Su @repubblica esce uno speciale sugli "uomini" che hanno "cambiato il nostro destino", scritto tutto da uomini. Si fa notare il problema: viene aggiunto il nome della caporedattrice.
Di seguito spiego perché le pezze non servono a niente, se non si capisce il problema.
Di seguito spiego perché le pezze non servono a niente, se non si capisce il problema.
Il #tuttimaschi è un problema di cui discutiamo da anni. Non è una questione di pura rappresentazione, che pure c'entra: è una questione di sguardo. Gli uomini sono portatori di una cultura di genere. Non sono "persone" di default, sono individui di genere maschile.
Se tagli fuori metà della popolazione italiana dalla rappresentazione del mondo, attiva (di scrittura) e passiva (di presenza nella descrizione), stai rappresentando un mondo monco, che vede le cose da una prospettiva sola, per forza parziale.
Qua c'è una narrazione da disaster movie in cui tutti gli attori sono maschi. Le donne, ci viene detto, sono "dietro". Non parlano. Assistono. Aiutano. Una riproposizione (non so quanto inconsapevole) dei ruoli di genere.
Il problema? Quando lo fai notare, sembra che la critica sia a) una rottura di palle tanto per fare e b) un'implorazione. Non si capisce che il punto è qualitativo, culturale, di impatto sulle persone. La narrazione costruisce il mondo.
Se continuiamo a raccontare un mondo in cui le donne sono ancelle e assistenti invisibili, è abbastanza ovvio che quando spariscono dal mondo reale neanche ce ne accorgiamo. Forse è così che ci vogliono? Imploranti? Sempre a chiedere spazio?
L'abbiamo detto mille volte, continueremo a dirlo. Non è femminismo delle caselline, non ce ne frega niente di togliere un uomo da qua e mettere una donna lì. Quello che conta è far comprendere che i maschi non sono le persone di default. Lo sguardo dominante NON è neutro.
È piuttosto seccante che queste correzioni di tiro siano sempre a posteriori, sempre obtorto collo, sempre con un mezzo sbuffo, guarda 'ste rompipalle. Perché non si capisce proprio il problema, non si vede la parzialità del proprio sguardo.
Tl;dr le donne esistono, non sono ancelle, non sono assistenti, non possono essere chiuse nel recinto delle femmine a parlare di femmine ad altre femmine. Un quotidiano fa cultura, crea cultura, si deve assumere la responsabilità di come rappresenta il mondo.
