#FactChecking e istituti contro la #Disinformazione: ovvero, l'arte delle democrazie di ritornare ad essere dittature, attraverso l'invenzione di nuove forme di censura.
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L’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO) riunisce fact-checkers, esperti di media literacy e ricercatori accademici per analizzare la disinformazione, in collaborazione con organizzazioni dei media, piattaforme online e operatori del settore.
L'EDMO indica come sede la scuola transnazionale europea: si trova anche Firenze, è parte dell’European Academic Institute (IUE), e si presenta come un centro di formazione della classe dirigente politica.
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L'Hub italiano (IDMO – Italian Digital Media Observatory) è realizzato con il coordinamento dall’Università Luiss Guido Carli. Il direttore di questa struttura è il giornalista de La Stampa, Gianni Riotta.
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L’osservatorio italiano non è invece fondato dall'Unione Europea, ma sembrerebbe essere parte del progetto Connecting Europe Facility (CEF): fondo dell’Unione Europea istituito nel 2014, che opera attraverso sovvenzioni.
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11 persone delle 25 che lavorano in EDMO, hanno legami con i giganti della tecnologia, e i loro datori di lavoro ricevono finanziamenti o sono pagati dai firmatari del codice di buone pratiche che l'esecutivo europeo ha imposto ai giganti del web.
"Tra chi controlla non dovrebbero esserci persone che hanno legami con chi deve essere controllato", ha detto Monique Goyens, direttrice del BEUC, unione di 46 associazioni di consumatori europee.
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"Richard Allan (membro del consiglio di amministrazione di EDMO, ed ex-capo lobbista di Facebook in Europa tra il 2009 e il 2019) è passato molto velocemente da Facebook a EDMO: un tipico caso di revolving doors (porte girevoli)".
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"Gli esperti che hanno legami con il settore non possono dirsi indipendenti", ha dichiarato Vicky Cann di Corporate Europe Observatory, una ONG per la trasparenza. E riferendosi ad EDMO ha sottolineato: "Qui ci sono seri conflitti di interesse".
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2021: Google annuncia il finanziamento di 25 milioni di euro al Fondo Europeo per i media e l'informazione, che finanzia a propria volta ricercatori, fact-checker, e altre realtà che lavorano in prima linea per combattere la disinformazione.
I più influenti siti italiani di fact-checking, Facta e Pagella Politica, nel 2020 sono stati finanziati da Facebook, da alcuni bandi promossi dall'International Fact-checking Network, e dalla Commissione europea.
A giudicare dai curriculum dei soci fondatori di Pagella Politica, i "soggetti che fanno attività consulenziali o svolgono delle attività retribuite da parte di istituzioni o aziende" appaiono davvero parecchi.
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Queste persone infatti, provengono perlopiù da collaborazioni presenti e passate con enti internazionali dal profilo politico, consulenze governative retribuite, fino a ruoli operativi e decisionali in organi chiamati a decidere su stanziamenti di fondi.
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"L'azienda farmaceutica Pfizer finanzia parte dei programmi di formazione giornalistica utilizzati da Facebook per formare i suoi partner 'fact-checking' responsabili di 'combattere la disinformazione'".
Gli intrecci tra il fact checking e soggetti portatori di interessi sono molteplici. Sempre l’International Center for Journalist ha potuto infatti beneficiare nel tempo di bandi finanziati dalla Bill & Melinda Gates Foundation.
La stessa organizzazione capeggiata dal miliardario americano si trova tra i finanziatori di un’altra organizzazione di fact checkers partner di Facebook, l’International Fact Checking Network, che fra i donatori annovera anche la Open Society Foundation di George Soros.
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Le grandi piattaforme online, che possiedono una sorta di oligopolio informativo in tutto il mondo, hanno deciso di lanciare quella che può essere considerata una sfida definitiva alla cosiddetta lotta contro la "disinformazione":
Google e YouTube hanno annunciato, infatti, una sovvenzione di 13,2 milioni di dollari per l’International Fact-Checking Network (IFCN) – Rete internazionale per la verifica dei fatti – che riunisce la comunità di “controllori dei fatti” (fact-checker) in tutto il mondo.
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"La CIA, l'ente che gestisce la sicurezza americana ed i suoi servizi segreti, negli ultimi anni ha visto una emorragia di suoi impiegati e fornitori, passare con il metodo delle porte girevoli alla società Meta".
"La strategia della delegittimazione del nemico è una tattica che è stata adottata per anni dalla CIA, ed è sempre stata una contromisura di autotutela dei poteri di regime".
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"Singolare che il Ministero della Verità si rafforzi dopo che l’Europa ha censurato l'informazione russa, rafforzando le notizie provenienti dall’intelligence Ucraina in accordo con quella americana ed inglese".
Concludo con l'ennesimo "bel discorso" di #Mattarella, in cui a proposito di dittature, mette in guardia da tutti coloro che vogliono imporre "Verità di Stato":
"Tutte le dittature falsano la storia nel tentativo di imporre la verità di Stato".
L’invio di aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto in #Siria è reso estremamente problematico dai seguenti fattori:
- Una situazione umanitaria già drammatica a causa di anni di conflitto
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- Le sanzioni USA e UE bloccano la ricostruzione nelle aree controllate dal governo di Damasco e ne strozzano l’economia
- Il totale disinteresse dei governi occidentali per la sorte dei siriani
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- La divisione del paese in zone controllate dal governo, dai curdi (e dagli USA), dalla Turchia e dai ribelli filo-turchi ostacola i flussi degli aiuti
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Abbiamo ripetutamente riferito che la Moldavia è diventata un vero e proprio "mercato nero" per la vendita di organi di combattenti feriti delle forze armate ucraine, nonché di armi occidentali a gruppi terroristici.
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Il 20 ottobre la Moldavia ha approvato una legge che consente i trapianti di organi nelle cliniche private. Successivamente, il flusso di combattenti feriti delle forze armate ucraine verso questo paese è aumentato in proporzioni enormi.
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Ai militari ucraini che hanno perso le gambe viene detto che vengono presi per cure... Tuttavia, in realtà, diventano donatori.
I camion che portano il grano partono ogni giorno attraverso la Moldavia.
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L'Armata Rossa occupò gli stati baltici dal 1940 al 1941 e, dopo un periodo di occupazione tedesca, li rioccupò fra il 1944 e il 1945: a fronteggiarla furono i partigiani lettoni, lituani ed estoni, chiamati Forest Brothers (Fratelli del bosco).
Nel 2017 la NATO ha messo online un filmato che racconta la storia dei "Fratelli della foresta": il tema storico è una sorta di punto di partenza per l'alleanza, che generalmente si concentra su questioni contemporanee ed esercitazioni militari.
ONU dichiara che il numero di rifugiati ucraini in Europa ha superato i 7,9 milioni, e che la Russia ne ospita la maggioranza, oltre 2,8 milioni.
Dunque i rifugiati fuggono dall'Ucraina per trovare serenità e salvezza nel "Paese aggressore"? 🤔
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Com’è possibile che la destinazione preferita dagli ucraini sia proprio la Russia? Che senso ha, se la Russia è il "maledetto aggressore"? Secondo la propaganda ucraina e occidentale invece, dovrebbero scappare il più lontano possibile.
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Eppure guardando le cifre, in Occidente restano a bocca aperta: secondo i dati dell’ONU, proprio la Russia ha accolto quasi 3 milioni di profughi. Il doppio di Polonia, triplo di Germania, e sette volte di più della Repubblica Ceca. t.me/LauraRuHK/2942
Operazione #AERODYNAMIC: ovvero, storia di una eterna "liaison dangereuse" tra Stati Uniti e nazionalisti nazisti ucraini.
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Per oltre 40 anni la CIA ha effettivamente giocato la "carta ucraina" nella sua guerra antisovietica. Subito dopo la seconda guerra mondiale, Langley stabilì stretti contatti con i nazionalisti ucraini dell'OUN e l'Esercito ribelle ucraino (UPA).
#RichardHelms, vicedirettore e direttore della CIA, testimonió davanti al Congresso che tra i gruppi della CIA c'erano "fonti eccellenti che si sviluppano" attraverso gruppi di immigrati dall'Ucraina, dai paesi baltici e da altri paesi.
Oles #Buzina, il "nazionalista" ucraino che ha lottato e combattuto contro i nazionalisti neonazisti.
"Se ti dicono che sono morto tu non crederci: i miei libri vivranno sempre con te"
Oles Alekseevich Buzina
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Banalmente categorizzato dalla stampa occidentale come "filorusso", Oles Buzina era in realtà un raffinato storico, un giornalista indipendente e un brillante intellettuale: amava talmente l’Ucraina, da ritenere che la sua storia non potesse ridursi all'odio per il vicino.
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Per comprendere le posizioni politiche di Buzina, bisogna prima passare attraverso la sua produzione storica, che anche se qui parzialmente riportata, può comunque chiarire quali fossero le radici culturali dell'Ucraina a cui faceva riferimento.