Poco fa ho avuto modo di parlare a @fuoritgtg3 dei modelli computazionali per l'Italia sviluppati dal gruppo di @alexvespi a @Northeastern con un fantastico team di collaboratori: covid19.gleamproject.org/italy Alcune cose che si possono imparare dai modelli: 
Allo stato attuale, il modello desume che circa l'8% della popolazione italiana sia stato contagiato nel corso degli ultimi 3 mesi. Ci sono grandi variazioni regionali: nel Nord Italia il numero dei contagiati è probabilmente superiore al 10% mentre nel Sud è inferiore al 4%.
Questi sono risultati del tutto plausibili, soprattutto se confrontati con recenti studi sierologici condotti in Spagna dove si è visto che in alcune regioni il numero di persone positive agli anticorpi SARS-CoV-2 rappresenta il 14% della popolazione.
#Fase2: le differenze tra scenari di apertura anche molto diversi - per esempio tra un'apertura totale, senza nessun distanziamento sociale e un lieve incremento della mobilità - si possono osservare in modo netto solo dopo il 20 maggio. Vuol dire che ci vuole tempo.
Non si potranno valutare veramente gli effetti della riapertura del 4 maggio prima di una settimana ancora, e gli effetti di ulteriori aperture del 18 maggio si vedranno solo a giugno. Questo senza tenere conto degli inevitabili ritardi nelle notifiche che ormai conosciamo.
Al momento, i dati di mobilità che osserviamo in tempo reale grazie a @Cuebiq ci dicono che la mobilità tra province è tornata a -50% rispetto al baseline. Un dato compatibile con gli scenari Lift-1 e Lift-2. covid19mm.github.io/in-progress/20…
Tuttavia la mobilità tra alcune province del Nord Italia ha già superato quei livelli (siamo a -27% tra Padova e Rovigo). Bisogna capire se il trend in salita si fermerà o meno, e che livelli si raggiungeranno nei prossimi giorni. Da questi numeri dipende il futuro della fase 2.
