Questo è Roholah che a 9 anni lavorava in una pasticceria a Kabul perchè il papà era morto e lui doveva aiutare mamma e fratelli, che a 12 anni è partito da solo a piedi dall’#Afghanistan, poi Iran, Turchia, Grecia, il gommone bucato, la paura di notte in mezzo al mare, poi 
aggrappato sotto a un camion fino a qui, poi la comunità di accoglienza...
Roholah che “mio fratello è partito dopo di me, 11 anni fa, ma non è mai arrivato, non so dove sia”.
Che “vorrei fare anche le Superiori, ma il prossimo anno verrà a #scuola mia moglie e io starò coi figli
Roholah che “mio fratello è partito dopo di me, 11 anni fa, ma non è mai arrivato, non so dove sia”.
Che “vorrei fare anche le Superiori, ma il prossimo anno verrà a #scuola mia moglie e io starò coi figli
perché è giusto che anche le donne abbiano un’istruzione”.
Che “mi dispiace tanto per gli Ucraini perché li uccidono e li prendono in giro come hanno fatto con noi”.
Roholah che, ogni volta che entrava in classe col suo sorriso, era un grazie alla vita.
Che “mi dispiace tanto per gli Ucraini perché li uccidono e li prendono in giro come hanno fatto con noi”.
Roholah che, ogni volta che entrava in classe col suo sorriso, era un grazie alla vita.
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