AUMENTANO I CASI MA NON SIAMO A MARZO - THREAD
Un paio di giorni fa ho cercato di illustrare *perchè* i contagi rilevati tramite tampone non costituiscano un campione statisticamente rappresentativo e consistente nel tempo del totale dei contagiati.
Un paio di giorni fa ho cercato di illustrare *perchè* i contagi rilevati tramite tampone non costituiscano un campione statisticamente rappresentativo e consistente nel tempo del totale dei contagiati.
Questo impone estrema prudenza nell’inferire l’andamento del contagio a partire dal numero di positivi al tampone, in quanto non vi è garanzia che il secondo rifletta davvero il primo. Per chi fosse interessato lascio il link sotto, ma per intenderci...
Mettiamo che i contagiati under30 aumentino di 3 volte: è perchè ci sono più under30 positivi nella popolazione, oppure è dovuto al fatto che prima, in quella fascia di età ne testavo 40 al giorno e oggi ne testo 40mila? I dati aggregati semplicemente non ci permettono di saperlo
Per saperlo, ancora una volta, servirebbe un campione che sia rappresentativo della popolazione e consistente nel tempo (cc @micheleboldrin) e/o quantomeno i dati individuali (cc @ricpuglisi). In assenza di questi, l’unica cosa che possiamo fare è lavorare in maniera indiretta.
Non siamo in grado di osservare interamente il fenomeno dei contagi, ne di estrarne un campione rappresentativo, ma potremmo lavorare a ritroso osservandone le conseguenze: ricoveri, ICU, morti. Questi ultimi, in particolare, costituiscono probabilmente il proxy più attendibile.
Al contrario dei contagiati di cui osserviamo direttamente solo una frazione del totale, i morti li “rileviamo” quasi tutti, e se un campione (morti rilevati) copre la quasi totalità della popolazione di riferimento (morti complessivi), la rappresentatività e di fatto implicita.
Un altro aspetto importante è che le linee guida che determinano se un decesso debba o meno rientrare nelle statistiche covid, sono rimaste sostanzialmente invariate da marzo ad oggi, il che è aiuta a garantire, almeno sulla carta, la consistenza nel tempo del campione.
Chiaramente lo svantaggio più grande è dovuto al fatto che nel guardare oggi l’andamento dei decessi, otterremo un’immagine ormai datata dell’evoluzione dei contagi. Quanto datata? Verity et al. stimano un lag compreso tra 16.9 e 19.2gg fra insorgenza dei sintomi e morte (ic 95%)
thelancet.com/journals/lanin… a cui va sommato il tempo che intercorre tra il contagio e l’insorgenza dei sintomi. Al riguardo, Li et al. stimano un periodo di incubazione medio di 5.2gg (da 4.1 a 7.0 gg con i.c. 95%)
Zhang et al. giungono al medesimo tempo medio di incubazione, anche se con un intervallo di confidenza al 95% decisamente più ampio (da 1.8gg a 12.4 gg)
advances.sciencemag.org/content/6/33/e…
advances.sciencemag.org/content/6/33/e…
Nel complesso comunque, possiamo considerare un lag medio tra infezione e decesso di 23gg. Quello che vediamo oggi a livello di decessi (22 agosto) è insomma il riflesso di ciò che avveniva a fine luglio. Due considerazioni sorgono spontanee:
la prima: in quella che consideriamo la fase iniziale dell’epidemia in ITA, questo lag non è visibile: i decessi ed i casi confermati esplodono nello stesso momento. Quello che vedevamo a livello di casi non era l’evoluzione del contagio, bensì l’evoluzione del monitoraggio. 
la seconda: con un lag medio di 23gg, se davvero la situazione fosse migliorata grazie al lockdown e specularmente, avesse iniziato a degradarsi nuovamente con la rimozione dello stesso, avremmo dovuto osservarne le prime conseguenze già entro la fine di giugno. Così non è stato
Significa che possiamo escludere una seconda ondata? Assolutamente no, ma interpretare l’attuale aumento dei casi come una replica di quanto accaduto a marzo è semplicemente errato. Allo stesso tempo, sarebbe auspicabile una discussione seria sulle reali cause che hanno
determinato il disastro di marzo/aprile, su ció che è successo in ospedali ed rsa, nonchè sul reale contributo del lockdown anche in funzione delle sue ripercussioni. Perchè è vero che molti sono stati colti impreparati, ma “molti” non è “tutti”, e una sana autocritica è doverosa
