#Thread E' IL 21 NOVEMBRE 1347 A #ROMA, una battaglia come altre, svolta il giorno prima,diverrà famosa grazie a due scrittori: uno notissimo, il Petrarca, e uno anonimo. Cola di Rienzo ha schiacciato i prepotenti baroni romani. Il 'cavalier, ch'Italia tutto onora' è all'apice 1/
Il tribuno, figlio di un'oste e di una lavandaia e il suo esercito di plebei e di borghesi proclama di aver 'mozzato recchia da tale capo che non lo poteo tagliare Papa, nè imperatore'. La fiera nobiltà romana che spesso ha tenuto in scacco le due potenze della Terra, decimata 2/
Ma se di Cola parliamo ancora oggi lo dobbiamo all'anonimo romano che ne scrisse 'la vita' in un sorprendente volgare e al suo amico Petrarca che conobbe alla corte dei papi di Avignone. Con lui sognò un'Italia libera e forte, come ai tempi della Roma antica, mito per entrambi 3/
Cola, divenuto notaro pubblico, si infiammava agli scritti di Seneca e Cicerone, leggeva le antiche iscrizioni ('speculava nelli intagli de marmo') e le traduceva (vulgarizzava) in una Roma abbandonata dai pontefici e in rovina dove statue e colonne divenivano calce 3/
Il Petrarca disprezzava i nobili romani che distruggevano i monumenti antichi per costruirsi torri e castelli e tiranneggiare. Partendo dai loro stemmi gli Orsini, i Colonna, gli Annibaldi, li descriveva come 'orsi, lupi, leoni, aquile, e serpi. Aduna gran marmorea Colomna' 4/
I fieri nobili, dice, erano discendenti dei barbari schiavi di Roma, arrivati ‘dal Reno o dal Rodano, o da qualche altro ignobile angolo della terra.' Musica per Cola che rovesciò il dominio dei baroni con l'approvazione del Papa proclamandosi tribuno: era il 19 maggio 1347 5/
Cola, dicono i cronisti, ristabilì la legge, abolì i soprusi dei nobili e chiamò le città d’Italia, in guerra fra loro, a unirsi in una federazione con un parlamento a Roma. Un’idea che venne ben accolta, modernissima e pericolosa per il Papa che iniziò a nutrire timori 6/
Il Pontefice ritirò il suo appoggio, i nobili si organizzarono. Cola armò il popolo: ognuno dei Rioni della città doveva fornire 120 fanti (balestrieri e lanceri) e 30 cavalieri provenienti dalla borghesia o piccola nobiltà. Contava anche su altri alleati nobili e mercenari 7/
L’esercito baronale era animato dalla potente famiglia dei Colonna. Comandante era Stefano con suo figlio Giovanni, l’ex prete Pietro, Sciarretta (figlio di Sciarra dello ‘schiaffo’). Si accampa all'Arco di Travertino, sud Est di Roma, fuori le mura. E' il 18 novembre 1347 8/
Il consiglio di guerra è indeciso. Si sentono 'sonare la campana a stormo'. Stefano però ha un accordo con le guardie di Porta San Lorenzo che gli apriranno le porte. L'esercito si avvicina e si accampa alla Basilica di San Lorenzo il 19 novembre, piove e fa freddo 9/
La zona, e lo sarà fino all’Ottocento, è coperta di vigne. Dentro e fuori le mura. Le case più vicine sono a Santa Maria Maggiore, a 1 km in dentro le mura Una zona periferica e meno controllata. 10/
Il comandante Stefano va alla porta 'solo con un fante a cavallo' e un paggio e chiede candidamente di entrare ma la guardia è cambiata e un balestriere di nome Paolo Buffa gli dice di andar via e getta le chiavi fuori le mura. La porta si poteva aprire solo dall'interno 11/
Il piano è fallito ma i baroni vogliono salvare la faccia e 'partirese ad honore'. L'esercito è diviso in tre schiere o 'vattaglie' come prassi nel Medioevo (vedi Campaldino): fanteria e cavalleria. Sarebbero sfilate di fronte alle mura suonando le trombe e poi ritirandosi 12/
La terza schiera è la più forte 'nuoble iente, li pruodi'. Come Dante a Campaldino, avanti erano i feditori, ovvero un manipolo di valorosi. Qui erano otto, fra cui Gianni figlio del comandante in capo Stefano. E’ l'alba. Il giovane Vede un'anta della porta cittadina aprirsi 13/
Giovanni pensa che il piano del padre sia riuscito. Lancia in resta sprona 'lo sio destriero' ed entra. Ma la porta è stata aperta dai romani a colpi d'ascia per attaccare battaglia. Quando vedono Giovanni sono colti dal panico e fuggono: 'granne paura fece allo Puopolo' 14/
Dopo una breve fuga l'esercito romano però si volta e vede che il giovane è quasi solo. Lo circondano. Chiede 'misericordia' ma lo denudano dell'armatura e lo uccidono. Il popolo non vuole prigionieri per chiedere riscatti, come è d'uso fra cavalieri ma vendetta 15/
Il sole, come spesso accade a Roma di novembre, si affaccia dopo la pioggia. Il comandante Stefano non vede più il figlio. 'non lo sapemo dove sia ito' gli rispondono. Entra anche lui nella porta e lo vede a terra nel pantano che viene ucciso. Scappa ma poi ritorna indietro 16/
'L'amore dello figlio' non lo fa ragionare. Una volta che ha capito che è morto prova a uscire. Ma dalla torre gli tirano una pietra, gli scagliano lance. Il cavallo lo disarciona ed è massacrato e sfigurato dal popolo che esce ora dalle mura infervorato per dare battaglia 17/
L'esercito baronale, dopo la perdita del comandante, va in rotta. Pedoni e cavalieri 'lassano l'arme' 'senza ordene con gran paura'. I vigneti circostanti si riempiono di cadaveri. Pietro, l'ex prete giace nella vigna 'nudo, muorto, calvo, grasso non pareva homo de guerra'. 18/
E' il trionfo di Cola. Ma il successo dà alla testa. Diventa un tiranno. Il popolo lo scaccerà. Tornerà al potere dopo qualche anno. Il popolo si ribellerà ancora e Cola proverà a scappare travestito da pastore. Sarà ucciso e appeso a testa in giù per i piedi. FINIS
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THREAD. E' 'inizio di ottobre del 52 a.C. ad ALESIA Giulio Cesare ha sconfitto i galli di Vercingetorige. Una battaglia importante, ma come tante altre nella storia, diviene, grazie alla potenza della letteratura, una delle più lette, studiate e discusse per molte generazioni 1/
Il De Bello Gallico, che lancia Cesare ai vertici della morente Res Publica romana, è un sapiente capolavoro di autopropaganda. Ma è vero che ad Alesia il genio militare di Cesare salva i suoi 50mila soldati dall'annientamento a tenaglia da parte di oltre 300mila galli. 2/
Dopo sei anni di guerre in Gallia, Cesare cinge d'assedio Vercingetorige nella collina di Alesia, nell'odierna Borgogna che si eleva a 400 metri ‘colle summo admodum’. Questi richiede aiuto a tutte le tribù del paese. E un potente esercito di soccorso si mette in marcia.3/
#THREAD La sfrontatezza di Juan Carlos I nel movimentare centinaia di milioni su conti esteri (firmando le notule) giustifica forse il suo esilio. Ma non leva un millimetro ai suoi meriti, in primis bloccare il golpe neo franchista di Tejero nel 1981 che non era un burletta 1/
Il 23 febbraio 1981 il ten col Tejero irruppe nel Parlamento a mano armata sparando in aria. Solo il presidente del consiglio Suarez,il ministro della difesa marchese Gutierrez Mellado e il comunista Santiago Carrillo non si nascosero fra i banchi rtve.es/alacarta/video… 2/
Ma il piano non ottenne il risultato sperato, solo il comandante della regione di Valencia "sacò los tanques en la calle". Il Re Juan Carlos, che pure aveva sfiduciato Suarez, si oppose subito ai piani dei militari. Apparve in tv come comandante generale per stroncare il golpe 3/
ULTIMO THREAD sul #ddayi In estate su Omaha beach i bambini giocano, i bagnanti prendono il sole che appare a tratti sul cielo normanno. Ma quel 6 giugno 1944 qui si consumò una sanguinosa battaglia che quasi si trasformò in una grande disfatta per le due divisioni americane 1/
La spiaggia aveva alle spalle un pendio ripido ed era presidiata dalla 352esima divisione tedesca con numerosi veterani del fronte russo, su 13 postazioni (chiamati Wn) a volte in cemento armato a volte in trincea. Mappa jewishvirtuallibrary.org/map-of-german-… 2/
Gli esperti veterani potevano sviluppare un tiro incrociato con mitragliatrici, cannoni e armi in dotazione dalle postazioni, agevolati anche dalla posizione più elevata come si vede ancora oggi sul posto 3/.
DICIANNOVESIMO THREAD sul #dday Il simbolico canto del cigno della Luftwaffe avvenne sulla spiaggia britannica di Sword. Due Focke Wulf Fw 190 compirono una incursione indisturbati contro lo sbarco eludendo la caccia nemica. Li comandava l'asso Josef Priller con 101 vittorie 1/
L'episodio è divenuto famoso nel film 'il giorno più lungo'. In realtà ci furono altri episodi di attacco a navi e aerei nemici ma si trattò di casi isolati. La Luftwaffe era stata sloggiata dagli aeroporti dopo un'intensa e sistematica campagna aerea 2/ history.navy.mil/research/libra…
La Luftwaffe era stata l'arma decisiva per la resa di Praga, per la sconfitta della Polonia nel 1939 e poi nel 1940 di Francia, Olanda e Belgio quando gli Stukas terrorizzavano ma aveva fallito nella battaglia di Inghilterra. Ora nel 1944 era l'ombra rispetto ad allora 3/
DICIOTTESIMO THREAD sul #dday Rommel, in Germania per il compleanno della moglie, viene avvisato dello sbarco in Normandia e dei lanci di parà nella notte. Si affretta a rientrare in Francia. La sorpresa è stata totale per i tedeschi sia sui tempi sia sui luoghi 1/
Il maltempo ha impedito la ricognizione navale e aerea tedesca. Dopo la guerra molti generali tedeschi hanno addossato a Hitler la responsabilità di non aver mosso subito le riserve panzer Ss sulla spiaggia. In realtà queste si mossero il 6 ma erano comunque troppo lontane 2/
Rommel non potè lasciare memorie. Già in ospedale per essere stato ferito da un aereo alleato, fu fatto suicidare a ottobre 1944 dopo che fallì il complotto per uccidere Hitler cui partecipava. La Volpe del deserto era troppo popolare per fargli subire un processo pubblico 3/
DICIASSETTESIMO THREAD sul #dday Nel settore britannico alle 7.25 inizia lo sbarco sulla spiaggia Sword e a seguire su Juno e Gold. La reazione della 716esima divisione statica è debole, solo a Juno si registra più resistenza. I bunker sono espugnati e gli ostacoli rimossi 1/
Entro 45 minuti Sword è liberata e le truppe iniziano ad avanzare verso l'interno ma lì il cammino è più difficoltoso per i cecchini e i nidi di resistenza. Progressi anche a Gold e Juno. 2/ army.mod.uk/news-and-event…
Alle 1250 i commandos di Lovat raggiungono i parà al ponte Pegasus che cade così intatto nelle mani alleate. Il proprietario del caffè Gondrée esce con una bottiglia di champagne e lo invita a brindare ma Lovat rifiuta con un "sto lavorando". 3/