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Il Partito Democratico ha ottimi politici (da @danieleviotti a @giuditta_pini passando per @peppeprovenzano) ma una cornice che non funziona più e un dibattito interno che assorbe tutto e non permette a niente di nascere. È un buco nero, che assorbe tutto quello che gli è vicino.
Dalle buone pratiche interne, alle forze di sinistra esterne (anche lì con ottimo e bel personale politico, da @ellyesse a @claudioriccio passando per @marcogrimaldi_). Tutto muore. E si è in questo interregno in cui il nuovo non riesce a nascere lasciando spazio ai mostri.
Mostri che, diciamolo, hanno ora non solo l’orizzonte politico della destra, ma hanno spazio per colonizzare tutto l’orizzonte politico, sociale e culturale italiano. Facendo razzia, svuotandolo, usandolo senza scrupoli per ottenere consenso.
La soluzione a sinistra deve essere politica ma la spinta e la cultura politica che la deve muovere arriverà fuori da questi partiti e fuori dal Pd. Burocrazia, guerre interne, posizionamento ad excludendum hanno assorbito tutto e svuotato le proposte di energia e di vita.
In questo momento la sinistra è catturata e bloccata nella sua stessa “hauntology”: schiava del passato in cui il futuro sembrava possibile, vive un presente fatto di impossibilità di agire. (cit. Mark Fisher, @minimumfax)
Il bisogno primario è liberare le energie, ma farlo fuori da posizionamenti e divisioni di potere. Ricostruire un’idea di sinistra che parta dall’esercizio teorico, una cornice valoriale radicale, e una pratica quotidiana radicata per risolvere problemi e offrire alternative.
Lungo. Noioso. Non prende like. Non finisce in tv. Ma necessario. Il periodo storico è tragico e ha bisogno di risposte serie. Non so come altro dirlo: qui siamo tutti fottuti, e noi ancora stiamo lì a farci le scaramucce in cortile. Forse la realtà è che siamo tutti stupidi.
