«Questo è quello che è successo in Ucraina contro la minoranza russa. Quelle popolazioni sono state bombardate dall'esercito governativo ucraino per anni.
Ricordiamoci che il presidente successivamente eletto, Poroshenko, disse: "Mentre i nostri figli andranno negli asili, i vostri vivranno nelle cantine".
E io ho vissuto per dieci giorni con una madre, una figlia ed un marito invalido e semiparalizzato dentro una cantina, con una stufa raffazzonata, ad una temperatura inferiore ai -20 gradi.
La bambina usciva di casa alle cinque del mattino senza luce, per paura dei cecchini, e arrivata a scuola sentiva gli spari in lontananza, vedeva i segni dei bombardamenti sui muri, i vetri saltati. Verso questa realtà c'è stata una disattenzione colpevole.
Adesso vedo le associazioni umanitarie che chiedono soldi per i bambini dell'Ucraina. Ma quando ad essere bombardati erano i bimbi del Donbass, dov'erano?
E quando gli Stati Uniti invadevano l'Iraq, quando la Nato bombardava la Libia, o gli israeliani bombardavano Gaza usando anche il fosforo? Vedo un'ipocrisia disarmante».
Facevi il contabile amministrativo, non il calciatore. Posto fisso per quindici anni, stipendio fisso per quindici anni, ferie e tutte quelle cose che ti sembrano scontate, sino a qualche mese fa.
Poi l'azienda è fallita e sei stato liquidato insieme agli altri settantanove dipendenti.
Prendi la Naspi, 960 euro al mese da quasi un anno, e arrotondi facendo le consegne per Glovo. Non ti è mai piaciuta la bicicletta, ma l'auto hai dovuto venderla.
All'inizio guadagnavi, correvi come un matto e hai preso anche delle multe perché per fare meno strada percorrevi le strade in senso inverso.
«La libertà significherebbe possibilità per i detentori della ricchezza di accaparrare per sé la maggior parte dei consumi e quindi di privarne completamente le masse più povere:
quanto più l’avvenire si presenta oscuro e incerto, tanto più il fenomeno dell’accaparramento sarebbe vasto e spaventoso.
La libertà commerciale oggi, nelle condizioni attuali dell’economia mondiale, significherebbe la morte per fame del 50% degli abitanti del mondo.
Vivrebbe non chi lavora, ma solo ci ha proprietà privata e può investire nell’acquisto di cibi, di vestiti, di calzature, di sapone di biancheria, di medicinali ingenti somme di denaro.
Gli economisti liberali hanno ragione astrattamente, sono dei criminali praticamente.
Che cambio fisso, austerità e politiche liberiste avrebbero gravemente danneggiato l'Italia e i suoi lavoratori lo sapevano tutti. Anche chi per l'ingresso dell'Italia nello SME prima, nella UE e nell'Eurozona poi, ha sempre spinto.
Lo sapeva Giorgio Napolitano (proprio lui...), che nel 1978 dalle file del partito comunista in Parlamento fece un intervento impeccabile contro l'ingresso dell'Italia nello SME.
Lo sapeva Enrico Berlinguer (che l'Europa credeva di cambiarla da dentro...), come si evince da un'intervista di Scalfari sempre del 1978.
12.333 ricoveri ordinari su 63.614 posti letto totali e 1.251 ricoveri in TI su 9.137 posti disponibili. L'unica emergenza sanitaria è quella dei tagli al SSN e ai posti letto. L'unica emergenza di cui preoccuparsi è quella democratica dovuta dall'attuale classe politica.
I tagli effettuati al SSN negli ultimi decenni hanno portato l'Italia dai 10,6 posti letto per 1.000 abitanti del 1976 ai 3,2 attuali. Uno dei più bassi in Europa. La Germania ha 7,9 posti letto ogni 1.000 abitanti.
Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva l’Italia si piazza dietro a Germania, Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghilterra, Polonia, e Spagna. La Germania ne conta 33,9 ogni 100.000 abitanti. Il quadruplo dell’Italia (8,6 posti letto).
"In Germania non hanno bisogno dei limiti al contante perché non sono corrotti ed evasori come gli italiani. Loro sono un popolo civile!". Peccato che la Germania vanti primati per evasione, corruzione, riciclaggio e scandali di vario tipo. Ricordiamo i più importanti.
«Un popolo di euromiracolati», titola senza senso del ridicolo @MilanoFinanza.
Da quando siamo entrati nella UE (1992) e nell’Eurozona (1997 col rientro nello SME) l’Italia ha privatizzato più di tutti, sia in termini assoluti (110 miliardi) che in percentuale al PIL (il 10%).
Siamo contribuenti netti della UE: circa 200 miliardi di euro dal 1992 al 2027, nonostante la “pioggia di miliardi” del Recovery Fund.
Veniamo da quasi 30 anni di avanzi primari, cioè di taglio della spesa pubblica: circa 900 miliardi di euro dal 1992 a oggi.
Gli investimenti pubblici sono stati tagliati del 30%.
Rispetto al 2001, il PIL è crollato del 7% (siamo tornati ai livelli del 1995, un salto indietro di quasi 30 anni), quello pro capite è crollato dell’11,8%, quello per occupato del 12,6%.