#28maggio Sta cominciando la controffensiva #ucraina? Non lo sappiamo. È certo è che, oggi più che mai, dobbiamo chiedere alla politica un piano b che chiaramente manca, complici il #PUB e gli opinionisti con l’elmetto, in breve la narrazione di #guerra e di #vittoria
Un 🧵
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Basta prendere i tweet del più stretto consigliere di Zelensky degli ultimi 3 giorni👇 (quelli in cui tra Brasile, Cina e Papa la macchina della pace sembrava aver preso l’abbrivio) per capire che l’Ucraina punta tutto sulla guerra. Giusto? Sbagliato? Non è il punto
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Il punto sono le future conseguenze politiche delle scelte di oggi. Prima o poi partirà l’offensiva di primavera (ormai diventata estiva). Al suo successo (vedi fuga di notizie) non credono nemmeno gli Usa. Riuscirà l’Ucraina a riprendersi quote importanti di territorio?
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A ottobre (quando piogge e fango rallenteranno le manovre) guardando a questa mappa 👇quanto la troveremo cambiata?
E che conseguenze ne trarremo?
Se l’Ucraina avrà riconquistato terreno è chiaro che avrà credibilità per chiedere agli alleati
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altri soldi e altre armi, in pratica almeno un altro anno di guerra (un inverno di preparazione e una nuova primavera estate di combattimenti).
Il secondo scenario è quello di un perdurante stallo (mappa invariata) e/o persino di un miglioramento delle posizioni russe.
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Ora se nulla dovesse cambiare nella mappa la politica e l’informazione italiana/occidentale cosa faranno? L’impressione è che tutto sia appiattito sul tifo per la guerra d’estate e che non esista un piano, un ragionamento politico, sul secondo scenario.
Se la guerra d’estate
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dovesse rivelarsi infruttuosa (mappa invariata) l’Occidente continuerà a investire su questo conflitto tra armi, finanziamenti, sanzioni e scelte economiche conseguenti?
Siamo nell’epoca dell’afghanizzazione (“eternalizzazione”) dei conflitti, un destino che il Donbass
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Frequenta dal 2014. Obama diede ai suoi generali tre anni per la vittoria in afghanistan, Gorbaciov fece qualcosa del genere (senza renderlo pubblica come fece, criticatissimo, Obama). Per la politica e l’informazione occidentale invece la guerra in Ucraina è sempre e solo
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un eterno oggi, tra tifo e rinuncia al senso critico. Ecco che cominci (come sembrava facessero capire gli ucraini ieri) o meno l’offensiva, il punto è politico per l’Italia e l’occidente: a quali condizioni stiamo vincolando il nostro sostegno? Sino a quando lo garantiremo?
9/12
Qual è l’alternativa se sul campo non dovesse cambiare nulla? Sono chiare le conseguenze negative sui nostri apparati diplomatici delle attuali scelte politico-militari?
Io vedo in grande vuoto. Per una volta non uso la parola “bandita”, pace. È un vuoto di politica
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È un vuoto di pianificazione e di previsione. Riempito solo dal tifo e dalla gara a mostrarsi più atlantista dell’atlante (geografico). Se la mappa non sarà cambiata ad ottobre cosa faranno gli alleati? Un piano b sarebbe doveroso, in primis per l’Ucraina.
11/12
Anche in Afghanistan saremmo dovuti restare fino alla vittoria.
Invece l’Occidente ha riconfermato sua regola aurea: i problemi irrisolvibili si risolvono con l’oblio
Porre condizioni e termini allo sforzo bellico non è “roba da pacifisti”. È ragionevole, giusto e urgente
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#23maggio i russi hanno vinto a Bakhmut. Immagini @nytimes dovrebbero andare in un museo della pace
Raccontano bene cosa sia la vittoria (fantasma che tutti vogliono abbracciare) in una guerra, in particolare in una guerra d’attrito: macerie, morte
1/16 nytimes.com/2023/05/22/wor…
Che cosa significa la presa di questo pugno di macerie? Partiamo dal tema sul quale tento spesso di riflettere: la narrazione. Per mesi l’Ucraina ha detto che si trattava di un obiettivo non strategico, di russi disperatamente alla ricerca di una vittoria “purchè sia”
2/16
La stampa e gli analisti (non solo italiani) hanno rilanciato questo punto di vista. Preciso che è fisio-logico che le parti in guerra usino le bugie come arma. È assurdo però che l’informazione acriticamente accetti l’esistenza di un campo della verità e di uno della bugia.
3/16
#22maggio se si guarda ai numeri gli F16 all’Ucraina non avranno grande impatto nei cieli. Sono pochi, in pratica sostituiscono materiale perso in combattimento
La loro fornitura rappresenta peró una svolta pericolosa sul piano del coinvolgimento occidentale. Ecco perché
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Si parla molto di addestramento dei piloti ucraini, i quali però sin dal loro viaggio dell’estate scorsa a Washington dicono di essere gia pronti (non è da escludere che siano già stati addestrati in segreto). Il vero punto a mio avviso è la manutenzione. L’aviazione Ucraina
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è di scuola sovietica e usa materiale sovietico. Parliamo di ingegneria basata sulla semplicità per affrontare l’impatto del clima (dal ghiaccio al deserto) e per poter essere distribuita a partner anche in Paesi a bassa scolarizzazione e tecnologia. L’industria bellica Usa
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#14maggio la visita di Zelensky a Roma arriva in un momento cruciale scrive il @nytimes
Dalle dichiarazioni pubbliche (di cosa è accaduto in privato lo sapremo forse in futuro) appare chiaro che ad un metaforico bivio romano ci siamo ulteriormente
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incamminati verso la guerra rinunciando alle opzioni di pace (quelle del Papa). Il tour europeo di Zelensky è per serrare le fila degli alleati e incassare nuovo supporto militare. Tra Zelensky e il Papa (@nelloscavo ricostruisce lo scenario) le cose non
2 avvenire.it/mondo/Pagine/d…
sono andate chiaramente bene (il bivio della pace appunto) stando alle dichiarazioni del presidente ucraino così sintetizzabili “gli ho chiesto di condannare i crimini russi in Ucraina, perché non ci può essere uguaglianza tra la vittima e l’aggressore”
“la guerra è in Ucraina,
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#30aprile ho analizzato l'ormai famigerata intervista a @ellyesse su @vogue_italia se allacciate cinture di sicurezza ve la racconto in un lungo thread. Se però volete fare da soli, ecco l'intervista che al solito tanti hanno commentato e pochi letto
1/25 vogue.it/article/elly-s…
L'intervista è di 3764 parole (incluse didascalie foto) di queste 45 dedicate alla risposta sul power dressing (da cui la cit dell'amicromia che ha fatto titolo ovunque).
1/80 dell'intervista. 293 caratteri spazi inclusi su 23749
Voi direte beh magari nel resto
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dell'intervista non dirà nulla di interessante. Falso. @vogue_italia ha ottenuto quell'intervista a tutto campo che tanti colleghi (come capita in questi casi) hanno presumibilmente inseguito per settimane.
La Schelin parla di Musica, Leader politici di riferimento,
3/25
Per capire a cosa assomigli battaglia dì Bakhmut si veda “niente di nuovo sul fronte occidentale” e si ascolti podcast linkato al 12/12
Capire invece perchè da mesi si combatta a Bakhmut (un tempo città da 70k abitanti) resta ancora molto difficile.
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Per mesi gli ucraini (e il coro occidentale) l’hanno definita una battaglia senza valore strategico, il segno del disperato bisogno russo di una vittoria, per poi di recente cambiare versione l. A mio avviso per i russi Bakhmut è un passaggio chiave per raggiungere
2/12
un obiettivo bellico cruciale: allontanare il fronte dall’aeroporto di Donetsk (l’ho detto più volte) con inserimenti sulle vie di comunicazione stradale e ferroviarie accessibili una volta presa Bakhmut. Quello che non mi è chiaro (ma il tempo ci aiuterà a capire) è perchè
4/12
#5aprile il lavoro dell’inviato è stare in mezzo ai fatti e provare a capirli, fuori dai preconcetti. Questi giorni con il popolo di Trump mi hanno rafforzato in una convinzione: i supporter del palazzinaro sono migliori del loro idolo e incarnano un problema politico chiave
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Di solito vengono descritti come cospirazionisti, bigotti, razzisti, ignoranti. Li frequento dal 2016, sono stato con loro in saloon anti covid, fiere del bestiame, “sagre” delle armi.
Non sono intellettuali del secolo breve nè neomarxisti. Ma non sono nemmeno quel basket
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Of deplorables come li chiamava Hillary. Sono classe media impoverita e working class che sa che non potrà dare ai propri figli/nipoti quello che era stato dato loro dai propri genitori: l’avanzamento sociale.
È gente con cui la sinistra non riesce più a parlare da anni,
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