato nel mondo del lavoro. A livello tecnico, questo concetto è misurabile tramite un parametro chiamato mark-up,
7/ Nel grafico mostriamo salario medio e markup imprese. Linea verticale separa a destra imprese con potere di monopsonio, mentre a sinistra senza. Linea orizzontale separa sopra le imprese che pagano un salario > minimo, sotto viceversa
8/ l’introduzione del salario minimo colpirebbe solo le imprese nei due quadranti in basso in ogni settore, poiché sarebbero costrette ad aumentare le retribuzioni dei propri lavoratori.
9/ Inoltre le imprese a destra potrebbero “sopportare” il peso di un aumento salariale, riducendo il mark-up corrente; le imprese a sinistra, invece, sarebbero costrette a ridimensionarsi o a uscire dal mercato.
10/ I settori maggiormente colpiti, secondo questa analisi, sarebbero dunque quello immobiliare, quello delle attività amministrative, dei servizi di ristoro o dei trasporti, cioè dei settori notoriamente a basso valore aggiunto
11/ E i lavoratori che fine fanno? Un recentissimo studio firmato da Dustmann e coautori studia l’effetto del salario minimo introdotto in Germania nel 2015. Cosa ne è emerso? dropbox.com/s/ls7r3kec29fe…
12/ L’analisi mostra come siano aumentati i salari dei lavoratori pagati meno, l’occupazione sia rimasta uguale e vi sia stata una riallocazione dei lavoratori verso imprese più produttive.
13/ Quindi, il salario minimo può essere uno strumento dalle forti implicazioni sociali, tramite l’aumento del benessere dei lavoratori a basso reddito; allo stesso tempo, può favorire un ambiente più competitivo
14/ Importante postilla: livello del salario minimo non è l’unico elemento da guardare: è cruciale studiare le inefficienze nel mercato del lavoro e la propensione alla riallocazione per disegnare questa policy
THREAD ➡ Recentemente si è aperto un dibattito sulla concentrazione di ricchezza nelle grandi città, che sembra mettere sotto accusa il modello di crescita di #Milano e delle altre grandi metropoli. 1/n
La divergenza geografica ci racconta una storia di vincitori e sconfitti. Mentre la faglia italiana Nord-Sud si sovrappone a quella continentale tra Mitteleuropa e Paesi mediterranei, stanno emergendo nuovi divari interni alle regioni stesse (centro vs periferia). 2/n
Gli squilibri di carattere geografico si sviluppano in parallelo a una polarizzazione del mercato del lavoro tra professioni ad alto capitale umano, che beneficiano dell’integrazione internazionale e dell’adozione di nuove tecnologie… 3/n
[thread] Lo avevamo detto: un nuovo spettro si aggira per l´#Europa. Le tasse. Con la proposta di #patrimoniale di Landini @cgilnazionale si è riaperto un vecchio dibattito: seguiamo l´esempio di @CarloStagnaro e @MorelliSal e condividamo il nostro parere sul tema. 1/n
La scomposizione dell´indice di Gini ci permette di osservare come la redistribuzione dello Stato sia un fattore cruciale nella riduzione delle #disparità di ricchezza. Inoltre, il contributo della #tassazione è largamente preponderante rispetto al contributo della spesa. 2/n
I dati sono chiari: il 43% della ricchezza è del 10% più ricco della popolazione. Il 20% più povero detiene lo 0,3% della ricchezza e l’8,4% degli italiani si trova oggi in condizione di #povertà assoluta (valore in continua crescita dal 2005). 3/n