#Bolivia | A #Cochabamba il virus dilaga, morti in strada, ospedali saturi. Tra i colpiti anche il guerriero dell'acqua Oscar Olivera: «Venceremos (…), y nos daremos un abrazo prolongado de cariño y esperanza!»
Fuerza hermano!
Un genocidio silenzioso comune-info.net/un-genocidio-s…
«Oscar Olivera è un fratello “di sangue”, per Raúl e per noi, da quasi vent’anni. Da quando, cioè, la sua gente, a Cochabamba, s’è rifiutata di pagare anche l’acqua che pioveva dal cielo, come pretendevano la Bechtel, il governo e la Banca Mondiale.
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La multinazionale è stata costretta a lasciare la città e l’acqua è tornata senza padroni. È stata la prima grande rivolta (vincente) contro il liberismo di questo millennio. Da allora, ogni volta che abbiamo incontrato Oscar, lo abbiamo sentito parte della nostra storia.
La parte migliore, perché le sue idee, ma soprattutto il rifiuto assolutamente naturale di sentirsi un grande leader, un vincitore di prestigiosi premi internazionali, restano una testimonianza impareggiabile di allergia al potere e alle gerarchie del comando
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una dimensione etica del far politica ormai quasi estinta. Il rigore assoluto con cui Oscar ha scelto di non fare il ministro o il capo di una forza politica per confondersi, per rendersi quasi invisibile tra la gente
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– si trattasse di scavare una cisterna comunitaria o di coltivare verdure con i bambini delle scuole – è un grande insegnamento per chiunque nel mondo sia ancora così pazzo da impegnarsi nel cimento di provare a cambiare il mondo.
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Qui abbiamo vissuto quel che Oscar racconta, una sorta di Bergamo boliviana. Ci sono però, va detto, almeno un paio di differenze sostanziali: la prima è che, malgrado le decine di miliardi tagliati, il sistema sanitario pubblico italiano non è paragonabile a quello della Bolivia
La seconda, più tremenda, è che nella città che ha vinto la “guerra dell’acqua” oggi, mentre l’epidemia dilaga, l’acqua non c’è. Un paradosso feroce, che indica come perfino le vittorie più celebrate (così come le rivoluzioni) non siano eterne, possono solo essere difese lottando
con alterne fortune, nella vita quotidiana. Abbiamo scritto a Oscar, naturalmente. Lo dice lui: la sola cosa che ci resta è la solidarietà tra i compagni. Ci ha risposto così:
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Venceremos (…), y nos daremos un abrazo prolongado de cariño y esperanza! Su queste nostre paginette web, l’abbiamo scritto spesso: la speranza è la vita che si difende. Grazie, Oscar, per avercelo ricordato anche stavolta».
Gracias Hermano
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#Olimpiadi | Era l’inizio del 2006 e, a poche settimane dai Giochi invernali di Torino, la fiaccola olimpica passò per Venezia.
Alla notizia, i Centri Sociali del Nord Est si prepararono a contestare non tanto i giochi in sé ma quello che erano diventati, che rappresentavano
perché quella fiaccola non rappresentava - e continua a non rappresentare - più lo sport, non rappresentava più i valori a cui il barone de Coubertin faceva riferimento quando reintrodusse le Olimpiadi a fine Ottocento.
Allora come oggi, le Olimpiadi sono diventatevun carrozzone devastante per la natura una sorta di grande opera in salsa sportiva. Rappresentano lo sport come business, le stesse logiche estrattiviste che portano a devastare i territori, a sfruttare le persone e le risorse.
Quanto ignobili e ridicoli sono i fasci e i commentatori da social scandalosamente indignati per “l’inaccettabile rifiuto antidemocratico” del Presidente dell’ANPI di Viterbo di stringere la mano al noto critico d’arte?
Ci sono diversi motivi per cui il gesto del Presidente dell’ANPI è legittimo ed eticamente - e democraticamente- corretto:
Dal punto di vista umano, VS è una persona maleducata, scorretta, irrispettosa, offensiva e si sa, chi semina vento - prima o poi - raccoglie tempesta.
Dal punto di vista politico, sarebbe sufficiente citare le sue stesse parole (di VS) che mistificano la Storia e la realtà per qualificarlo e per capire e appoggiare il gesto del Presidente dell’ANPI di Viterbo.
«Dobbiamo tornare a raccontare la Resistenza per quello che è stata realmente. Una guerra civile contro gli italiani che rimangono fedeli al fascismo, una guerra di classe contro le componenti più reazionarie della società, una guerra contro gli occupanti tedeschi
per la liberazione della nazione, una guerra di genere per la liberazione della donna dalle strutture patriarcali della società, una guerra per la democrazia reale, fatta di partecipazione diretta delle masse popolari alla vita politica del paese.
Se vogliamo fermare questa nuova
Della vicenda che ha coinvolto il rugbista della Nazionale e del Benetton Cherif Traoré, a cui un compagno di squadra ha regalato una banana marcia, ciò che mi ha più colpito è stata questa frase della denuncia di Cherif:
«Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male è stato vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale».
Risate. Normale.
È inquietante, lo so ma è così, e il rugby non è il paese delle favole, è inserito in questa società e gli atleti del Benetton in una realtà come Treviso, notoriamente non troppo aperta alle differenze culturali.
#Peru | Dopo 14 giorni, primo rimpasto di governo per la presidente Boluarte che nomina primo ministro Otárola, l’ex ministro della difesa responsabile dei 27 morti della repressione di queste settimane. ojo-publico.com/ultimas-notici…
#Peru | Intanto continuano le mobilitazioni: ad Andahuaylas moltitudinaria marcia per chiedere elezioni anticipate.
#Peru | Persistono anche i blocchi stradali: manifestanti hanno infatti chiuso la via che collega Cusco e Sicuani all’altezza del distretto di San Pedro.
#Peru | Nel frattempo il Congresso ha approvato il riesame del voto sul progetto di riforma costituzionale che propone di anticipare le elezioni generali e di tenerle nel dicembre 2023: 94 voti a favore, 25 contrari e 5 astenuti.
#Peru | Sul tema delle elezioni anticipate si è espresso anche l’organo del Sistema Elettorale dichiarando che, al fine di riportare la pace nel paese, è pronto ad organizzare le elezioni in breve tempo.