Elios, Maudit, Morgana, Camilla, Cloe, Sasha, Naomi, Chiara. E altre due persone, senza neanche un nome.

Sono le dieci vittime di transfobia dell’ultimo anno in Italia. Alcune storie le conosciamo, altre le abbiamo dimenticate, o vorremmo farlo. Io non voglio dimenticarle.
Elios, 15 anni, era una persona non binaria. Amava leggere, soprattutto la mitologia e i grandi classici. Elios non era accettatə dalla madre e dalla scuola. Si è buttatə dal quarto piano di una palazzina, l’anno scorso, ma la notizia è stata diffusa solo lo scorso 17 ottobre.
Maudit, 29 anni, era una persona agender. Si è toltə la vita il 30 marzo scorso. Era unə poeta e si batteva contro lo stigma dell’HIV, gli stereotipi di genere e per la normalizzazione del ciclo mestruale delle persone trans*. Scriveva: “lasceremo che oggi siate voi a guardarlə”.
Morgana, 41 anni, era una donna trans* colombiana, senza fissa dimora. È morta a Roma, nella notte tra il 20 e il 21 aprile scorso, in mezzo alla strada. È morta di freddo, sola. Accanto a lei sono stati ritrovati i suoi pochi effetti personali.
Una donna trans* peruviana di 30 anni è precipitata dal balcone del palazzo delle poste, a Perugia, lo scorso maggio. È morta il 17 maggio, in ospedale, dopo sei giorni di terapia intensiva. Non è chiaro se si debba parlare di suicidio o omicidio. Il suo nome non è stato diffuso.
Camilla, 43 anni, era una donna trans*. Faceva la parrucchiera. Il suo corpo è stato ritrovato il 7 giugno scorso nei pressi del torrente Parmignola. Era stata picchiata e fucilata. La notizia destò clamore, soprattutto per il misgendering e il deadnaming da parte della stampa.
Cloe Bianco, 58 anni, era una donna trans*. Insegnava alle superiori. Nel 2015 aveva fatto coming out ma venne sospesa dall’insegnamento in seguito a un duro commento dell’allora assessora all’Istruzione del Veneto. Si è tolta la vita il 10 giugno scorso, nel camper dove abitava.
Sasha, 15 anni, era un ragazzo trans*. Era volontario presso Arcigay Catania. L’11 giugno scorso si è lanciato dal sesto piano del palazzo dove abitava. Su di lui e sulla sua morte non sono state diffuse molte altre informazioni. La stampa parlò di lui con pronomi femminili.
Naomi, 47 anni, era una donna trans*. Il 5 ottobre scorso è stata ritrovata morta in una camera di hotel ad Ardea, in provincia di Roma. È stata soffocata a mani nude durante un rapporto sessuale. A scoprire il corpo senza vita di Naomi sarebbe stata una sua amica, preoccupata.
Una donna trans* brasiliana di 35 anni è stata investita lo scorso 15 ottobre lungo la tangenziale a sud di Parma. L’omicida, in seguito all’arresto, avrebbe detto che “pensava fosse un animale”. Della donna, la stampa ha diffuso unicamente il nome all’anagrafe.
Chiara, 19 anni, era una ragazza trans*. Da anni era vittima di violenza, emarginazione e bullismo. Già due anni fa aveva chiesto aiuto al numero verde contro l’omotransfobia del Gay Center. Si è tolta la vita il 24 ottobre scorso, a Napoli, nella sua camera da letto.
Nel 2022 sono state 381 le persone vittime di transfobia in tutto il mondo: più di una persona trans* al giorno perde la vita per cause non naturali. Numeri a ribasso, perché di moltə non conosceremo mai la storia. L’Italia è al primo posto in Europa per vittime di transfobia.
Elios, Maudit, Morgana, Camilla, Cloe, Sasha, Naomi, Chiara. E altre. Le loro storie sono storie di persone invisibili, testimonianze di una politica e di una società che rende impossibile, per le persone trans*, vivere la propria vita con dignità, pienezza di diritto e libertà.
Le loro storie devono essere anche le nostre storie. Dobbiamo continuare raccontarle - con rabbia, dolore, e il cuore a pezzi. Dobbiamo raccontarle oggi, in occasione del #TDOR, e tutti gli altri giorni. Per non dimenticarle. Perché nessunə sia mai più invisibile.

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Oct 27
“A volte mi chiedo: cosa c’è di male? Io mi sento una donna, vorrei truccarmi, vestire al femminile. Vorrei avere più spazio, essere tranquilla… non avere paura. Non so più che fare, mi sento in un labirinto senza uscita.”

Chiara, ragazza trans di 19 anni, si è tolta la vita.
Chiara era una ragazza trans di 19 anni. Il 24 ottobre, a Napoli, si è tolta la vita nella sua stanza, mentre la mamma non era in casa. A darne la notizia, il servizio Gay Help Line (800.713.713), numero verde contro l’omobitransfobia che Chiara aveva già contattato due anni fa.
A un operatore di Gay Help Line, Chiara raccontò la violenza, il bullismo e l’emarginazione che subiva da tempo, dopo aver fatto coming out come ragazza transgender, al punto di dover lasciare la scuola. Chiara, però, continuava a essere offesa per strada, e non accettata a casa.
Read 5 tweets
Oct 26
Lo scorso 5 ottobre, Naomi Cabral è stata ritrovata senza vita in una camera d’albergo ad Ardea (Roma). Oggi, un uomo di 35 anni è stato arrestato con l’accusa di omicidio: avrebbe soffocato la donna.

Naomi, 47 anni di origini argentine, era una donna trans. Image
Il corpo della donna fu rinvenuto nel pomeriggio dello scorso 5 ottobre da una sua amica, allarmata dal fatto che Naomi non si fosse presentata a un appuntato che le due avevano quel giorno. Naomi era nuda sul letto, la porta della stanza era aperta. Era morta già da qualche ora.
L'evento destò parecchio scalpore nella provincia romana, date le circostanze sospette nelle quali fu rivenuto il corpo. Naomi, poi, non aveva molti amici nella zona: era una donna piuttosto solitaria, sulle sue, in pochi la conoscevano bene. Pare, inoltre, che si prostituisse.
Read 11 tweets
Oct 25
Un’amica, presente alla manifestazione di studenti e studentesse de La #Sapienza, mi manda questi video. Manganellate, colpi violentissimi contro persone disarmate. Lei sta bene. Il ragazzo nell’ultimo video, no.

L’antifascismo non è mai stato un pericolo. Il fascismo, sì.
Read 4 tweets
Sep 8
La settimana scorsa, un ragazzo di 28 anni originario del Pakistan si è tolto la vita all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) di Gradisca d’Isonzo, un’ora dopo il suo arrivo.

Dal 2019, 5 migranti si sono tolti la vita nella struttura-lager: un campo di morte.
I CPR sono luoghi di trattenimento di stranieri in attesa di espulsione. Sebbene dovrebbero garantite assistenza e dignità, la realtà è altra: i CPR sono luoghi disumani. Quello di Gradisca d'Isonzo, poi, lo è di più: persone costrette in gabbia, tutto il giorno, sempre.
Condizioni brutali: spazi ristretti, condizioni igieniche al limite, cibo di scarsa qualità, poche (inesistenti) ore d'aria. Molte persone trattenute ricorrono all'autolesionismo, pur di attirare l'attenzione e uscire momentaneamente. E, poi, c'è chi decide di togliersi la vita.
Read 11 tweets
Sep 5
Nell’ultimo anno, assieme ad un gruppo di psicologhe e di volontariə, sono stato in alcune scuole medie e superiori della mia città per parlare di comunità #LGBT+ e omotransfobia per il progetto “A scuola per conoscerci”.

Voglio raccontarvi la mia esperienza.
Iniziamo presentandoci: nome, età, pronomi. La psicologa spiega cosa fa parte della nostra identità: sesso, identità e ruolo di genere, orientamento sessuale. Cosa significa fare coming out. Cosa sono il bullismo, l’omofobia, l’isolamento sociale. Che è importante intervenire.
Poi la psicologa fa un passo indietro, la scena diventa mia e dellə altrə volontariə. Rispondiamo alle loro domande, anonime o meno, scritte su un pezzetto di carta o pronunciate a voce alta. È importante che loro sappiano che questo è uno spazio sicuro.
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Aug 25
Nella notte tra martedì e mercoledì, a Bologna, Alessandra Matteuzzi è stata uccisa a martellate dal suo ex, Giovanni Padovani.

Da giorni Alessandra viveva in uno stato di paura, dopo aver denunciato l’uomo per stalking, un mese fa. A nulla è valso: nessuno l’ha protetta.
Ci sono alcuni aspetti di questa storia sui quali è necessario riflettere. In primo luogo, la narrativa adottata da molte testate giornalistiche, che cadono nel solito tranello, sia o meno con intenzione: colpevolizzare la vittima e umanizzare il carnefice.
Di Alessandra si mostrano le foto in bikini, si raccontano i viaggi a Ibiza, l’amore per i social - poco o niente della sua professione, rappresentante vendite per uno show-room di abbigliamento. Di Padovani, l’assassino, si parla della sua carriera come calciatore ed ex-modello.
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