"I tell you what freedom is to me: no fear." Nina Simone e la sua battaglia contro la paura ha qualcosa da dirci qui e ora?
Mr #PianPiano con @ceranto cucina playlist e rapidi ascolti.
Il motore della giustizia sociale e del superamento delle diseguaglianze è in Italia un pessimo arnese di fabbricazione ignota e che funziona un giorno sì e tre no, inceppando continuamente l'ascensore sociale. Cos'è?
Semplice: l'invidia!
L'invidia è il motorino scassato a cui affidiamo il nostro arrampicarci verso l'alto, non l'istruzione, il merito, la formazione continua, i sacrifici.
Naturalmente dandogli altri nomi: invidia suona male.
Lotta di classe suona molto meglio di invidia e ora con il ritorno del vintage è anche di gran moda.
Le case editrice Italiane fanno a gara per avere autori infiammati dalla "lotta di classe", dall'odio giusto e opportuno.
Scusi @PLCastagnetti a lei sembra un linguaggio accettabile? Le parole hanno un senso o le possiamo utilizzare come coriandoli o pietre indifferentemente?
Qui non si tratta affatto di parteggiare per una fazione o per l'altra, ma si tratta di non trasformare il confronto politico, anche quello serrato, in caciara populista alla Trump.
Dove portino le parole utilizzate come pietre non lo abbiamo visto negli USA?
Come semplice e trascurabile cittadino mi aspetto critiche PUBBLICHE e non mugugni di corridoio a queste affermazioni, ad un'analisi politica che indica negli avversari politici "mandanti e sicari".
Spero che altri "semplici e trascurabili" cittadini ne comprendano l'importanza.
Conte Giuseppe va alla fin fine dov'è il posto di Conte Giueppe. Non tra i Cavour o gli Aldo Moro.
Nel M5s ad applaudire i vari Beppe Grillo.
La sua identità politica non è europeista, non è atlantista, ma populista ed è in una forza populista ed opportunista come il M5s (partito disposto ad allearsi con chiunque al di là di qualsiasi programma) che lo ritroviamo.
Non è un caso.
Il partito che raccoglieva le firme per uscire dall'euro, della decrescita felice spacciata per ambientalismo, delle purghe e delle espulsioni per chi dissente, dei vertici non eletti (chi ha legittimato Grillo e Casaleggio?), dell'opaca piattaforma Rousseau.
La differenza tra le parole della propaganda ed i fatti. Dietro al sipario di roboanti e urlate dichiarazioni, spunta un agire contrario e simmetrico a quanto detto a furor di telecamere.
C'è da chiedersi caro @AlienoGentile se non sia matematico che accada.
Quando ci ritroviamo tavolini in piazza imbanditi di microfoni, Ministri travestiti da poliziotti, Guardasigilli che presenziano a consegna latitanti con fare comico da armigeri forse dovremmo chiederci se non stia accadendo nei fatti il contrario di quel che le parole dicono.
Alla fine, gira e rigira, la propaganda va in una direzione precisa e univoca: raccogliere consenso per conservare od ottenere il potere, gli argomenti che utilizza strumentali e mai vincolanti, quasi che le parole non contino nulla, ma solo le emozioni.