"I diritti civili e la libertà di espressione e di pensiero di poter scegliere il proprio credo sia una cosa inviolabile". Ieri sera al #CircolodeiMondiali (Rai1), Federico Bernardeschi è divenuto il primo calciatore italiano a parlare dei diritti umani dietro #Qatar2022.
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"È una cosa abominevole, quando si calpestano i diritti civili così il mondo dovrebbe insorgere e invece vediamo che ancora stiamo molto attenti a capire come dobbiamo esprimerci, non è così che si combattono queste battaglie".
"Ci sono persone che hanno combattuto per i diritti civili e noi nel 2022 siamo ancora qui a dirci sì o perché." ha concluso Bernardeschi. Il riferimento è ovviamente alla questione della fascia #OneLove e alla reazione di ieri della Germania.
Bernardeschi non è nuovo a prese di posizione politiche, dato che in passato ha parlato apertamente contro il razzismo e la violenza sulle donne, argomenti che il calcio italiano fa ancora molta fatica ad affrontare.
Giovedì sera, in occasione della partita col Brasile, esordio ai Mondiali di #Qatar2022, i giocatori della Serbia hanno esposto nello spogliatoio questa bandiera: si vede la mappa del Kosovo, con la scritta "Mai arrendersi" e i colori serbi.
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La questione del Kosovo è ancora molto sentita in Serbia, e in generale le tensioni tra i due paesi sono ancora oggi molto forti, soprattutto nel periodo più recente.
Tensioni che si riflettono bene anche nel calcio. La canzone di Ana Kokic "Mitrogol", una sorta di inno non ufficiale della Nazionale per i Mondiali, in mezzo a veri riferimenti calcistici inserisce anche la frase "Kosovo è Serbia".
Poco fa l'#Iran ha ottenuto una importantissima vittoria sul Galles, che gli apre le porte di una possibile prima qualificazione agli ottavi dei Mondiali. Mentre sugli spalti proseguono le proteste contro il governo di Teheran.
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La sicurezza dello stadio è intervenuta per impedire a questa tifosa di mostrare la maglietta per #MahsaAmini. Il Qatar è un importante alleato geopolitico dell'Iran.
Nella giornata di ieri, la #Danimarca ha annunciato, per voce del presidente della Federcalcio, la possibilità di uscire dalla FIFA per protesta contro le decisioni di Giani Infantino sulla fascia #OneLove ai Mondiali in Qatar.
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“Ci sono le elezioni presidenziali della FIFA. Ci sono 211 paesi nella FIFA e l'attuale presidente ha dichiarazioni di sostegno da 207 paesi. La Danimarca non è tra quei paesi" ha aggiunto.
Il dibattito su una possibile (clamorosa) uscita dalla FIFA avrebbe coinvolto innanzitutto le federazioni scandinave, ma ora ieri notte tutte le sette federcalcio coinvolte nella campagna #OneLove hanno discusso possibili azioni contro la FIFA.
John Fashanu, ex-attaccante del Wimbledon e della Nazionale inglese, si aggiunge alla troppo folta schiera di quelli che sostengono si debba "rispettare" la cultura omofoba del Qatar.
Le parole di Fashanu stanno facendo molto discutere, dato che è il fratello del compianto Justin Fashanu, primo calciatore a fare coming out come gay nel Regno Unito.
Il portiere della #Francia Hugo Lloris non indosserà la fascia da capitano arcobaleno a #Qatar2022: "Quando accogliamo gli stranieri, vogliamo che rispettino le nostre regole e la nostra cultura. Io farò lo stesso in Qatar: bisogna rispettare le regole del Paese ospitante".
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Lloris ha aggiunto di non essere insensibile sui diritti della comunità LGBTQ+, ma anche che "ci si aspetta troppo dai calciatori su questi argomenti". Le sue parole stanno comprensibilmente facendo discutere.
Il portiere e capitano della Francia si è detto dunque d'accordo con le posizioni espresse dal presidente della Federcalcio Noel Le Graet, che si era detto contro la campagna One Love.
E qui tocca infine all'intervista con Putagè a @RadioBandaLarga, per anticipare la presentazione di questo giovedì 17 novembre al Circolo ARCI Sud di #Torino.