L’austerità consiste nell’assunto che quando l’economia va a rotoli - di solito per colpa di una crisi finanziaria o di un altro grande shock che causa una recessione - lo Stato debba tirare la cinghia e smettere di spendere.
Questo ristabilirà la fiducia degli investitori, la disoccupazione calerà e se ne verrà fuori più velocemente. Non si tratta di una teoria astratta. È quello che è stato fatto alla Grecia, all’Europa del sud, all’Italia.
È quello che è stato fatto negli anni 30 e che ha portato al nazismo. Ed è quello che si continua a fare. Si tratta di un’idea particolarmente pericolosa perché nonostante la grande quantità di confutazioni basate sull’evidenza, non si riesce a liberarsene. Non muore mai.
E continua a far presa su molte persone comuni anche per colpa di un paragone tanto efficace quanto sbagliato. Quello tra Stato e famiglia. Un paragone semplice, alla portata di ognuno di noi. Perché direttamente collegato alla quotidianità della maggior parte delle persone.
Se una famiglia, o una persona, va in difficoltà, rimodula le spese, riducendole. E il gioco è fatto. Per lo Stato, quindi, deve funzionare allo Stesso modo. Ma non è così. Per lo Stato è completamente diverso. Perché lo Stato emette moneta.
Moneta con cui a fine anno chiede di pagare le tasse. Questo una famiglia non lo può fare. Sarebbero reati, per un privato cittadino. Oppure basti pensare al debito pubblico. Un altro grande equivoco. Quello italiano è di 2.330 miliardi di euro.
Un numero grande vero? Quindi si dovrebbe, che so, tagliarlo della metà? Liberarsi di metà del debito. Sembra un’ottima idea, no? Ma quello che si sta dicendo in realtà è che si vuole distruggere metà dei risparmi privati.
Perché il debito pubblico corrisponde esattamente al risparmio privato. Sono equivalenti. Cos’è un Titolo di Stato? Viene comprato perché si è alla ricerca di un’investimento sicuro, liquido. E che frutti un po’ di interessi. È come un buono di risparmio, insomma.
Quindi quando si dice che si vuole ridurre il debito, si sta dicendo che si vuole distruggere il risparmio privato. E se lo si fa, si fa evaporare il sistema bancario del Paese, prima. Poi, a seguire, tutta l’economia. L’austerità non promuove la crescita. E non ha senso.
Gli investimenti sono tra le cose più importanti nell’economia. Senza investimenti non ci sono salari, non c’è lavoro, non c’è crescita. Immaginiamo di dividere l’economia, tutte le economie del mondo, in 3 settori: famiglie, imprese e Stato.
Una recessione è quando le famiglie stanno perdendo soldi. Preoccupate per il futuro, smettono di spendere e iniziano a risparmiare. E anche le aziende si preoccupano e iniziano a tagliare lavoratori e provano a spendere meno. Cioè, di fatto, risparmiano.
L’unica componente che continua a spendere è lo Stato. E se lo Stato inizia a non spendere, a risparmiare, cosa succede all’economia? Decresce. Come si può quindi sostenere di voler contrarre l’economia per far riguadagnare fiducia alle persone, agli investitori, ai mercati?
Messa così non ha molto senso, vero? Non serve essere degli scienziati per rendersene conto. Eppure nell’Unione Europea funziona così. Soprattutto sei sei uno dei PIIGS.
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Quando parlano di IDE (investimenti diretti esteri) ricordatevi quest'elenco*, non esaustivo, di aziende italiane passate in mani straniere (vedi bandierine) negli ultimi anni:
Acqua di Parma (LVMH) Francia 🇫🇷
Algida (Unilever) Inghilterra 🇬🇧
Ansaldo Breda (Hitachi) Giappone 🇯🇵
Ansaldo STS (Hitachi) Giappone 🇯🇵
Benelli (Qianjiang Group Co. Ltd) Cina 🇨🇳
Bertolli (Unilever / Deoleo) Inghilterra 🇬🇧 / Spagna 🇪🇸
Birra Peroni (Asahi Breweries) Giappone 🇯🇵
Bnl (BNP Paribas) Francia 🇫🇷
Bottega veneta (Kering) Francia 🇫🇷
Brioni (Kering) Francia 🇫🇷
Buitoni (Nestle via Newlat) Svizzera 🇨🇭
Bulgari (LVMH) Francia 🇫🇷
Cademartori (Lactalis) Francia 🇫🇷
Carapelli (Deoleo) Spagna 🇪🇸
Cariparma (Crédit Agricole) Francia 🇫🇷
Coccinelle (E-Land Europe) Corea del Sud 🇰🇷
Produttività, export, IDE, stabilità dei prezzi, precarietà, deflazione salariale, meno Stato e più mercato. Sono i capisaldi del modello economico che ci hanno imposto negli ultimi 40 anni. Tutto da buttare. La crisi che stiamo vivendo è una crisi di domanda, non di offerta.
Su circa 1.700 miliardi di ricchezza prodotta in Italia (vale a dire il PIL), il 79,6% è riconducibile ai consumi interni che a loro volta sono composti per il 60,8% dalla spesa delle famiglie e un per un altro 18,8% dalla spesa della nostra Pubblica amministrazione¹.
Dopo decenni di contenimento dei salari e di tagli selvaggi alla spesa pubblica, non deve quindi stupire l’enorme crisi di domanda che stiamo attraversando.Servono piena occupazione e salari dignitosi. E a garantirli deve essere lo Stato. Che è quello che prevede la Costituzione.
C’è evasione in Italia? Sicuramente sì. Come in tutti i Paesi. È particolarmente alta? In media con quella dei Paesi con tassazioni molto elevate. Mentre non esiste nessuna correlazione tra uso del contante ed evasione. Come ha ammesso anche Padoan.
Nel 2019 l'evasione fiscale imputabile all'uso del contante valeva in Italia 8,7 miliardi di euro contro i 37,8 dovuti alle grosse compagnie che eludono le tasse tramite paradisi fiscali. Cioè il 4,8% contro il 20,84% dei 181,4 miliardi di evasione stimati.
Per quanto riguarda l'elusione, l'Italia si classifica nettamente sotto la media europea (8,1% contro il 9,7%). Anche Germania, Francia e Inghilterra superano l’Italia come evasione stando a un recente studio della Commissione Europea.
La biblioteca capitolare di Verona è la più antica al mondo tra quelle ancora attive. Nasce intorno al V secolo come emanazione dello Scriptorium della Schola majoris Ecclesiae, cioè dell'officina in cui venivano redatti i libri su pergamena dai Canonici della Cattedrale.
A uno di loro, Ursicino, dobbiamo la sua prima datazione. Dopo aver trascritto la vita di san Martino aggiunse in calce alcuni dati inusuali per l’epoca: il proprio nome, il luogo e la data. Cioè le calende di agosto dell’anno di consolato di Agapito: il 1 agosto del 517.
La presenza di codici ancora più antichi, ad esempio il De Civitate Dei di Agostino e l'Institutiones di Gaio (unico al mondo), fanno risalire la fondazione della biblioteca almeno al secolo precedente.
La narrazione del Nord virtuoso e del Sud parassita si regge sul nulla. Anzi è vero il contrario. Il Sud sottofinanziato dai tempi della Cassa del Mezzogiorno rispetto al Nord ha visto aumentare il divario col resto del Paese. Continuando a pagare parte della ricchezza del Nord.
A differenza di molti luoghi comuni, la Cassa per il Mezzogiorno assorbiva appena lo 0,5% del PIL italiano (mai più dello 0,7%), mentre gli investimenti pubblici al Nord ammontavano a circa il 3,5% del PIL. Questo dato da solo spiega in buona parte il divario di sviluppo.
Nel 2017 lo Stato ha speso 15.297 euro pro capite al Centro-Nord contro i 11.939 al Meridione. Ciascun cittadino del Sud ha ricevuto in media 3.358 euro in meno rispetto a un suo connazionale residente al Centro-Nord.
Il taglio dei parlamentari ha l'obiettivo di disgregare la Repubblica della Costituzione riducendo la rappresentatività del Parlamento. Si tratta di un progetto eversivo della forma di Governo, cioè del rapporto tra istituzioni centrali (Parlamento, PdR, Governo).
Dopo il passaggio dal proporzionale al maggioritario, dopo l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, dopo la sostituzione delle preferenze con liste chiuse e bloccate, tocca al taglio dei parlamentari.
È il sogno della P2 di Licio Gelli fatto realtà¹.
I padri costituenti, nel '48, avevano parametrato il numero dei parlamentari alla popolazione: 1 deputato ogni 80.000 abitanti, 1 senatore ogni 200.000.