Thread by @dottorpax

L'incertezza di un fenomeno come il Covid è proprio data dal fatto che ogni giorno si trovano dati che supportano questa (è un'influenza, liberi tutti) o quella (ci estingueremo, chiudiamo tutto) visione manichea del mondo.
Non ha senso assumere rischi eccessivi e un lockdown

breve iniziale era sensato (come sia stato poi gestito e lo stato emergenziale contiano sono un'altra cosa), per capire meglio e approntare una prima risposta. Ma allo stesso tempo è una pia illusione e pericolosissima quella di volere uccidere la variabilità, che come in una

pentola chiusa che bolle prima o poi porta il coperchio a saltare.
Se c'è una cosa che sappiamo, al di là dello specifico virus, è che il contagio si limita grandemente con alcune misure semplici e di facile attuazione, dalla mascherina al lavarsi le mani (!), dal controllare in

modo intelligente posti come gli aeroporti (chi viaggia spesso come me se ne farà una ragione) allo scoraggiare assembramenti estesi. Sono passati mesi e siamo ancora qui a discuterne, e a litigare sui dati (che in Italia poi sono di qualità infima, e lo si denuncia da tempo).

La stampa ha le sue colpe, come le ha la politica, entrambe con le dovute eccezioni, ma ricordiamoci che non ce le hanno appioppate gli alieni, sono espressioni del nostro carattere nazionale, anche se a molti non piace sentirselo dire.

Ultima cosa, in termini di risk management.
Non voglio parlare di Svezia, non voglio parlare di Italia, o di Y o di Z. Parlo in generale.
Se viene approntata una strategia X, il suo successo o meno può essere valutato pienamente solo a consuntivo, non con le bocce ancora

in movimento.
E come si misura il successo di una strategia di gestione del rischio? Eh, bella domanda, la cui risposta è ancora aperta sia dal punto di vista teorico che applicato.
Il non manifestarsi di quello che si teme è condizione necessaria, ma non sufficiente. Infatti

potrebbe solo essere "fortuna," e non il risultato delle nostre azioni.
Ma così come il non manifestarsi di una perdita non significa che siamo stati buoni risk manager, allo stesso modo non implica che l'essere cauti e prepararsi sia stato sciocco o inutile.
Se il meteorologo

ti avverte di un uragano in arrivo, ha moltissimo senso prepararsi, sprangando porte e finestre, cercando riparo. Se poi l'uragano all'ultimo momento vira o "per magia" svanisce, non si può dire di aver perso tempo o di aver sbagliato nello sprangare le finestre.
Gioiamo e stop.

Così come non ha senso restare nel bunker in eterno.
Ok, se siete arrivati alla fine del pippone, possiamo riassumere così: le tifoserie sul Covid (come su tutto) sono inutili e stupide, e i rischi si gestiscono cum grano salis, in modo dinamico, aggiornando il proprio a priori.

Ah, un attimo: il proprio a priori, in t=0, dovrebbe essere elicitato in modo un minimo sensato, evitando distribuzioni degeneri o inutili uniformi, come ci hanno insegnato de Finetti, Jeffreys, Jaynes, Ramsey, Savage, Diaconis e tutta la compagnia.