L'esercito ucraino, dopo aver bloccato l'avanzata dei russi su tutti i fronti, sta portando avanti un'offensiva verso Kherson per liberare la Crimea.
Putin ha perso il controllo della situazione sia sul campo che all'interno, dove la scia di "suicidi" e attentati mette a nudo la guerra tra bande che si contendono i brandelli di un potere sempre più debole.
Il blocco delle forniture di gas in Europa e le subdole manipolazioni sul quel simulacro di mercato chiamato TTF, rappresentano le ultime mosse diperate di un despota che sente il terreno franargli sotto i piedi.
I leader dell'Unione Europea, ad esclusione del solito Orban, dopo mesi di indecisioni e vigliaccherie hanno deciso di adottare l'unica misura capace di piegare il regime mafioso: il tetto al prezzo del gas importato dalla Russia.
Allo stesso tempo a livello di G7 è stato approvata l'analoga misura sul prezzo del petrolio russo che per le finanze pubbliche della Russia sono ancora più importanti.
Finalmente i paesi della Nato e il Giappone sono intenzionati seriamente a far pagare a Putin le conseguenze della guerra senza ulteriori tentennamenti o ambiguità (in cui i tedeschi sono stati invischiati).
Si annunciano due o tre mesi difficili, ma se agli ucraini verranno consegnate tutte le armi promesse, l'esito della guerra è scontato. La sfida sul gas sarà la sfiga di Putin.
Gestire un'emergenza sanitaria ed economica di portata epocale senza avere l'appoggio di una forza parlamentare equivale a portare al pascolo un branco di gatti selvatici.
Draghi finora ha compiuto un capolavoro di equilibrismo, incidendo dove poteva, rimandando dove incontrava resistenze insormontabili e ricorrendo a qualche trucco laddove possibile.
Purtroppo fronteggiare il peggior Parlamento della storia patria dopo quello in cui Caligola nominò senatore il proprio cavallo è un esercizio che non può durare all'infinito soprattutto in un anno elettorale.
✔️La Cina sono anni che è in bolla e questo perché la gente continua a metterci soldi nell’immobiliare, a investire, pandemia o non pandemia, c’è poco da fare.
✔️Non credo però che siamo dinnanzi a una crisi in stile Lehman Brothers, questa crisi sono anni che c’è, non ci credo più.
✔️C’è gente che ha anche dieci appartamenti ma le classi più disagiate continuano a rimanere fuori dal mercato immobiliare. Insomma, non è che proprio tutti si comprano casa. No, non vedo una crisi di questa natura.
La pandemia ridisegnerà le catene del valore globali: produrre tutto in Cina è un rischio troppo grande. L’Italia? A bocce ferme è già in default: dipendiamo dalla volontà europea di tenerci in vita.
#Coronabond? Non sono necessari, ma se al posto di #Conte ci fosse #Draghi ce li avrebbero concessi.
Il problema è l’angoscia che troveremo fuori, quando si riapre. Troveremo negozi chiusi, ristoranti chiusi, aziende chiuse, gente diffidente che ti saluta a distanza, con la mascherina.
✔️L’economia tedesca colpita sia dal crollo dell’importazioni cinesi, che dalla crisi interna crisi del mercato delle auto, pensa che la guerra dei dazi non faccia cosi male all’economia come si vuole fare credere, c’è molta fantasia.
✔️La crisi cinese è determinata più che dai dazi, da eccessivo indebitamento del sistema finanziario cinese, i cinesi sono cresciuti a debito e il debito è 3 volte il PIL quindi non può più continuare come prima e blocca il credito e cosí si blocca il paese
✔️Non credo che l’industria manifatturiera Europea ne risentirà, perchè se tiene la politica del decoupling verso la Cina, ossia la divisione delle due economie, che è sicuramente una cosa un po’ complessa, noi non abbiamo da perdere, sono produzioni che tornano anche in Europa