Thread by @agambella

Una maggioranza tra sovranisti e popolari è possibile, ma non facile.

Con l'avvicinarsi delle elezioni europee di maggio, una delle domande poste dagli elettori, soprattutto euroscettici, è se una maggioranza numerica tra il principale gruppo politico europeo, quello dei (1)

popolari PPE, e i sovranisti è reale o frutto di speculazioni.
A prescindere da valutazioni e volontà politiche dei partiti, che non sono oggetto di questa analisi, proviamo a verificare sulla base dei sondaggi se una maggioranza numerica è possibile se si votasse oggi. (2)

Sia chiaro: ogni singolo stato dell'unione europea ha società di sondaggi diverse, con tecniche e modalità di rilevamento differenti, e l'errore statistico è in agguato e può sfociare in clamorosi errori (p.e. Brexit ed elezione Trump, che avevamo invece presupposto). (3)

Per il complesso delle elezioni dei 27 paesi membri ci affidiamo ai dati aggregati e stime fornite da EuropeElects (europeelects.eu/2018/12/31/eur…) (4)

Stando ai dati del 31 dicembre di EuropeElects, il gruppo del Partito Popolare Europeo PPE, pur in calo ma forte della presenza di liste in tutti i paesi si attesta attorno al 21,5% con 178 seggi stimati. (5)

Distaccato e in notevole calo il gruppo S&D, Socialisti e Democratici che sconta pure la mancata partecipazione alle elezioni dei
Laburisti britannici. Per Frans Timmermans voterebbe il 17,6% dei cittadini europei con 133 seggi presunti. (6)

La prima domanda che l'opinione pubblica si pone ha facile risposta, la commissione in carica basata sull'accordo di maggioranza tra i due partiti maggiori, PPE (14 commissari) e Socialisti-democratici S&D (8 commissari) resta sotto la soglia della maggioranza numerica (7)

ovvero 311 seggi (178 + 133) contro 353 richiesti.
Necessario l'accordo con i liberali (ALDE), che già esprimono 5 commissari, valutati in aumento al 12,9% ed in grado di apportare 96 seggi per una maggioranza in continuità delle politiche europeiste (407 seggi) (8)

Per un confronto, la maggioranza attuale conta 479 seggi e J.-C. Juncker è stato eletto presidente con 422 voti favorevoli, 250 contrari e 47 astenuti.
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Un'alternativa a sinistra non pare possibile: un'alleanza fra Verdi G/EFA (43 seggi?), Sinistra e comunisti GUE/NGL (58 seggi?) e Socialdemocratici si arresta a 234 seggi. Anche volendo aggiungere i quasi 100 seggi dei liberali non ci sono margini per maggioranze senza PPE
(10)

A destra del PPE sono tre i gruppi attualmente presenti in parlamento:

a) la destra sovranista ENF, guidata dal movimento francese RN della Le Pen e dalla Lega di Salvini, considerata in forte crescita e quotata 9,1% e 61 seggi;
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b) gli euroscettici ex EFDD rimasti orfani dell'UKIP di Farage, la cui guida passa al M5S italiano per 47 seggi previsti;
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c) i conservatori ECR, privi dei Tories britannici e che fanno ora capo ai polacchi del partito di governo PIS, vedono l'adesione di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e si attestano al 5,9% dei voti con 53 seggi presunti.
(13)

I contatti tra i partiti di questi tre gruppi per una possibile fusione sono in corso sotto la spinta della Lega e dei tedeschi di AfD. Molto probabile un rimescolamento e non è esclusa la riduzione a due soli gruppi. L'alleanza post elettorale fra loro è probabile in chiave (14)

di un possibile accordo con i popolari o sul sostegno ad un candidato unico di minoranza. In effetti la somma tra sovranisti, euroscettici e conservatori è quotata in termini percentuali al di sopra dei popolari, ma con meno seggi complessivi ovvero 161 contro 178. (15)

La somma numerica di 339 manca di poco la maggioranza di 353.
(16)

Trentasei seggi dispersi tra partiti nuovi attualmente non affiliati compresa una decina di "Non Iscritti" possono consentire o meno la costituzione di una maggioranza, ma è da escludere al momento che partiti di estrema destra come gli ungheresi di Jobbik e i greci di Alba (17)

Dorata possano partecipare ad una maggioranza qualsiasi.
Tuttavia, la metà di questi seggi sarebbe sufficiente a consentire una maggioranza tra euroscettici e popolari ma non tra popolari e socialdemocratici. (18)

Il PPE presenta alle elezioni come Spietzenkandidat il tedesco Weber della bavarese CSU fortemente appoggiato dai partiti del centro-destra europeo, in primo luogo dalla Fidesz ungherese di Orban, da Forza Italia, dal Partido Popular iberico e dai greci di Nea Democratia (19)

più inclini ad un'alleanza con la destra, e naturalmente dalla CDU della cancelliera Merkel.
I popolari del nord-Europa sono più propensi al tradizionale accordo con liberali e social democratici.
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La campagna elettorale deve ancora iniziare, si conoscono appena i nomi dei candidati leader dei gruppi maggiori e Salvini non ha sciolto la riserva se capeggiare le liste sovraniste. Troppo presto anche per possibili variabili, quali la partecipazione di una lista dei Gilet (21)

gialli francesi (a sinistra?), ventilate scissioni, l'eventuale presentazione di una lista unica di sinistra capace di superare il 4% in Italia e l'effettivo posizionamento di movimenti in crescita come Ciudadanos (ora in Alde) e sempre in Spagna degli euroscettici di VOX (22)

In conclusione, volendo prestar fede ai dati disponibili, una coalizione tra PPE, S&D e ALDE resta la più probabile; una maggioranza numerica tra sovranisti e popolari è possibile, ma non facile.
(FINE)

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