Dietro la medicina emergela storia di questo dottore, nato in Polonia come Albert Saperstein, semicieco dall’occhio destro, fuggito a 15 anni negli USA per sfuggire alla persecuzione antisemita sotto lo zarismo.
Dopo aver studiato da odontoiatra, vira alla microbiologia e alla cura della poliomielite che scatena ancora gravi epidemie negli Stati Uniti.
Mediamente prima della vaccinazione la forma paralitica colpiva 500.000 persone nel pianeta ogni anno.
Saperstein, che ha americanizzato il cognome in Sabin, nel '39 scopre che il virus non è come si crede respiratorio, ma si annida nelle vie intestinali.
L’impiego bellico ne frena gli studi che continuano anche per mano di un altro grande ricercatore americano, Jonas Salk.
Il vaccino Salk, però, somministrato in massa, in 3 iniezioni, fallisce: non copre del tutto la popolazione vaccinata.
Lo ha testato su migliaia di topi e centinaia di scimmie, quindi su sé stesso e le figlie, che si chiamano Amy e Deborah, come le nipoti uccise dalle SS.
Sabin, pure in clima di Guerra Fredda, dona i ceppi virali anche agli scienziati sovietici.
In italia il vaccino arriva nel 1963.
Alla fine gli Usa, di fronte all’evidenza dei risultati, fanno retromarcia e passano al vaccino Sabin.
Albert Sabin, pur avendo in mano una delle scoperte del secolo, non brevetta il vaccino.
E così è stato.