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Oct 11 7 tweets 2 min read
Torna di moda in queste ore la retrospettiva #Sarri-Juventus. Nell'estate 2019 si trattò di una mossa coraggiosa e forse necessaria, in una fase in cui la Juventus sentiva il bisogno di darsi un appeal più internazionale (Sarri aveva appena vinto l'Europa League al Chelsea).
Soprattutto, fu una mossa progettata da Paratici e Nedved: questo è un aspetto decisivo per spiegare il flop di Sarri. Uomo ruvido, non un gestore, non un allenatore per tutte le stagioni, Sarri e le sue idee andavano assecondate, difese, aspettate.
Invece dopo poche settimane, anche per via di uno stile rozzo e sicuramente poco furbo, stava già sulle scatole a mezzo spogliatoio a cominciare da Ronaldo: non sufficientemente difeso da una dirigenza mediocre, dopo pochi mesi venne mollato anche dal presidente.
Non c'è bisogno di una gran memoria per ricordare che, nonostante il nono scudetto consecutivo (non scontato), la Juve di Sarri da novembre in avanti fu una squadra spesso raffazzonata, senz'anima e senza identità. Poi ci si mise di mezzo anche il Covid.
Unico a saper associare Dybala e Ronaldo (sia pure per pochi mesi), Sarri percorse gli ultimi chilometri da juventino con la consapevolezza del condannato a morte. La Juve non aspettò nemmeno 24 ore a silurarlo dopo l'eliminazione in Champions, sostituendolo con un dilettante.
Agnelli non aveva mai dimenticato Allegri, che d'altra parte aveva cominciato a mandar frecciate a Sarri già nel giorno del suo primo addio (maggio 2019): "Vi vorrei fare un esempio, ma non ve lo faccio perché sennò viene giù tutto". E accanto a lui, Agnelli se la rideva.
Insomma, una storia sbagliata. La sintesi dell'incompatibilità antropologica tra Sarri e la Juve sta in questa frase del suo successore dopo la presentazione alla stampa. Si trova in "All or Nothing": la Juve non ritenne di eliminare la battuta dal prodotto finale.

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Oct 9
25 anni fa, #9ottobre 1997, sulla bellissima Rai2 dell'epoca andò in onda in prima serata, quasi senza preavviso, uno dei momenti più alti della storia della tv italiana: "Il racconto del Vajont", monologo in diretta di Marco Paolini, 34 anni dopo la tragedia del 9 ottobre 1963.
Un capolavoro di storytelling (che allora si chiamava, semplicemente, teatro) che culminò nell'emozionante rievocazione del momento della frana, recitato alle 22:39, alla stessa ora in cui era avvenuta 34 anni prima.
Quello stesso giorno, di mattina, Dario Fo aveva vinto il Nobel per la Letteratura (ultimo italiano ad averlo ricevuto) e naturalmente Paolini non mancò di omaggiarlo in diretta.
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Oct 4
30 anni fa, il #4ottobre 1992, la domenica più allegra e spettacolare della storia della serie A: 48 gol in 9 partite, mai così tanti, e tutti contemporaneamente, dalle 15 alle 17. Un record che durava da 61 anni: ecco Gian Piero Galeazzi che legge la schedina a 90° Minuto.
La parte del leone spettò ai 10 gol di Fiorentina-Milan 3-7, con Radice che tentò assurdamente di sfidare la squadra più forte del mondo con una zona dai risvolti vagamente suicidi. Fu l'ultimo dei due 3-7 della storia della serie A (l'altro, Venezia-Sampdoria 1949-50).
Era quella una serie A stupendamente spendacciona, zeppa di campioni formidabili anche nella bassa classifica: guardate che meraviglia esce dal sinistro di Gheorghe Hagi, il Maradona dei Carpazi, in Brescia-Foggia.
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Sep 23
Stasera Roger #Federer giocherà la sua ultima partita da professionista: ha scelto di giocarla in doppio insieme a Rafa Nadal, l'avversario che lo portò a queste lacrime, amare e irresistibili, dopo la finale (persa) degli Australian Open 2009.
Da appassionati di sport andiamo alla ricerca della sfida come si cerca l'acqua nel deserto (o il wi-fi), spesso creando contrapposizioni ridicole del tutto campate in aria - celebre la rivalità Totti-Del Piero che in realtà sono sempre stati ottimi amici.
Poi naturalmente ce ne sono di sentitissime e feroci. Messi-vs-Ronaldo, due pianeti separati, accomunati solo dai livelli stellari che hanno raggiunto muovendo da due punti di partenza completamente diversi, e a dirla tutta nessuno dei due sembra avere tutte le rotelle a posto.
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Sep 21
Oggi compie 25 anni uno dei falli più clamorosi e spettacolari della storia della serie A: l'entrata di Taribo West su Andrej Kanchelskis nel 1° tempo di Inter-Fiorentina del #21settembre 1997. Come abbagliato da tale sfrontatezza, l'arbitro Cesari si limitò al cartellino giallo.
Nonostante le apparenze, Kanchelskis se la cavò con una distorsione alla caviglia e riuscì a recuperare per l'andata del play-off di qualificazione Mondiale Russia-Italia, a Mosca, un mese dopo. Là si vendicò azzoppando Pagliuca e favorendo l'esordio in Nazionale di Gigi Buffon.
Sull'intreccio Kanchelskis-Italia-Russia-Mondiali, segnalo questo monologo di Micio-Bisio a Mai Dire Gol che conteneva spunti di strettissima attualità.
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Sep 19
Le voci di un avvicendamento di #Allegri con il tecnico della Primavera sono solo l'ultimo déjà-vu di una storia già scritta. Perciò andiamo con ordine: thread su tutte le somiglianze tra la #Juventus 2021-22 e il Milan 2013-14. ImageImage
La stagione prende una brutta piega da subito: dopo aver eliminato il PSV nel play-off di Champions, Allegri sbotta in tv e ventila idee di dimissioni. Poi se la prende con colui che era l'Adani 2013-14, ovvero Arrigo Sacchi, dandogli più o meno del rincoglionito.
Lo spogliatoio è indebolito dalla polemica uscita di scena di uno degli ultimi mohicani del ciclo vincente (Ambrosini), con Abbiati, Abate, Bonera e Robinho ultimi reduci di uno scudetto vinto appena due anni prima. La rosa si scopre drammaticamente priva di leadership. Image
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Sep 17
Verso #MonzaJuventus - in 93 anni di storia, solo una squadra è riuscita a conquistare la sua prima vittoria in serie A contro la Juventus: il Catanzaro, che il 30 gennaio 1972 sconfisse la Juve alla 16^ giornata con questo gol di Angelo Mammì.
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Il reggino Mammì, 30 anni, alla sua unica stagione in serie A, ci tenne invece a ringraziare una fattucchiera di Reggio Calabria che aveva consultato in settimana, fondamentale per togliergli di dosso "una sorta di malocchio". Image
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