Sto leggendo in queste ore un numero crescente di tweet che per giustificare il dovere vaccinale degli operatori sanitari ricorre all'iperbole: "Se non lo fai, allora è ammissibile un autista senza patente o (addirittura!) il ritiro della scheda elettorale".
1/15
Analogamente si leggono messaggi coi quali si sollecitano tutti a vaccinarsi, minacciando assenza di cure o cure a pagamento in caso di diniego del consenso.
Non sono d'accordo con nessuna di queste posizioni e vi spiego perché, se avrete la pazienza di leggermi.
2/15
La vaccinazione, di principio, difende l'individuo che vi si sottopone; solo indirettamente la collettività, non sempre è detto, ma forse nel caso del vaccino anti-Covid19 sì.
Se mi si passa la similitudine, è come l'uso della mascherina chirurgica, ma al contrario.
3/15
La mascherina chirurgica non protegge tanto chi la indossa quanto chi ci circonda. Però se tutti la indossano correttamente i rischi di contagio calano drasticamente.
Così per il vaccino: se tutti lo facessero, il virus potrebbe scomparire nel giro di pochi anni.
4/15
Come comportarsi, quindi?
Anzitutto occorre proteggere le persone più fragili (pe anziani, pluripatologici, ecc) e quelle occupate nei servizi essenziali (sanità, sicurezza, emergenza).
La vaccinazione deve iniziare da loro: "prima i vecchi, le donne e i bambini".
5/15
Così almeno, una volta, si stabiliva l'ordine di priorità.
Per chi opera nei servizi essenziali dovrebbe essere un obbligo proteggere se stesso. Lo si insegna a medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco...
Un operatore inabile è un danno doppio, a sé e al servizio.
6/15
Se in una Struttura sanitaria si ammalasse un numero consistente di operatori, il servizio collasserebbe. Tanto vale per un reparto di polizia o di vigili del fuoco.
Tali servizi esistono non (solo) per assicurare stipendi, ma per il prevalente fine del bene comune.
7/15
Un cittadino dovrebbe restare sorpreso semmai perché il Governo non abbia imposto l'obbligo vaccinale per gli operatori dei servizi essenziali.
Chi si dovesse legittimamente opporre alla vaccinazione dovrebbe essere avviato ad altro servizio, se possibile, o sospeso.
8/15
In questo caso assicurare la protezione di chi deve assicurare un servizio essenziale per la collettività ha la priorità sulle scelte - pur legittime - a livello individuale.
Nell'aver sottovalutato la questione trovo un grave vulnus (tra i tanti) di questa fase politica.
9/15
La Costituzione italiana, a cui tutti dobbiamo riferirci soprattutto in tempo di crisi, non ammette eccezioni: tutti i cittadini sono uguali (pure chi sbaglia), tutti hanno diritto ad una opinione (pure sbagliata), tutti devono essere curati (pure poveri e negazionisti).
10/15
Si tratta di un patto trasversale nel tempo, nello spazio, tra fasce sociali, che non ammette deroghe. Pena il dissolvimento della comunità nazionale e la caduta nel caos.
Alcuni o molti non vorranno vaccinarsi. Non perderanno così il loro status di liberi cittadini.
11/15
Invece ci parleranno di una sconfitta che richiede una seria, approfondita, equilibrata analisi.
Ci di dovrà interrogare sul perché si sia dissolta la spinta culturale e scientifica alla base della civiltà moderna; sul deterioramento delle relazioni sociali e comunitarie.
12/15
Ci si dovrà interrogare sui rigurgiti degli egoismi collettivi dai nomi più vari: sovranismo, nazionalismo, razzismo, tanto per citarne alcuni.
Ci si dovrà chiedere verso cosa vuol spingere una informazione approssimativa e manipolativa, quando non volutamente erronea.
13/15
I cittadini italiani e le persone ospitate dalla Repubblica meritano molto più dei sistemi opportunisti, cospirativi, negazionisti, ascientifici che la deteriorano.
Il "cupio dissolvi" di chi non vuol vaccinarsi va prevenuto, non represso; studiato e capito, non punito.
14/15
Sempre più vedo scritto nel futuro dell'Italia un ruolo determinante dei "liberi e forti" di sturziana memoria.
Non cittadini "contro" gli altri ma cittadini "per" gli altri, vaccinati contro Covid19, contro egoismi individuali e collettivi, contro ogni forma di violenza.
15/15
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Una clip davvero ben fatta con un particolare degno di nota.
Nel Presepe il Bambino si trova in braccio a Giuseppe, mentre Maria siede "Mater Matuta". La testa della Madre e quella del Figlio sono illuminate, a differenza di quella di Giuseppe.
Per quanto Giuseppe resti "in ombra", è lui a prendere in braccio il Figlio in un atto di riconoscimento della sua straordinaria paternità.
Ha salvato Maria dall'onta prendendola in sposa incinta non di lui, ma non fa il padre "per favore", fa il padre "sul serio".
Il Bambino tende le mani verso l'alto, forse presago della sua figliolanza divina, nello slancio di liberarsi dalla stretta di Giuseppe. Ma la forza umana e protettiva dello sposo di Maria lo trattiene: "È qui il tuo posto", sembra dire al piccolo Gesù.
- Chiunque affermi che le reliquie dei santi non siano degne di onore e venerazione, sia condannato
- Nella venerazione delle reliquie si eviti ogni forma di superstizione, come ogni sfarzo e dissolutezza
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Pio XI, Bolla Neapolitanae Civitatis Gloria, 1927
Viene citata per confermare la creazione della Deputazione di San Gennaro, organismo laico di gestione del Tesoro, del Museo e della Cappella di San Gennaro.
Non se ne trova traccia tra i documenti vaticani.
2/8
Paolo VI, Lettera Apostolica Motu Proprio Mysterii Paschalis, 1969
- Sono stati tolti dal Calendario universale i nomi di alcuni santi non universalmente conosciuti.
Gentile @giuliomeotti, la questione demografica italiana (ed europea nel complesso) è solo accidentalmente toccata dalla questione economica. Questa, per quanto importante, non si dimostra altrettanto decisiva rispetto ad una questione culturale più ampia.
In altri termini: è vero che in Italia servizi per sostenere la maternità sono carenti, dalla tutela della donna lavoratrice ad asili nido e sostegno alla famiglia.
Ma è indiscutibile il calo di matrimoni sia religiosi che civili, segno di disaffezione a un modello di vita.
Sono convinto che nemmeno investimenti da 100mld riuscirebbero a invertire il trend nel breve-medio periodo. Cosa peraltro difficile anche nel lungo.
Gli studi condotti da WHO e Lancet con proiezioni fino al 2100 sono concordi nel disegnare uno scenario impietoso e preoccupante.