In casa creano una sorta di biblioteca popolare, parlano di libri ai compaesani.
La casa dei Cervi diventa un ritrovo di antifascisti.
Come dichiareranno i Cervi stessi: “abbiamo dato asilo ai perseguitati, da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, abbiamo conservato i figli alle madri. Gli uomini alle spose.
Quando il governo Mussolini cade, i Cervi offrono il pranzo a tutto il paese e, dopo l’armistizio e la nascita di Salò, tutti i fratelli iniziano a combattere.
La notte tra il 24 e il 25 Novembre '43 circa 150 miliziani fascisti, raggiungono il loro casolare e intimano la resa, ma i fratelli rispondono di no.
Dopo l’omicidio del segretario comunale fascista di Bagnolo di Piave vengono scelti per essere fucilati come rappresaglia il 28 Dicembre.
Alle 6.30 i fucili sparano.
Quando le autorità fasciste leggono il verbale di esecuzione qualcuno ci scrive accanto, quasi incredulo, “sette fratelli?”.
Giunto a casa ha conferma della tragica morte di tutti e sette i figli.
Il suo cuore regge, ma non quello della moglie, nel seguente inverno, quando miliziani fascisti arrivano di nuovo.
Solo a Ottobre '45, dopo due anni, si celebra il funerale dei sette fratelli.
“Avevo cresciuto sette figli, adesso bisognava tirar su undici nipoti. Dovevano prendere ognuno il posto dei padri, e bisognava insegnare tutto da capo. Erano piccoli, ma io glielo insegnai lo stesso”.
“Mi hanno sempre detto: tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta. La figura è bella e qualche volta piango...
Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme.
Il nostro seme è l'ideale nella testa dell'uomo”.
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Buon #25aprile