19 novembre 1944 Eccidio di Villa Cavazzoli (RE).
Nella sera precedente cinque uomini decidono di recarsi insieme presso la locale cooperativa di consumo che funge anche da bar. Il locale è situato sulla via Emilia a poco più di cento metri dalle abitazioni dei cinque uomini. Image
Motivo di questa piccola riunione è di avere notizie, presso il locale pubblico, della situazione della guerra e del suo evolversi; in quel momento gli alleati sono fermi al di là della Linea Gotica.

Un gruppo di fascisti, che saranno successivamente individuati come
appartenenti alla famigerata Banda Ferri, rastrella i cinque lungo il loro tragitto come rappresaglia al ferimento di un milite avvenuto nel pomeriggio e li porta in città presso Villa Cucchi. Questa villa, situata all’interno del centro città, è sede della milizia fascista e
adiacente ad un’altra villa requisita dal comando tedesco, è nota per essere luogo di interrogatori e torture.

Nella notte, dopo aver infierito su di loro, i cinque vengono caricati su un autocarro e portati in località Cavazzoli. Uno di loro, Emore Iori, ancora in vita, riesce,
durante il tragitto, a fuggire. Porterà per tutto il resto della sua vita i segni di quella notte riuscendo a camminare a malapena appoggiandosi al suo vecchio ciclomotore.

Le vittime

Prospero Bertani di 54 anni
Fausto Franchini di 44 anni
Giuseppe Carri di 36 anni
Adalgiso Guardasoni di 19 anni

I responsabili materiali dell’eccidio, tutti appartenenti alla Banda Ferri, sono stati processati dopo la Liberazione e riconosciuti responsabili di oltre quaranta omicidi.

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