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Jan 19 16 tweets 7 min read
#MondoBeatles By @DonPiricoddi con la collaborazione di @florabarral
@thebeatles Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band
1° parte
NO! QUESTA NON E' LA SOLITA RECENSIONE SUL SERGEANT PEPPER!
Mi sembra giusto avvertirvi anticipatamente, perchè so che esistono già una decina di recensioni. Quello che dirò in questa però è totalmente diverso da tutto quello che avete letto già.
Almeno per me è così, se non lo sarà per voi potrete sfogarvi tranquillamente nei commenti. Accetto anche insulti pesanti.
Fatta questa piccola premessa di carattere personale, ne faccio un altra che riguarda l'opera: Il Sgt Pepper è sicuramente l'album più incompreso
della storia del Rock e del Pop. E ora vi spiego perchè. Siamo nel 1967. Un caldo e afoso Giugno per la precisione: siamo totalmente immersi nella cosiddetta "Summer Of Love". Tra i ripiani dei negozi di dischi ne spunta fuori uno con una copertina tutta colorata e sovraffollata.
E' l'ottavo disco dei Beatles, che verrà unanimemente considerato la "bibbia" di questa estate d'amore. Almeno apparentemente, dico io.
Ora vi chiedo di spostarci temporalmente qualche mese. Siamo a settembre del 1968 e tra gli stessi ripiani di quei negozi spunta un disco
che assomiglia molto al Sergente. Ma quando si va ad ascoltarlo si capisce che è una spudorata parodia di questo e di tutto il "Flower Power": è We're Only in It for the Money, di Frank Zappa. Una critica ironica allo stile di vita e alla filosofia Hippy.
"Una cosa nuova, originale, non omologata come il Sgt Pepper, che ha saputo ben sfruttare la moda di quel periodo" pensano i critici più cervelluti. E io rispondo "No, no. Sbagliate di grosso. Perchè c'è già stato qualcuno che prima di Zappa ha parodiato in modo molto
più dissacrante la "Summer of Love". E sono stati i Beatles stessi!"
Si! Tutti pensano che questo disco sia la culla della filosofia Hippy. Io credo invece che sia esattamente il contrario: la vera parodia del "Flower Power" è proprio Sgt Pepper Lonely Hearts Club Band.
Ma analizziamone per bene i contenuti.
Innanzitutto, si capisce benissimo che tutto l'insieme dell'idea (costruirsi degli alter ego, vestirsi in quel modo stravagante, fare una copertina così ricca e piena, ma in realtà così vuota di emozioni, far si che l'album sia un concerto,
non dei Beatles, ma di questa band sconosciuta dal nome impossibile) ha un chiaro intento ironico e parodistico.
La Title-Track che apre l'album ne è la presentazione più evidente: Il nostro Macca ha sempre ammesso di voler parodiare le band californiane,
che avevano tutte questi nomi impronunciabili e lunghissimi. Inoltre la stessa struttura della canzone è alquanto ironica e molto "alla Zappa": si apre con un rock riffettaro e duro, per poi sfociare in una musica da banda di paese.
Se Zappa avrebbe fatto qualcosa del genere gli si sarebbe dato del genio. Ma siccome sono I Beatles, sono commerciali.
La band presenta il cantante, Billy Shears (guarda caso interpretato da Ringo! Ditemi che questa non è parodia, dai!) che canta la strafamosa
With a Little Help From My Friends: una dura critica, ma ironica, hai cantanti e ai musicisti che per fare bene il loro lavoro necessitavano di un piccolo aiuto delle droghe, cioè di un piccolo aiuto dai propri amici.
Collegata a questa c'è Lucy in the Sky with Diamonds, divertente parodia delle visioni allucinate indotte dall'LSD (è evidente che sia una parodia, dato che le immagini sono troppo "alla Lewis Carrol". Cosa che non si trova nei brani psichedelici di Barret, perchè sono seri.)
La quarta traccia, Getting Better, è forse la più emblematica e rappresenta al meglio l'idea dell'album.
Continua Domani con la seconda parte

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