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Dec 1 10 tweets 6 min read
#MondoBeatles By @DonPiricoddi con la collaborazione di @florabarral
@thebeatles #RubberSoul 1 parte
Grandi lavoratori i Beatles. Una gioventù vissuta con la chitarra in mano, in tour perenne sin dal 1960, i tempi dei lunghi ingaggi ad Amburgo…
look da teppistello e locali di quart’ordine, “fatti” di pasticche a suonare proto-punk tra marinai ubriachi, risse, guai con la polizia e puttane adescatrici. Poi la firma di un contratto con la EMI/Parlophone per un ruolino di marcia a dir poco impegnativo:
ogni anno due LP e un paio di singoli inediti, nei momenti di pausa (si fa per dire) tour in ogni parte del globo, poi apparizioni tv e radio, film, interviste, sessioni fotografiche, una giostra in moto perpetuo.
Rientrati dall’ennesimo estenuante tour degli States, preceduto in giugno dal mini tour europeo che li ha portati per la prima e unica volta in Italia con tre date a Milano, Genova e Roma, i Beatles entrano in studio nell’ottobre ’65 per le session di Rubber Soul.
A questo punto è già iniziato per i ragazzi quello che Lennon definirà il nuovo periodo di presa di coscienza.
Stimolati dal nuovo giochino delle droghe e dalla sempre più forte competizione con i nuovi astri del music business (Byrds, Beach Boys, Who, Stones),
eccitati dalla recente frequentazione degli ambienti underground della controcultura londinese, i ragazzi si allontanano quasi definitivamente dalla dimensione live per appropriarsi dello studio di registrazione.
E’ il periodo in cui mettono in minoranza i severi tecnici di studio della EMI (allora in austero camice bianco), ed entrano nella control room al fianco di George Martin curando personalmente l’itinerario da seguire. Inducono lo staff di Abbey Road a superare gli antiquati
limiti imposti dal regolamento, pretendono di saturare oltremisura i toni acuti delle chitarre di Nowhere Man e vi riescono, dopo le iniziali reticenze dei tecnici; l’introduzione del sitar in Norwegian Wood creerà parecchi grattacapi agli ingegneri del suono per i picchi
in rosso causati dall’imprevedibilità delle onde sonore dello strumento; provano a registrare il basso direttamente nella console senza passare dall’amplificatore; gli studi di Abbey Road diventano quindi un laboratorio artigianale nel quale anche l’umile operatore ai nastri
è chiamato a fare la sua parte spingendosi oltre i suoi limiti. Il laboratorio è sempre aperto, anche a notte fonda.
Continua domani con la seconda parte

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Dec 2
#ProgRock #ItalianRock #PannaFredda by @LorenzoManfro. Nell'invero del 1971 i Panna Fredda pubblicano per la Vedette Records il loro unico lp Uno. Il disco pubblicato con ritardo rispetto alla sua realizzazione non viene sostenuto dalla label e vende pochissimo Image
La band è composta da Angelo Giardinelli chitarra e voce, Lino Stopponi tastiere, Pasquale Cavallo basso e Roberto Balocco, batteria. In formazione diversa (vi era Giorgio Brandi che finirà nei Cugini di Campagna) il gruppo aveva inciso un paio di 45 giri nei mesi precedenti Image
Il disco non ha riscontro ed è poco ricordato. E' un buon disco di prog che forse ha nella poca originalità il proprio limite principale. Ma è ben suonato e sicuramente vi è energia che una produzione non ottimale non riesce a celare del tutto Image
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Dec 2
#MondoBeatles By @DonPiricoddi con la collaborazione di @florabarral
@thebeatles #RubberSoul 2 parte Image
L’iniziale Drive My Car è probabilmente la miglior apertura mai ascoltata su un disco dei Beatles fino a quel momento, profetica la frase di chitarra solista sulla quale si attorciglia il basso pesante prima dell’entrata della batteria di Starr, una traccia fortemente influenzata Image
dai ritmi soul del periodo; l’autore, McCartney, sfoggia la sua versatilità vocale sfruttando al meglio la neritudine del timbro rauco e acuto; il testo (con lo zampino di Lennon) è un riuscito pastiche di allusioni sessuali a partire dal titolo
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Dec 1
#LavocedelFollower by @FabioLisci su gentile richiesta di @ImBarbInterista #MichaelBuble @MichaelBuble
Michael Bublé , è un’artista da ammirare, perché con la voce che si ritrova, con il viso da bel tenebroso e un look alla moda, avrebbe tranquillamente potuto inseguire sogni
dorati nel mondo del pop. E invece la strada scelta aggira le melodie "facili" e i videoclip sexy. La sua musica omaggia Frank Sinatra, Bobby Darin, Ella Fitzgerald e Mills Brothers. Le origini di Michael Bublé sono italiane (ha la cittadinanza italiana): il nonno veneto di
Treviso, la nonna Yolanda di origini abruzzesi di Carrufo (AQ). Lui è nato il 9 settembre 1975, a Burnaby, British Columbia, nel Canada, diventa famoso all'inizio del 2000 per le sue canzoni, una combinazione di classici dell'era swing rielaborati, e ballate originali.
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Dec 1
#LaStoriaContrastatadelRock By @DonPiricoddi
@acdc
Stralcio intervista ad #AngusYoung
“Già quando avevo 13 o 14 anni la musica mi entusiasmava molto. Ricordo che a quei tempi dovevo aspettare che fossero le due di notte e, mentre ero a letto con la mia radiolina,
ascoltavo questo DJ americano che metteva musica rock. Mi svegliavo a quell’ora solo per lui.
Passava le novità del momento e ascoltai Jimi Hendrix, i Cream e band del genere. Poi iniziai a comprare album di Led Zeppelin e altri gruppi simili.
Quando ascoltai ‘Purple Haze‘ mi esaltai molto e mi domandai: ‘Dove trovo qualcosa di Hendrix?’. Andai in un’edicola per chiedere se avevano una rivista inglese, perché sapevo che lui viveva a Londra, e trovai questa piccola foto di lui con la chitarra e pensai:
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Nov 30
#SpazioNews #heavymetal #coversong #ABBA @AmberianDawn by @FabioLisci
La band finlandese Amberian Dawn pubblicherà un album di cover degli ABBA, intitolato “Take A Chance – A Metal Tribute to ABBA“, il 2 dicembre su etichetta  Napalm Records.
Questo è il lyric video di “Super Trouper“, brano estratto dall'album
Questi i precedenti singoli estratti:
“Gimme! Gimme! Gimme! (A Man After Midnight)”
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Nov 30
#SpazioNews #christinemcvie #fleetwoodmac @fleetwoodmac by redazione di @RockOthers
FLEETWOOD MAC. E' morta Christine McVie
La tastierista e cantante dei Fleetwood Mac, Christine McVie, dopo una breve malattia, è deceduta questa mattina all’età di 79 anni. Christine McVie
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