Martedì ricorrevano 3 anni dalla morte di Rutger Hauer e ieri osservando la lunga seduta al Senato inevitabilmente veniva in mente il monologo del suo personaggio più celebre, il cyborg in Blade Runner: cose che noi umani non potevamo immaginarci. E invece. #Crisidigoverno 1/16
Come in Assassinio sull’Orient Express, in cui tutti i personaggi danno una coltellata alla vittima, ognuno ha contribuito, poco o tanto, ma attenzione perché il cadavere non è Draghi, è il Paese. Draghi, invece, è tra quelli hanno dato la sua brava stoccata, come gli altri. 2/16
I commentatori erano elettrizzati, ieri, dopo averlo sentito. Ah, quanto piace alla platea l’uomo forte, quello che arriva in Aula e gliene canta quattro! E come ci restano male, quando si rendono conto delle conseguenze… 3/16
Eppure finisce sempre così: se si accetta la rissa come metodo, si deve sapere che ci vuole un sacco per darle e uno per prenderle. C’è poco di cui stupirsi. 4/16
Ma Draghi, dicono i suoi supporter, è troppo bravo, troppo prestigioso per sottostare ai capricci di questa pessima classe politica. Solo che se è così è pure peggio, è il fraintendimento del secolo: non lo sapeva, quando ha accettato di guidare il Paese? 5/16
Non sapeva che poche cose sono più provvisorie del consenso e dei patti di Governo? Non sapeva che i partiti hanno una loro agenda, e che conciliarle tra loro richiede più compromessi che imposizioni? 6/16
Perché se non lo sapeva, se davvero è partito dall’assunto che “io sono io”, senza immaginarsi che in questo modo tutti avrebbero avuto la tentazione di dirgli “chissenefrega”, forse allora non è così fenomenale. 7/16
Non che la colpa sia esclusivamente sua, intendiamoci. L’allucinazione è stata collettiva: a partire dal consenso universale che sempre queste operazioni hanno quando nascono, ignorando il fatto che, come ci insegnano i molti precedenti anche recenti, finiscono sempre male. 8/16
Sono passati 17 mesi a fingere di non vedere i limiti di un Governo non proprio all-star, raccontando che gente come Brunetta e Giorgetti era lì a rappresentare una destra di Governo e affidabile, ben diversa da quell’altra anima populista che vive nei loro partiti. 9/16
Beh, si è visto ieri, l’inesistenza di questo immaginario argine, quando Salvini e Berlusconi hanno fatto risuonare il richiamo della foresta. Esclusa la Gelmini, va bene, se questa vi pare una consolazione. 10/16
E poi, i grillini: le cui rivendicazioni, a scanso di equivoci, in alcuni casi sono anche giuste, vedi la difesa del reddito di cittadinanza o il disagio per essersi ritrovati, in un provvedimento che nulla aveva a che fare, una notarella sull’inceneritore di Roma... 11/16
... una porcheriola proprio misera e indegna, a proposito di Governo del Migliore. C’è solo un piccolo problema, in questa difesa: la credibilità. Perché dopo un’intera legislatura in cui si sono rimangiati tutte le cose che dicevano è un po’ difficile tornare indietro. 12/16
Non ci casca nessuno. A parte il Pd, ovviamente: ha passato gli ultimi due anni a coltivare questo famoso campo largo col M5S, e l’ultimo anno e mezzo a parlare di agenda Draghi, senza badare alla contraddizione. 13/16
E dire che non è piccola: anzi, è larga una decina di punti percentuali, quelli che la destra potrebbe avere di vantaggio sul centrosinistra. Nessuno ha la più pallida idea di come colmarli, e improvvisamente manca anche il tempo per farlo. 14/16
Poi ci sarebbe il piccolo dettaglio di cosa c’è fuori dal Palazzo: anche non stimando questo esecutivo, a otto mesi dalla fine della legislatura, in barba alle questioni sul tavolo che tutti ieri hanno elencato – pandemia, guerra, inflazione, misure sociali -, salvo poi... 15/16
... agire in senso esattamente opposto, l’idea di una crisi a luglio, con campagna elettorale estiva, dà la misura del disastro. Come finiva, quel monologo? Ah, già: «È tempo di morire».
È possibile emozionare in 280 caratteri il pubblico di Twitter, un social che costringe a essere sintetici e concisi nel condividere fatti e notizie? La risposta è sì, assolutamente.
Perché a tutti piacciono le storie, le storie vere, a volte “piccole”, ma dal significato enorme. In "Non esistono piccole donne" le protagoniste sono loro, narrate come sempre in prima persona. Eroine e vittime, spesso accantonate nella memoria comune. 👉 bit.ly/johannesbuckle…
E poi "Non esistono piccoli campioni": storie dedicate allo sport, alle sue figure e alle loro imprese. Eroi celebrati, ma soprattutto campioni dimenticati, che grazie a Bückler hanno potuto ritrovare in queste pagine lo spazio che meritano 👉 bit.ly/buckler3
In #Afghanistan, dopo la pausa invernale, ancora una volta le scuole sono rimaste chiuse per le ragazze.
Pubblichiamo integralmente l'appello della studentessa Sotooda Forotan, tratto da "Kabul, Crocevia del Mondo" di @nico_piro, pronunciato l'ottobre scorso.
Non dimentichiamo.
"Perché le porte delle scuole sono chiuse per le ragazze? Cortesemente e sinceramente, vi chiediamo di aprire le porte delle scuole alle ragazze. Le donne sono da sempre metà della società. Se questa metà della società non esiste, l’altra metà è inutile.
Non c’è dubbio che una mamma e una sorella istruite oggi formeranno una prole eccellente per la società. Una persona che, forte della propria indipendenza, si assumerà le responsabilità del proprio Paese. Una persona che estrarrà le ricchezze del Paese.
Dimenticata dalla storia. Dimenticata da tutti. Eppure non me lo meritavo. Dovrei essere ricordata anche solo per essere stata la prima donna a insegnare Chimica all’Università delle Hawaii. Ma è andata diversamente. @JohannesBuckler#11febbraio#WomeninScienceDay
Mi chiamo Alice Ball, nata nel 1892 a Seattle. Il nonno era un grande fotografo che usava la tecnica della dagherrotipia, il primo procedimento fotografico per lo sviluppo delle immagini. Probabilmente fu proprio osservando lui e i suoi intrugli che mi innamorai della chimica.
All’Università di Washington mi laureai in Chimica farmaceutica e poi in Farmacia. Fu allora che cominciai a ricevere offerte per alcune borse di studio. Del resto, con due lauree in tasca a ventidue anni era il minimo. Tra Berkeley e le Hawaii scelsi quest’ultima.
La famigerata #schwa può piacere o non piacere, ma è curioso il dibattito che sta suscitando in questo Paese, ed è curioso che turbi intellettuali quali Barbero, Cacciari o Celestini al punto da spingerli a promuovere una petizione per contrastarne la diffusione.
Nel frattempo, il politicamente corretto di cui si lamentano è talmente predominante sulla cultura contemporanea, ma talmente predominante che in alcuni stati americani si mettono al bando...
... libri come Maus, dedicati all’Olocausto (altro che cancel culture), e già sappiamo che quando oltreoceano prende il via una brutta tendenza, presto o tardi arriva anche qui: ma continuiamo pure a preoccuparci della schwa.
"Continuavano a ripetermi che un professionista deve pensare solo a giocare, e forse avevano ragione. Nel calcio il pallone veniva prima di qualsiasi buona intenzione. Io però cominciai a pensarla diversamente. Da quel Natale del 1977. @JohannesBuckler#AstutilloMalgioglio
Avevo diciannove anni quando alcuni amici mi invitarono a far visita a un centro per bambini cerebrolesi. Ci andai accompagnato da Raffaella, la mia fidanzata. Quella visita cambiò la mia vita. Anzi. La nostra.
«Mi impressionò la loro emarginazione, l’abbandono, il menefreghismo della gente. Fu un’emozione fortissima, un pugno nello stomaco. I miei genitori si sono sempre impegnati nel sociale e mi avevano già insegnato il rispetto e la solidarietà verso gli altri.»
"#MonicaVitti aveva dei tempi tutti suoi e sempre un modo non convenzionale di dire le battute, però perfetto. Era una donna bellissima, di una bellezza fredda, raffinata, che però riusciva a essere comicissima. E non era scontato, a quell’epoca.
Quando ha cominciato a recitare le commedie, per esempio "Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca", ha aggiunto alla sua capacità di rappresentare con il volto il vuoto esistenziale, che è una cosa difficilissima, gli eccessi verbali e fisici che la commedia ritiene.
Una scena emblematica è quella del ristorante. Mastroianni dice al cameriere, mentre fa l’ordinazione: «Alla zoccola qui presente, una pizza Napoletana. Al cornuto, che sarei io, niente» e poi parte con una tirata di gelosia folle.