#22giugno stiamo entrando nel quinto mese di #guerra e come previsto il conflitto in #Ucraina si è afghanizzato, è cioè un conflitto che si trascina lentamente senza una soluzione militare in vista. La modalità del combattimento è quella tradizionale, forse la più
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tradizionale (artiglieria e fanteria meccanizzata) a cui assistiamo dalla Seconda Guerra Mondiale. Al fianco di questo scenario, sta emergendo quello della guerriglia con l’esplosione di alcune IED nelle zone controllate dai russi. Poche numericamente ma segna inizio trend
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La Nato domenica ci ha avvisato che la guerra potrà durare per anni. Su questo i governi dovrebbero chiedere un minimo di trasparenza all’Alleanza visto che era facilmente prevedibile, cosa è successo? E’ stato un errore? Oppure si è preferito dilazionare la comunicazione
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per evitare di perdere ulteriore supporto al conflitto nell’opinione pubblica? Se gli Usa hanno abbassato i toni alle prese con grossi problemi interni (le elezioni mid-term sono alle porte e l’inflazione non aiuta Biden che potrebbe perdere Senato come accade ad Obama)
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c’è un passaggio del discorso di Putin a San Pietroburgo che mi ha colpito (persosi nei titoli sulla sfida all’Occidente) cioè “Non possiamo trasformare le città e i villaggi che liberiamo in nuove Stalingrado”. E’ un riferimento a quella dottrina sovietica (l’ho ricordata
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più volte) secondo cui vanno create delle zone cuscinetto per distanziare gli obiettivi civili dai tiri nemici (fuoco indiretto o missilistico) cioè esattamente quello che è accaduto per otto anni in Donbass, capitolo che i russi ora vogliono chiudere
6/25
Perchè è una frase che ci interessa? Perchè potrebbe segnalare la volontà russa di consolidare la propria presenza sulla sponda sinistra del Dnieper almeno fino a Zaporisha dove poi saldarsi con l’avanzata da Donetsk (quella che sin’ora fatica di più).
Da parte ucraina
7/25
Il negoziatore Arakhamia ipotizza una ripresa dopo l’estate delle trattative mentre il sindaco di Kyev parla di compromesso possibile solo quando l’ultimo soldato russo avrà lasciato il Paese (quindi no al compromesso). Parole che confermano (quelle del negoziatore) che
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l’Ucraina si prepara alla controffensiva con le armi occidentali in arrivo. Armi che dovrebbero colmare quel gap che Kyev denuncia soprattutto a livello di artiglieria campale e missilistico. Per ora i primi M777 dispiegati hanno fatto una brutta fine, perchè impiegati male
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(non in batteria). A mio avviso la prospettiva più probabile è che con la prima neve o comunque con l’intensificarsi delle piogge (ottobre) ci sarà una pausa nelle ostilità o meglio un loro forte rallentamento, per motivi di “terreno” ma anche di fatica delle truppe,
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esigenze di rotazione e riorganizzazione. A quel punto si riapriranno le trattative? Sono scettico. L’Ucraina sta lanciando la pallina nella roulette della guerra, spinta in particolare dal Regno Unito (che ha scavalcato gli USA nel bellicismo, per Bojo è un modo per
11/25
schermarsi dai problemi politici interni). Potrebbe riconquistare terreno a sud ma è molto difficile che ci riesca in Donbass. Non voglio fare previsioni specifiche perchè non sono maturati ancora diversi fattori. Dico solo che l’opzione guerra ti porta nella prospettiva
12/25
da giocatore d’azzardo: “ho vinto e continuo a scommettere per vincere ancora” o “ho perso e continuo a scommettere per rifarmi”. In un quadro in cui non ci sono condizioni per guadagni sostanziali, per “svolte” sul campo, tutto ciò significa anni di guerra con il paradosso
13/25
che alla fine si potrebbe arrivare ad una mediazione equivalente a quella che si sarebbe potuta ottenere tre anni e migliaia di morti prima. Esattamente quanto accaduto in Afghanistan.
Al momento sul campo c’è “attrito” e quindi margini incrementali di successo in un lungo
14/25
logoramento. Si tratta cioè di un tipo di conflitto che paradossalmente viene vinto dalla logistica non in combattimento: sostituire mezzi e uomini man mano che vengono divorati dallo scontro (come metallo ridotto in polvere dal girare di una mola). Non so se avete già
15/25
dimenticato la città di Severodonietsk, un po’ come Mariupol (ma su scala diversa), è al centro dell’attuale manovra russa per conquistare la oblast di Lugansk. La regione dal 2014 ha visto separazione di parte del suo territorio trasformatosi in autoproclamata repubblica
16/25
popolare di Lugansk. Severodonietsk divenne così la capitale de facto della regione o meglio di quella parte (2/3circa) nelle mani del governo ucraino. Prendere Severodonietsk significherebbe raggiungere non solo obiettivo strategico(creando zona di sicurezza verso Lugansk)
17/25
ma anche qualcosa di “comunicabile” per il governo russo come successo. Perchè vi chiedevo se ricordavate Severodonietsk? Perchè nei giorni scorsi sembrava che i russi stessero vincendo la guerra prendendo la cittadina. E’ una narrazione ansiogena del conflitto che continua
18/25
a restituire l’illusione di una svolta imminente. In piena linea con il #PUB in questo caso funzionale al racconto (enfatizzato dalla propaganda di Kyev) di “munizioni finite”, perdite fino a 200 uomini al giorni, per mettere pressione sull’Occidente per forniture di armi
19/25
Severodonietsk è sotto controllo russo ormai, salvo che nell’impianto Azot con la tragica “giostra” dei tentativi di evacuazione dei civili e di resa dei militari come avvenne all’Azovstal. Come già detto obiettivo russo è spingere da Popasana e Izium per chiudere la sacca
20/25
con vertice Severodoniesk ma devono anche difendere le posizioni fuori Kharkiv perchè dopo aver perso l’autostrada che arriva da Belgorod hanno bisogno delle strade minori per garantirsi i rifornimenti. Molta dell’attenzione è puntata però a sud su Kherson dove i russi si
21/25
stanno trincerando in attesa di controffensiva ucraina (parliamo appunto dell sponda sinistra del Dnieper) che serve a coprire il fianco alla Crimea e alla costa del Mar d’Azov ma anche (poco più a nord) a controllare la centrale nucleare di Energorad, e il canale per
22/25
acqua potabile alla Crimea. Io non sono ottimista sulla controffensiva ucraina ma ne posso ipotizzare logica, che mi convince sul piano strategico (spostare il focus del conflitto, usando Azot come Azovstal cioè magnete per truppe nemiche così da “dividerle”).
23/25
Riflessioni sparse: le armi occidentali sono difficili da usare come prova l’insuccesso dei primi M777; 2 missili UK Harpoons sono stati usati da Ucraina per affondare rimorchiatore russo, non sono armi adatte allo scopo ma se dovessero essere usati per colpire ponte Kerch
24/25
la reazione russa sarebbe imprevedibile; analisti in mala fede hanno criticato russi nella prima fase guerra per mancanza ”concentrazione forze” ora li criticano perchè ce n’è troppa. Occhio all’isola dei serpenti, affondata la “Mosca” è il vero fianco marino di Odessa
25/25
Molti mi chiedono di Kaliningrad, nuovo epicentro dello scontro Russia-Europa. Risposta collettiva: aspettiamo di capire 1) esiti verifica legale annunciata da Borrell 2) le contromosse russe annunciate oggi da Zhakarova e Peskov senza precisarle
Comunque situazione preoccupante
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#10febbraio Trump e Putin si parlano la guerra in Ucraina potrebbe finire ma ci sono molti aspetti da valutare ed un precedente: l’accordo di Doha
Un thread
I colloqui (di cui sappiamo poco o nulla) potrebbero in una prima fase aggravare lo scontro militare, la Russia è in una posizione di forza, l’esercito ucraino rischia il collasso e quindi è molto prudente in termini “operazionali”. I russi potrebbero cercare di spingere
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Al disgelo e con la primavera (a stagione del fango finita) avanzare verso la sponda orografica sinistra del Dnieper che è probabilmente l’unico obiettivo sin’ora non raggiunto. Odessa pare invece fuori raggio. Tutto questo per trattare da posizione di forza
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#2dicembre l’Afghanistan resta l’archetipo di tutti i conflitti contemporanei anche di quanto sta accadendo oggi in #Siria
Dall’84 in poi, gli Usa usarono dei pericolosi jihadisti per combattere il nemico russo col sostegno dell’alleato pakistano.
Vediamo…🧵
Sostituisci Pakistan con Turchia, Siria con Afghanistan e mujaheddin con HTS (sigla che suona bene ma parliamo di una scissione di Al Qaeda) e siamo alla cronaca di oggi.
Turchia come Pakistan reclama confini sicuri ma in realtà vuole un pezzo di Siria e soprattutto un vicino
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Debole e addomesticato, piú c’è caos in Siria e meglio è per Ankara. Per questo negli anni ha protetto la provincia di Idlib, ultimo bastione jihadista e antigovernativo mentre bombardava i curdi, unica vera forza sul campo non compromessa nè col jihadismo nè col regime assad
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#6novembre #Usa2024 un voto (anche) “di tasca”
Recap:
L’economia americana cresce del 3% circa, l’inflazione è finalmente sotto controllo (rallenta da 6 mesi ed è al 2.4%), i salari sono cresciuti del 6.3% ad agosto
Allora perchè votare contro i dem? Che c’entra Chester?🧵 1/7
Biden? I democratici e la stampa hanno recitato il mantra dell’economia in ottima salute a ripetizione. Personalmente ho spesso citato il caso dell’ hamburger da 16 dollari per sottolineare come ci fosse un problema di percezione in un quadro in cui lavoratori sindacalizzati 2/7
hanno ottenuto aumenti salariali a doppia cifra, seppure dopo scioperi durissimi
Il punto peró è un altro, ed è molto razionale. Con il mix letale covid e guerra in Ucraina (almeno negli Usa lo ammettono, in Europa la narrazione del PUB ci gira intorno) ha portato ad un picco 3/7
#5novembre per l’ennesima volta ho attraversato quel “nulla che sta tra le due coste” e che negli Usa decide guerre e presidenti. Questa volta guidando per 5418 km tra gli swing states.
Alcuni appunti:
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#Vote2024 #ElectionDay #Election2024 #Usa2024
Sui margini della faglia Usa due nordameriche diverse ma con lo stesso passaporto si guardano con odio: traditori della patria dal un lato, nemici della democrazia dall’altro. Città contro aree rurali, donne contro uomini “patriarcali”, evangelici contro miscredenti,
2/13
operai contro finanzieri, giovani contro anziani tradizionalisti, bianchi contro minoranze e via fino a descrivere due idee conflittuali di Paese: una god fearing county (il Paese timorato di Dio) che vive la nostalgia della potenza industriale, degli anni 60, della vittoria
3/13
#2novembre me ne vado da Detroit con la convinzione che la linea Biden su Gaza può portare Trump alla Casa Bianca.
Ecco come:
È rarissimo che la politica estera pesi sulle presidenziali. Non è accaduto per il disastro dell’Iraq con la rielezione di George W Bush.
Il Vietnam
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ebbe un impatto forte dentro i democratici (più guerrafondai dei repubblicani) non sul voto in sè👇
Ma torniamo al 2024: nel sistema dei grandi elettori (ogni Stato ha dei voti che “eleggono” il presidente) il Michigan ne vale 15. Il 10mo stato
2/11 nytimes.com/2018/03/28/opi…
per peso elettorale (primi California e Texas che però sono saldamente il primo dem il secondo rep quindi “non contano”).
Il Michigan invece conta perché è uno stato swing, in bilico. Vincere è cruciale per la Casa Bianca
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#30agosto Grazie agli investigatori e al giornalismo indipendente si scopre che il sospetto sabotatore del
Nord Stream a maggio era di nuovo a Berlino. È fuggito su un auto con targa diplomatica ucraina verso la Polonia.
Spoiler Il governo Scholz è nell’angolo 🧵
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Dall’articolo: “Le ricerche del Frontal della ZDF, dello Spiegel e della radio danese (DR) mostrano ora come il ricercato sia riuscito a sfuggire per un pelo agli investigatori tedeschi - e poco tempo dopo, a quanto pare, ha attraversato il confine polacco verso la sua patria
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in un veicolo con targa diplomatica ucraina”
(…)
Un viaggio di vacanza attraverso la Germania
È la mattina presto del 26 maggio 2024, quando uno degli uomini più ricercati d'Europa mette piede sul suolo tedesco nel porto di Rostock. Volodymyr S viene dalle vacanze a Copenaghen
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