L’Italia ha costruito buona parte dei moduli pressurizzati della Stazione Spaziale Internazionale ed è coinvolta sia nella prossima stazione lunare sia in quella privata Axiom. Ma come è cominciato tutto? Per scoprirlo bisogna tornare indietro nel tempo di più di mezzo secolo. /1
Nel 1969 il programma Apollo sta per terminare e si comincia a pensare a un nuovo progetto: lo #SpaceShuttle. Questa volta gli Stati Uniti si aprono alla collaborazione internazionale e l’amministratore della #NASA compie una serie di visite esplorative in Europa. /2
Le nazioni europee sono divise: se Germania e Italia sono favorevoli al progetto, Francia e Gran Bretagna sono molto più dubbiose e richiedono in cambio la disponibilità di razzi americani per il lancio di satelliti europei. /3
Lo Shuttle viene finalmente approvato nel 1972 e poco dopo si tiene a Washington un incontro con la delegazione europea. Il dipartimento di Stato però a sorpresa autorizza la partecipazione europea solo per un modulo laboratorio da trasportare a bordo della navetta. /4
La Germania decide di finanziare più della metà del contributo europeo; segue l’Italia con il 15-18 per cento del totale. Nascono due cordate industriali che si contenderanno la realizzazione del programma, entrambe capeggiate da ditte tedesche, ERNO e MBB. /5
Aziende italiane sono presenti in entrambe le cordate: l’#Aeritalia di Torino in quella guidata da ERNO, come responsabile della struttura e del controllo termico, la Selenia Spazio di Roma in quella guidata da MBB. /6
A Torino diventa program manager Ernesto Vallerani, che guiderà il piccolo ufficio sistemi spaziali di Aeritalia in un’ascesa vertiginosa: in una ventina d’anni il suo gruppo crescerà di cinquanta volte, fino a diventare un’azienda specializzata con più di mille dipendenti./7
Nel 1974 l’ESA, subentrata a ESRO, seleziona la cordata di ERNO e Aeritalia. Inizia la costruzione di #Spacelab, il cui componente più importante è il modulo pressurizzato, un cilindro di più di 4 metri di diametro, progettato e costruito a Torino. /8
Bisogna affrontare molte sfide: per esempio la saldatura dei pannelli in alluminio, una tecnologia del tutto nuova in Europa, richiede moltissime prove di laboratorio per la messa a punto del processo./9
Nel 1979 l’Aeritalia consegna all’ERNO la prima unità di volo. A Brema si completa l’integrazione, il modulo completo arriva negli USA nel 1982 e viene lanciato da #CapeCanaveral il 28 novembre 1983. Ne vengono costruiti due, che volano in tutto su 16 missioni dello Shuttle. /10
Concepito per attività di ricerca in orbita in attesa che sia disponibile la Stazione Spaziale Internazionale, lo Spacelab compie centinaia di esperimenti scientifici e tecnologici. Lo Spacelab vola per l’ultima volta nel 1998, ma lascia una numerosa discendenza. /11
Tra gli anni '90 e '00 nasceranno così il laboratorio europeo #Columbus, i Nodi 2 e 3 e i moduli Leonardo, Raffaello e Donatello, che faranno parte della Stazione Spaziale Internazionale. L’avventura dei moduli italiani continua: oggi si guarda alla Luna e domani a Marte. /12
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
“Questo è l’obiettivo: rendere abitabili tutti i mondi ora inabitabili, e ogni vita significativa.” Sono parole di Hermann Oberth, uno dei padri dell’astronautica con Ciolkovskij e Goddard, e l’unico dei tre a vivere abbastanza da vedere realizzate le proprie idee. /1
Hermann Oberth nasce nel 1894 in una famiglia tedesca emigrata in Transilvania, in una cittadina alla periferia dell’impero austro-ungarico (oggi in Romania).
Ammalatosi di scarlattina a 11 anni, nella convalescenza legge i libri di Verne e si appassiona alla fantascienza. /2
A 14 anni inizia a pensare a razzi per lanciare oggetti nello spazio.
A 18 anni si iscrive alla facoltà di medicina dell’università di Monaco per seguire le orme del padre, ma i suoi studi sono interrotti dalla prima guerra mondiale, dove presta servizio come medico. /3
Geostazionaria, eliosincrona, areocentrica: le orbite dei satelliti artificiali hanno nomi strani e complicati. Proviamo a capire qualcosa di più sulle loro caratteristiche. /1
Cominciamo dall’altitudine. Fino a 2000 km di altitudine si parla di orbita bassa o LEO, dall’inglese Low Earth Orbit. È l’orbita a cui è più facile arrivare, perciò i primi satelliti come lo Sputnik 1 erano tutti in orbita bassa. /2
Sono in orbita bassa la Stazione Spaziale Internazionale e molti satelliti di osservazione terrestre, che così possono studiare la Terra da vicino. A questa quota, i satelliti fanno un giro intorno alla Terra in circa 90 minuti. È l’orbita più affollata e inquinata da detriti. /3
Ha formato le matematiche che hanno permesso agli Stati Uniti di vincere la corsa allo spazio e ha contribuito a uno dei razzi di maggior successo della NASA, ma da viva era sconosciuta al pubblico. Si chiama Dorothy Vaughan ed è la prima manager nera nella storia della NASA. /1
Dorothy Jean Johnson nasce a Kansas City nel 1910. È una studentessa fuori dal comune e dopo il diploma riceve una borsa di studio per studiare matematica in un'università dell’Ohio riservata agli afroamericani. Nel 1932 emigra in Virginia con il marito Howard Vaughan. /2
Nel 1941 Roosevelt vieta la segregazione nell’industria militare. Molti uomini sono impegnati al fronte e c’è bisogno di aumentare la produzione di aerei da guerra, così entrano in fabbrica sempre più donne, anche di colore. /3
Mary Jackson nasce nel 1921 a Hampton, in Virginia, sede di una base aerea e un centro di ricerca dell’ente aeronautico statunitense, la NACA. Dopo essersi diplomata con il massimo dei voti, nel 1942 si laurea in matematica e fisica, sempre in istituti riservati ai neri. /1
Dopo la laurea passa da un lavoro all’altro, finché nel 1951 viene assunta dalla NACA nella sezione dei cosiddetti “computer umani”: matematiche che svolgono a mano complessi calcoli necessari per i progetti aeronautici. /2
La sua responsabile è Dorothy Vaughan e tra le sue colleghe c’è Katherine Jackson: nel 2016 la storia delle tre donne sarà resa famosa dal film “Hidden Figures”. /3
Tutti conoscono la comodità dei navigatori satellitari. Non è altrettanto noto che il GPS è una tecnologia statunitense di tipo militare e che gli USA in ogni momento possono decidere di negare l’accesso al GPS ad altre nazioni per ragioni politiche, come hanno già fatto. /1
Per diventare indipendente dagli Stati Uniti, una ventina di anni fa l’Unione Europea ha deciso di sviluppare un proprio sistema di navigazione satellitare, civile, gratuito, accessibile a tutti e più preciso del GPS. /2
Questo progetto, che è stato chiamato Galileo in onore del grande scienziato italiano, ha preso il via ufficialmente nel 2003 e, dopo aver superato molti ostacoli finanziari e organizzativi, è diventato parzialmente operativo nel 2016 e andrà a pieno regime nel 2022. /3
Mi chiamo Sharon Christa McAuliffe, nata Corrigan. Faccio l’insegnante in una scuola superiore. Da quando ho visto John Glenn andare in orbita intorno alla Terra vorrei fare l’astronauta anch’io, ma è una carriera per scienziati e piloti militari.
(1/9)
Non credo ci siano esseri umani di serie A e di serie B: ho sempre pensato che le persone comuni siano importanti per la storia tanto quanto i re, i politici e i generali, e per questo ho ideato un corso che si intitola “La donna americana”. (2/9)
27 agosto 1984. Anche la NASA ha deciso di mandare un insegnante nello spazio, per sottolineare l’importanza degli educatori nella nostra società. È la mia grande occasione. Viene lanciato un concorso pubblico e decido di provare anch’io, ma ci sono ben 11.000 partecipanti. (3/9)