La politica italiana è messa sotto scacco dall'eredità di una famiglia di delinquenti e imbroglioni, dove la più onesta è la moglie mezza siciliana dell'Umberto, che ha intascato un furto legalizzato da una milionata con la "legge mancia" che ha finanziato la sua scuola fallita. 
Poi abbiamo il figlio maggiore, Riccardo, che ha fatto la bella vita lasciando debiti in giro "tanto poi paga papà", e i padani che sono onesti lavoratori ma anche un po' fessi pensavano "figurati se il capo del nostro leader non viene a saldare i debiti, mica è un napoletano!"
Poi c'è Renzo, chiamato "Il Trota" dal padre che lo ha piazzato al pirellone, e gli ha comprato una laurea fasulla in Albania. Viene salvato da Gentiloni che cambia il reato di appropriazione indebita e dalla Lega Nord che non gli chiede indietro i soldi. Trota non mangia trota.
E infine lui, il pluripregiudicato, eversore, delinquente, antimeridionalista e xenofobo Bossi Umberto, che ora siede in senato grazie alla riconoscenza di Matteo Salvini. che ha ereditato il suo potere politico e il gregge di fessi pronti a cambiare bersaglio d'odio a comando.
Anche Bossi assieme al Trota si salva grazie a Gentiloni e alla Lega da una condanna sicura per appropriazione indebita, che però grazie a Gentiloni non è più perseguibile d'ufficio: ci voleva una denuncia della parte lesa che invece ha dato la sua benedizione ai furti del capo.
Sul curriculum del pluripregiudicato Umberto Bossi restano comunque condanne definitive per tangenti Enimont, vilipendio alla bandiera e al capo dello stato. Ma Mattarella e Napolitano hanno avuto pietà di un anziano delinquente con problemi di salute, e lo hanno graziato.
Quello che resta un mistero è come mai l'eredità politica di questa famiglia, che ha trasformato l'imbroglio e la malversazione in un coerente orientamento di vita, sia ancora in grado di condizionare il paese. Sarà che gli italiani sono un popolo semianalfabeta?
E se qualcuno vorrà trasformare l'odio in soldi indicandovi i crimini di rubagalline, poveri cristi e disagiati sociali, fate il test di onestà, e chiedete cosa ne pensa dei crimini della famiglia che ha fatto più danni di ogni altra famiglia d'Italia. Se minimizza è complice.
L'elenco dei crimini leghisti potrebbe continuare, perché la famiglia Bossi ha attirato l'attenzione di un sacco di persone per bene.
C'è quello che sembrava un trafficante di cocaina, ma in realtà voleva impedire il degrado degli albanesi che dormono in macchina.
C'è quello che si infiltrava nella mafia per sgominarla dall'interno.
C'è quello che credeva nel libero mercato anche quando si tratta di comprare e vendere voti.
(E tra i padani di Sicilia sono in tanti a credere nel libero mercato).
C'è quello che stuprava minorenni, ma poi è stato prescritto.
C'è quello che a suo modo lavorava per l'integrazione etnica e lo sviluppo dell'attività imprenditoriale alberghiera.
C'è quello che lavorava per mantenere l'eccellenza della sanità lombarda.
Ci sono i padani di foggia che lavoravano per l'ambiente e il rispetto delle donne.
Ci sono i sobri giornalisti con la schiena dritta della Padania e di Radio Padania, perseguitati per aver lanciato allarmi sanitari:
Ci sono anche donne impegnate nel sociale che valorizzano il volontariato locale.
Ci perfino serie e rispettabili ex presidenti della Camera dei Deputati, che ci tenevano alla salute procurando mascherine per la popolazione e curando l'attività balneare degli albanesi.
L'elenco potrebbe continuare, ma la storia quarantennale segnata da delinquenza, odio, ignoranza e corruzione di un cancro della politica e della società italiana si può riassumere con le parole del poeta:
QUESTA LEGA E' UNA VERGOGNA
NOI CREDIAMO ALLA CICOGNA
E CORRIAMO DA MAMMÀ
QUESTA LEGA E' UNA VERGOGNA
NOI CREDIAMO ALLA CICOGNA
E CORRIAMO DA MAMMÀ
