Ecco qui spiegato quello che è accaduto con #Gamestop. Il ‘popolo Reddit’ ha semplicemente scoperto che su alcuni titoli insiste un posizionamento short superiore al flottante. Nel caso di Gamestop erano in circolo 50 mln di azioni a fronte di un posizionamento short di 61 mln.
È chiaro dunque che, nel momento in cui l’investitore che detiene una posizione short viene costretto a liquidare la posizione, trasforma lo ‘short squeeze’ in un’impennata del prezzo senza limiti in quanto la ricopertura dello short avviene in un mercato illiquido.
Pertanto, la canea di proteste di stampo liberal contro i ‘trogloditi’ di Reddit, colpevoli di manipolare il mercato, non ha alcun senso. Il problema semmai dovrebbe riguardare il mancato controllo delle authority che in teoria dovrebbero impedire la formazione di tali squilibri.
Se c’e’ dunque stata manipolazione su alcuni titoli, non riguarda a mio avviso chi ha fatto saltare l’asimmetria, ma chi l’ha creata e chi non ha impedito che si creasse.
Mi sembrano anche esagerati gli allarmi sull’effetto destabilizzante che azioni di questo tipo produrrebbero sui mercati. Un conto è far saltare uno short di un hedge fund, mentre è già un bel altro paio di maniche mettersi conto una ‘big bank’ che ha tasche belle profonde.
Intendiamoci: qualche bella cavolata la si sente anche dall’altro lato della barricata. L’esempio più lampante riguarda l’argento che secondo una vulgata in circolo da anni sarebbe manipolato al ribasso dalle banche d’affari colluse con la Fed.
È una balla. A oggi il posizionamento sul metallo è long per il 26% del total interest. L’argento a $50/oz ci andrà ma non grazie allo short squeeze prodotto dal popolo di Reddit.
Concludendo, l’aspetto che a me preme maggiormente è che questa vicenda non si concluda con un calo della partecipazione finanziaria da parte del retail investor. Questo è il vero rischio che un’authority seria dovrebbe preoccuparsi di scongiurare.
Che poi, va detto, le avvisaglie di quello che sarebbe successo con il titolo Gamestop ci furono già lo scorso anno con la messa in liquidazione di alcuni ETF sul petrolio. Ve lo ricordate, no? Facciamo un excursus...
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...al punto che i clearing brokers decisero di impedire ai fondi passivi di accrescere il posizionamento sui derivati petroliferi proprio come piattaforme come #RobinhoodApp hanno fatto la scorsa settimana con i titolo #Gamestop.
Nei giorni che seguirono le società di gestione furono costrette a modificare la metodologia di trading e ristrutturare l'esposizione sul petrolio, acquistando scadenze sempre più a lungo termine per scongiurare le oscillazioni del mercato.
Fortunatamente, il rischio di sistema venne così fortemente ridotto ma a oggi i flussi finanziari su questi ETF continuano ad avere un impatto molto forte sul corso del prezzi del petrolio, segnando così una nuova pagina della storia della finanza.
Concludendo, quali insegnamenti trarre da queste dinamiche? Due a mio avviso: 1. Non sottovalutare la disruption derivante dalla pervasività dei social che hanno oramai invaso anche il settore del trading creando così terreno fertile per fasi di alta congezione dei mercati...
2. Guardare con crescente diffidenza alle politiche monetarie super espansive intraprese dalle banche centrali che nell'obiettivo di scongiurare le pressioni deflazionistiche continuano indefesse a inondare il mercato di liquidità.
Sarebbe però un errore condannare 'tout court' le politiche monetarie. Le quali, stanno sì fallendo nel loro disperato tentativo di reflazionare il sistema, ma, va detto, non trovano alcun aiuto nella politica fiscale che aree come UE e in Cina rimangono restrittive.
Gli effetti di queste politiche sono evidenti anche sul fronte macro: il mix dettato dal blocco delle produzioni post pandemia unito alla liquidità a costo zero si sta già traducendo nell'impennata dei prezzi delle materie che sta già minando la marginalità delle imprese.
Non parliamo poi dei potenziali effetti nei paesi in via di sviluppo dove il balzo dei prezzi delle materie prime alimentari rischia di sfociare in scenari di forte instabilità sociale.

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28 Jan
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