Dopo l'Ilva l'ennesimo balletto del M5S su Tap. Insomma, per i grillini è un altro "delitto perfetto": "Quelli di prima hanno fatto in modo da blindare un'opera che per me non è strategica", dice Luigi Di Maio giustificandosi per il mancato rispetto delle promesse elettorali. 1/5
È una giustificazione che non serve a nulla. Non è importante se su Tap ci sia una "penale" o un "risarcimento", se fosse un segreto o no. Per la storia e i princìpi del M5s non si tratta neppure di vedere se Di Maio e Lezzi sapessero o meno, se sono in buona o in malafede. 2/5
C'è un precedente analogo che dovrebbe indirizzare l'etica e l'azione dei "portavoce", l'inceneritore di Parma. Anche in quel caso il M5S aveva promesso lo stop, ma Pizzarotti non era riuscito a mantenere la parola. Di Maio e Lezzi sono nella stessa condizione di Pizzarotti. 3/5
Come dovrebbe comportarsi un eletto del M5s in una situazione del genere? Deve dimettersi. Lo spiegò Gianroberto Casaleggio intervistato dal Fatto quotidiano: "Nei confronti dei cittadini hai degli impegni. Gli impegni sono di una condotta lineare all’interno del movimento". 4/5
"Pacta sunt servanda – disse Casaleggio – Se prendo l’impegno di chiudere un inceneritore o lo chiudo o vado a casa". E se uno ci ha provato? "Il discorso è molto semplice: tu vieni eletto per fare una cosa, non ci riesci. Ne prendi atto. Non è mica detto che sia colpa tua". 5/5
La linea era chiara. Il M5s ha preso tanti voti per le promesse ma anche per un nuovo metodo. Ora tradisce entrambi. Certo, ai tempi di Gianroberto ogni dimissione/espulsione non significava 300 euro al mese in meno per Rousseau. Il figlio Davide risponde a incentivi diversi. 6/6
Ho fatto casino con il numero di tweet... sono sei e non cinque, vabbè
