#23dicembre ieri ho parlato con un collega che stimo tanto. Mi ha detto: Maledetti Pacifisti è uscito a maggio ma oggi è più attuale che mai.
Mi sono emozionato per il complimento poi perô ho avuto la nausea perchè è triste avere ragione dopo 303 giorni di mattanza
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È triste pensare che c’è gente che gioisce della morte pur di fronte a 11 mesi di sofferenze inutili. È vomitevole pensare che se si fosse cercata pace da subito oggi non saremo qui a contar cadaveri. È assurdo vedere che c’è gente (formalmente titolata) che sdogana
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Sui giorbali ragionamenti da bar (dopo 2 bianchetti). Mi fa paura sentire concetti che ci proiettano fischiettando negli anni 20 del secolo scorso e vedere quanto il #PUB (lo scrissi a marzo) stia corrodendo la democrazia nel nostro Paese senza che dal mondo politico nessuno
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O quasi sollevi il problema. Del resto come si fa? È in possibile se la guerra ha unito destra e sinistra in un monoblocco politico, legittimando il conflitto come strumento politico (pur anticostituzionale) e l’impalcato novecentesco della nazione quello che il manifesto
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di Ventotene - oggi citato a capocchia - demoliva, Mi mette i brividi la marzializzazione dei valori per cui se sei debole (povero) devi spaccarti la schiena a raccogliere pomodori a 300km da casa senza fiatare, poi se resisti puoi salire di grado nella società
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e magari studiare. Non dico la storia ma le notizie recenti che arrivano dall’Afghanistan -archetipo dei conflitti contemporanei - dovrebbero farci capire quanto inutile e dannosa sia la guerra. Invece siamo qui a raccontarci il (falso) mito della nazione in armi che riscatta
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Le mollezze (=troppe libertà, restringiamole) dell’Occidente ridando virilità al nostro imborghesimento, baluardo della democrazia contro le dittature (ma solo quelle che ci stanno “ora” antipatiche). Insomma volevo avere torto quando ho scritto Maledetti Pacifisti ma non è
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andata cosî. Aver avuto ragione mi ha portato non poche “seccature” (e non sono finite). L’unica grande soddisfazione è aver conosciuto un popolo in giro per🇮🇹
persone diversissime tra loro che chiedono pace, progresso, giustizia sociale
Vi voglio bene
Auguri 8/8
Un thread sullo stato di certo giornalismo italiano (che si riflette sui social).
Ieri ho pubblicato un articolo esclusivo del WP secondo cui i servizi occidentali mesi dopo l'esplosione dei gasdotti non hanno raccolto prove sulla responsabilità russa.
1 washingtonpost.com/national-secur…
Quella stessa responsabilità russa che secondo diversi governi/autorità occidentali era fuor di dubbio già poco dopo la notizia dei danneggiamenti.
Insomma materia per interrogarsi su come siano state lanciate quelle accuse, con quale senso di irresponsabilità politica
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visto che non hanno fatto altro che inasprire la narrazione bellicista e il clima sfavorevole alla pace, scopriamo oggi senza prove.
Facevo anche notare che non era logico che Russia facesse esplodere un suo assettat strategico per giunta quando stava guadagnando come non mai.
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#28novembre la libertà di stampa in Italia non ha mai goduto di ottima salute (posizione 58, tra Macedonia e Niger, nel Press Freedom Index) ma negli ultimi dieci mesi sono accadute cose da brividi. Da ultimo la violazione del principio chiave del giornalismo, la tutela
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della fonti, con l'azione giudiziaria contro @reportrai3 per aver diffuso un video girato in un luogo pubblico con due personaggi pubblici. Fantastico.
Prima però, nel clima creato dal #PUB, abbiamo visto liste di proscrizione di giornalisti presentate in Parlamento,
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visto sulla prima pagina del primo quotidiano italiano la pubblicazione dei fotosegnalati perchè quinta colonna russa in Italia (dossier dei servizi, ah no...i servizi dicono di no), letto interrogazioni parlamentari in cui i politici di fatto dicevano ai giornalisti
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#25novembre mi sconvolge l’incapacità e/o la non volontà di tanti opinionisti con l’elmetto e degli adoratori dell’idolo della guerra, di riflettere sulla spirale nella quale si sono infilati. Ai primi di settembre davano la guerra per finita, con la rotta di Kharkiv poi
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hanno messo il fiocco all’esplosione su un ponte definendolo regalo per compleanno Putin, ancora si sono commossi per il ritiro da Kherson. In termini di pensiero (scusatemi se uso delle categorie e non mi abbandono alla rissa social) credono nella guerra come soluzione perché
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credono nella vittoria. È un errore colossale frutto di ignoranza, malafede, tifo, interessi piccoli e grandi, fragilità personali che si illudono di nascondere facendo garrire il vessillo bellico. La strada che hanno scelto è la stessa che ha portato oggi l’Ucraina
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#19novembre “non vi dimenticheremo” abbiamo detto a settembre del 2021 riferendoci agli afghani. Non è stato così. L’Occidente se n’è fregato.
Ci sono peró degli italiani che non si sono arresi all’oblio. Datemi una mano a sostenerli. Il Wakan Project nasce al CAI di Verona. 1/5
Un gruppo di scalatori e scialpinisti ha cominciato a frequentare il “corridoio” (ve ne parlo dopo) per affrontarne i picchi ma si è lasciato qualcosa dietro: ha formato alcuni locali come guide e portatori. Negli anni dei miliardi per la ricostruzione sprecati, un aiuto
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piccolo ma significativo a sviluppo e pace. Finito tutto con il ritorno dei taleb.
Il “Wakan Project” ora si sta concentrando su portare fuori dal Paese i portatori e le loro famiglie. Se volete sostenerli. Potete farlo qui 👇 Ne vale la pena 3/5 wakhanproject.org/come-contribui…
#17novembre da mesi dico e scrivo che non c’è soluzione militare alla #guerra: l’Ucraina non puó vincere, la Russia non puó perdere. Poche ore fa, il vertice delle forze armate americane ha detto qualcosa di molto simile ( nei giorni scorsi aveva già parlato di negoziati👇)
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È una presa di coscienza sempre più diffusa negli Usa come ci segnala editoriale WP
Usa hanno altre priorità strategico-politiche e non vogliono ritrovarsi in un conflitto dove il rischio di escalation è quotidiano come insegnano i fatti polacchi 👇
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Da mesi (le tantissime persone che hanno partecipato alle presentazioni di Maledetti Pacifisti lo sanno bene) dico che l’Occidente sta dopando l’Ucraina, facendogli credere che la sosterremmo ad oltranza. L’Occidente invece risolve i problemi irrisolvibili con l’oblio
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Le lezioni tristi di questo tragico episodio in #Polonia 1) delle vittime civili non è fregato a nessuno 2) le armi, i sistemi di difesa e gli operatori che li usano sono ormai sollevati da qualsiasi responsabilità se sono, per noi, i “buoni” 3) le armi e i sistemi di difesa
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Sono ormai definitivamente sdoganati, se ne parla come qualcosa di buono (strumenti di morte? no! massacrano pur sempre i cattivi) 4) Le balle dei buoni sono sempre giuste 5) Gli opinionisti con l’elmetto e il PUB non hanno frenato nemmeno davanti allo scenario peggiore
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quello di un conflitto tra Nato e Russia (cioè la fine del mondo) 6) Gli stessi che criticavano un certo ministro degli interni per la sua idea pericolosa di legittima difesa oggi lo applicano alla geopolitica 7) Il tifo da stadio è ormai il paradigma dei dotti per la guerra
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