Iscritta con uno stratagemma, visto che per noi donne era vietato correre la maratona.
Esattamente come aveva fatto anche l’anno precedente.
E poi nemmeno sapevo come ci si doveva allenare. Ma non mi sarei mai arresa.
Io quella maratona la volevo correre. A tutti i costi.
Una regolare richiesta di partecipazione.
Ero parecchio emozionata quando ricevetti una busta con la loro risposta.
Ci mancò poco. Che spaccassi tutto, intendo.
(Pensate una parolaccia, quella che volete).
“A quel punto capii che stavo correndo per molto di più di un semplice traguardo personale. Stavo correndo per cambiare il modo di pensare della gente”.
Continuai così ad allenarmi.
Negli anni successivi mi trasferii a San Diego, divorziai e mi risposai. Nel 1975 ebbi un figlio. Fu allora che sentii in tv parlare della prima donna a correre la maratona di Boston.
Lo avevano visto tutti.
Ci volle qualche tempo prima che la Boston Athletic Association mi riconoscesse come prima vincitrice nel 1966, 1967 e 1968.
Roberta Gibb è stata la prima donna a correre una maratona.
“Ho fatto il possibile perchè le cose andassero in questa direzione” ha detto.
Perché per loro, le donne, persino correre è stata una conquista.
Lei fu respinta, ma corse lo stesso i 40 Km in 5 ore e 20 minuti.