Thread by @_Nico_Piro_

#14maggio la visita di Zelensky a Roma arriva in un momento cruciale scrive il @nytimes
Dalle dichiarazioni pubbliche (di cosa è accaduto in privato lo sapremo forse in futuro) appare chiaro che ad un metaforico bivio romano ci siamo ulteriormente
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nytimes.com/2023/05/13/wor…

incamminati verso la guerra rinunciando alle opzioni di pace (quelle del Papa). Il tour europeo di Zelensky è per serrare le fila degli alleati e incassare nuovo supporto militare. Tra Zelensky e il Papa (@nelloscavo ricostruisce lo scenario) le cose non
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avvenire.it/mondo/Pagine/d…

sono andate chiaramente bene (il bivio della pace appunto) stando alle dichiarazioni del presidente ucraino così sintetizzabili “gli ho chiesto di condannare i crimini russi in Ucraina, perché non ci può essere uguaglianza tra la vittima e l’aggressore”
“la guerra è in Ucraina,
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quindi il piano di pace deve essere dell’Ucraina”. Ed ancora “noi non abbiamo bisogno di un mediatore fra Ucraina e uno Stato aggressore. Non si può fare una mediazione con Putin. Vogliamo una pace giusta per l’Ucraina, quindi invitiamo il pontefice a lavorare al nostro piano”
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Un punto sull’incontro lo trovate qui👇Conclusioni: l’Ucraina continua a puntare tutto sull’estate e cioè sulla speranza di dimostrare di poter vincere una guerra destinata a durare anni.
Ricordiamo che nella fuga di documenti classificati USA compare
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ilmanifesto.it/sulla-pace-pos…

chiara la previsione del Pentagono secondo cui l’Ucraina non avrà grandi riconquiste territoriali nella controffensiva (che se è cominciata lo è solo a livello di diversivi e ricognizione).
Quali fattori stanno pesando sulle scelte di Zelensky? Molti, mi limiterei a due.
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In primis l’arrivo degli storm shadow, i missili UK a lunga gittata (300km) adattati per l’uso sui caccia sovietici di Kiev. Potrebbero già essere stati usati nel colpire il deposito di petrolio di Lugansk.
Sono stati consegnati senza il caveat americano: non potete colpire
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in territorio russo per esempio a Rostov o Belgorod. In secondo luogo c’è una prospettiva politica da considerare che la retorica bellicista non ci fa vedere: Zelensky è un presidente di guerra non di pace. Intendo dire che se è diventato un gigante nel rappresentare istanze
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https://twitter.com/apmassaro3/status/1656625664357744640

di resistenza dell’Ucraina all’invasione, difficilmente reggerà al momento della pace, delle intese, del cessate il fuoco o di quello che accadrà. E il suo ruolo gli è evidentemente chiaro.
A proposito di coincidenze, dopo l’arrivo degli Storm S, il WP
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washingtonpost.com/world/2023/05/…

pubblica un pezzo dai documenti classificati che racconta di intercettazioni (si gli Usa intercettano anche Zelensky) in cui parla di far esplodere l’oleodotto russo che serve l’Ungheria, occupare villaggi russi oltre confine, colpire obiettivi in territorio russo.
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L’esatto opposto di quello che (pur tra un tira e molla) gli Usa gli chiedono: difendere il proprio territorio ma evitare l’escalation.
“They reveal a leader with aggressive instincts that sharply contrast with his public-facing image as the calm and stoic 11

statesman weathering Russia’s brutal onslaught”
Premesso che dare armi sempre più potenti cercando di prevenire l’escalation è un paradosso in sé, l’utilizzo di missili a lungo raggio (gli Himars forniti sin’ora hanno 70km di gittata e i russi hanno già spostato a 100km
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i loro hub logistici) rappresenta un passo ulteriore verso il baratro della guerra totale.
E a proposito dei danni (non materiali) di conflitti prolungati il WSJ racconta la storia del SEAL Dan Swift.
”Ci insegnano ad andare in guerra non a tornare a casa”
wsj.com/articles/navy-…