Il massacro di #Buča: narrative a confronto. Un thread su come i media e i rappresentanti di #Ucraina e #Russia stanno ricostruendo i fatti emersi due giorni fa. Genocidio vs provocazione e messa in scena.🧵(1/14) Image
Breve spiegone per ricapitolare: Buča è una cittadina a 24 km a nord-ovest di #Kiev. Due giorni fa sono stati rivenuti cadaveri di civili. Alcuni con mani legate ed altri segni di tortura. Immagini che hanno fatto il giro del mondo.
Buča è la città in cui si sono tenuti violenti combattimenti a inizio marzo durante l’offensiva russa verso la capitale ucraina. Il 31 marzo, secondo quanto dichiarato dal suo sindaco, Buča sarebbe tornata in mani ucraine.
Il primo a lanciare l’allarme sui crimini di guerra perpetrati a Buča è proprio il sindaco Anatolij #Fedoruk, che due giorni fa ha svelato al mondo le foto delle fosse comuni.
La narrativa ucraina inserisce il massacro di Buča in un piano più ampio: il desiderio da parte russa di annientare la popolazione ucraina e di compiere un vero e proprio #genocidio.
Mykhailo Podoljak, il consigliere di Zelenskij, parla di “inferno del 21esimo secolo” e del ritorno dei “crimini più terribili commessi dai #nazisti in Europa”. Come si evince dalle sue dichiarazioni, anche gli ucraini usano la storia per alimentare i loro discorsi.
È Dmytro Kuleba a confermarlo, parlando dell’odio nei confronti degli ucraini come qualcosa che va “oltre tutto ciò che l’#Europa ha visto dalla Seconda guerra mondiale in poi”.
In un’intervista per Face the Nation su CBS Zelenskij stesso conferma che si tratti di un “genocidio. L’eliminazione di un’intera nazione e popolazione”.
Da parte russa le prime dichiarazioni arrivano ieri. Il Ministero della Difesa russo parla di “messa in scena” da parte ucraina per i media occidentali.
I russi dichiarano di aver lasciato la città il 31 marzo e che i video sarebbero apparsi solo quattro giorni dopo, all’arrivo delle forze ucraine. Ricordano inoltre che sono stati gli ucraini a sparare in città durante l’occupazione russa.
Sui media russi i fatti di Buča vengono dipinti come provocazione da parte ucraina e come un tentativo di “interruzione dei colloqui di pace” e “escalation di violenza” (queste le parole della portavoce del Min. Esteri russo).
Altra argomentazione russa riguarda il timing. Da Mosca riferiscono che le dichiarazioni occidentali sarebbero arrivate troppo velocemente, alludendo sempre all’idea di messa in scena.
La Russia, inoltre, per non passare dalla parte del torto, fa leva sul fatto che ha chiesto un meeting del Consiglio di sicurezza dell’ONU, rifiutato dal Regno Unito (alla presidenza del CS questo mese).
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