Prima di applaudire ai sistemi di sorveglianza personale basati su smartphone per seguire le tracce del virus, accettando i gravi e certi rischi per la libertà, la sicurezza e la democrazia che comporta l'introduzione di questi sistemi devo avere risposta a una serie di domande:
Questo sistema di tracciatura è nazionale o globale? Se è nazionale non funziona, perchè i viaggi all'estero non sarebbero tracciati nelle loro conseguenze e gli arrivi dall'estero non sarebbero tracciati nelle loro premesse. Se lo volete globale, siete certi che sia fattibile?
Questo sistema di tracciatura sarà gestito da strutture pubbliche o da aziende private? Se lo volete affidare ad aziende private, come evitare episodi simili a quello della Hacking Team? Se lo volete affidare a strutture pubbliche, quali hanno le skill e le risorse necessarie?
Questo sistema genererà una mole di dati enorme, e al tempo stesso dati parziali: non tutto è tracciabile e non tutti sono tracciabili. Chi o quale softwae garantisce che questi dati siano gestibili nella loro mole e abbastanza completi da essere utili sul piano sanitario?
Chi ci garantisce che gli inevitabili soggetti "invisibili" non compromettano la nostra capacità di tracciabilità dei virus, con dati privi delle informazioni sui mafiosi che useranno dispositivi non tracciabili o sui vip che non saranno tracciabili per ragioni di sicurezza?
A questi casi di "invisibilità" bisogna aggiungere anche quelli dei bambini che non hanno ancra un cellulare, degli anziani che non ce l'hanno più, dei poveri che non riescono ad averlo. E aumentano le "zone grige" sottratte alla tracciabilità.
Esistono studi scientifici, o almeno casi di studio attendibili, sull'efficacia di questi sistemi , o i medici che li approvano fanno atto di fede nelle capacità dell'informatica (che per i non addetti ai lavori si confondono spesso con quelle della magia) senza capirne i limiti?
In breve: tracciare parzialmente una parte della popolazione non equivale a mettere un "braccialetto elettronico" ad ogni molecola di virus per seguirne il percorso, anche se quest'idea può essere talmente suggestiva da farci rinunciare senza esitazione a diritti e libertà.
E i miei studi sui rischi, i limiti e gli abusi della sorveglianza elettronica mi spingono a chiedere che l'introduzione di un software nelle nostre vite sia valutata con la stessa serietà, competenza e cautela usata per l'introduzione di farmaci nei nostri ospedali.
L'introduzione cialtrona di un farmaco è un potenziale attentato al diritto alla salute di alcuni, l'introduzione cialtrona di un software è un potenziale attentato ai diritti civili di tutti, una seria minaccia a quel prezioso e fragile bene comune noto col nome di democrazia.
