L’articolo di @HuffPostItalia con i miei commenti: “L’#Europa è l’ultima carta che #Putin ha in mano”, dice Mikhelidze. “In questa fase della guerra, si è capito che la #Russia non può vincere. Questo non vuol dire che l’#Ucraina possa trionfare,
ma che sicuramente Mosca sta riscontrando difficoltà, pur essendo arrivata alla sua massima capacità militare, senza però avanzare strategicamente sul campo ma anzi subendo la controffensiva degli ucraini”. E quindi, se il campo di battaglia non è amico,
Putin prova ad ingraziarsi la società civile occidentale per creare un’implosione nei vari Paesi. “È concentrato sull’Europa, per spaccarla da dentro. Sta puntando sulla guerra economica e adesso il costo sta aumentando anche per noi.
Questo inverno saremo chiamati ad affrontare molte criticità, ma era uno rischio calcolato. Sapevamo a cosa stavamo andando incontro. Personalmente”, riflette l’analista dello Iai, “avevo predetto che sarebbe stato Putin a tagliare il gas per primo.
Nella sua testa, man mano che andiamo verso l’inverno, deve aumentare il costo che l’Europa deve subire per sostenere l’Ucraina. Per questo prova a disunirla, ma non ci riuscirà”.
…Per Mikhelidze coloro che criticano gli effetti delle sanzioni non guardano la realtà dei fatti con oggettività. “Con il rialzo dei prezzi dell’energia la Russia ha continuato a guadagnare, ma questo non è bastato per scongiurare un -6% del Pil e un’inflazione al 22%”.
Si può dunque affermare che “i guadagni sul gas non hanno mitigato l’effetto delle sanzioni, contrariamente a tutti coloro che sostengono come queste non stiano dando i risultati sperati.
Se politici, giornalisti, analisti ed esperti non leggono questi dati vuol dire che vogliono diffondere disinformazione o, nel caso della politica, potrebbe trattarsi di un ricatto per rispondere a una certa narrativa”.
Ad essere fuorviante è anche la motivazione che si adduce all’inefficienza delle sanzioni. “Non sono state pensate per far cambiare idea a Putin sulla guerra, ma per provare a mettere in crisi l’economia russa così che finanziare il conflitto fosse difficile.
Se non vogliamo guardare i dati occidentali, allora guardiamo quelli della Banca russa e ci diranno che l’effetto delle sanzioni è lampante.
Non è un caso che la Russia sia così attiva nella sua guerra ibrida in Europa: vuol dire che le sanzioni stanno colpendo, sennò non ci sarebbe tanto movimento”.
“Nei mesi scorsi, in Repubblica Ceca abbiamo visto delle manifestazioni no vax molto più numerose di quella di ieri. Negli anni Novanta, ce n’erano anche contro l’entrata nella Nato.
Poi però abbiamo visto che sono state prese strade completamente diverse, spingendo sulla campagna di vaccinazione e diventando membro dell’Alleanza Atlantica. In tutti e due i casi, quindi, possiamo affermare che le manifestazioni non per forza evidenziano sentimenti collettivi”
Un’opzione in mani ai politici è quella di “essere onesti con i loro elettori, spiegando tutte le problematiche che dovranno affrontare visto che nessun governo andrà incontro alla richiesta di fermarsi con le sanzioni e di dimostrarsi neutrale con l’Ucraina”.
Una riflessione, quest’ultima, che non può che interessare anche l’Italia, attesa fra venti giorni da un voto che, secondo alcuni, potrebbe darle un governo più morbido con Mosca. Il Paese è tra quelli monitorati dal Cremlino, che nutre interesse verso certe forze politiche.
Per capirlo “basta accendere la televisione russa”, prosegue Mikhelidze. “Alcuni partiti italiani sono abbastanza schietti nelle loro posizioni pro Russia.
Parlo dell’estrema destra come dell’estrema sinistra, di chi si pone contro le sanzioni diffondendo disinformazione e chi si nasconde dietro il pacifismo. Ma parlo anche della società civile.
Basta leggere alcuni giornali, alcune riviste o case editrice che nel tempo hanno ricevuto finanziamenti da associazioni russe, Gazprom compresa”. Tuttavia il fascino per la Russia non nasce da oggi.
Al contrario, conclude l’analista, “l’Italia sta pagando il prezzo degli errori commessi. La guerra non è cominciata nel 2022, ma nel 2014. E da quel momento, la dipendenza dall’energia russa è aumentata, invece che diminuire.
Putin era lo stesso leader che aveva annesso la Crimea, che aveva avvelenato gli oppositori, arrestato i rappresentanti della società civile caratterizzandoli come agenti stranieri.
Eppure anni fa è stato accolto a Villa Madama con una cena sfarzosa (nel 2019, con il governo Conte I, ndr). Ecco, stiamo pagando il prezzo di quelle azioni”.

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