#Ucraina: questo servizio di Lorenzo Cremonesi del @corriere dal monastero Pechersk #Lavra di #Kiev sta sollevando molte polemiche. Ecco le mie osservazioni. 👇
1/8 Al di là di alcune alcune inesattezze (oggi non esiste un “#Patriarcato di #Kiev”, la Chiesa ortodossa #ucraina non è “filo-#Mosca” perché se ne è staccata nel maggio 2022, il metropolita #Pavel non è formalmente accusato di essere “agente di Mosca”);
2/8 al di là del mancato rispetto della libertà di culto, fondamento di ogni democrazia, da parte del governo #Zelensky, presentato in Occidente come il difensore dei valori europei;
3/8 al di là del fatto che non si può escludere che, nonostante le prese di posizione anti-russe del metropolita #Onofrio, qualche religioso della Chiesa ortodossa #ucraina abbia mantenuto contatti con il #Patriarcato di #Mosca;
4/8 io penso sia corretto dare ai lettori tutti gli elementi della storia. Dicendo per esempio che cosa sono le bandiere rosso-nere sventolate dai giovani attivisti davanti al monastero Pechersk #Lavra di #Kiev.
5/8 La bandiera rosso-nera fu adottata, a partire dai primi anni Quaranta, dall’#Upa, l’ala paramilitare dell’#Oun, l'Organizzazione dei #nazionalisti#ucraini nata nel 1929 rifacendosi al fascismo italiano. Dopo il patto Molotov-von Ribbentrop, il movimento si scisse in due.
6/8 L’ala rivoluzionaria, #Oun-B, era guidata da un controverso personaggio il cui fantasma è ancor oggi al centro della vita politica #ucraina: Stepan #Bandera.
Il 30 giugno 1941, all'arrivo delle truppe naziste, Bandera dichiarò uno Stato indipendente ucraino.
7/8 E l’#Oun-B partecipò alla nascita del battaglione #Nachtigall, composto da volontari #ucraini sotto il comando #nazista, che si macchiò di atroci crimini contro le minoranze. Emblematico quanto avvenne a #Vinnitsa, città dell'Ucraina centrale nell’estate 1941.
8/8 Il reparto #SS Einsatzgruppe D e i collaborazionisti ucraini trucidarono migliaia di #ebrei gettandoli poi nelle fosse comuni. L'ultimo rimasto in vita venne immortalato, prima di esser giustiziato, in una fotografia tristemente nota come «L’ultimo ebreo di #Vinnitsa».
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