1/ Dopo l’acqua e il biossido di carbonio, il metano (CH4) è il terzo gas per importanza nei riguardi dell’effetto serra. Il metano è una molecola composta da 5 atomi quindi presenta molte possibilità di vibrazioni molecolari.
2/ Gli stiramenti dei legami C–H cadono intorno alla lunghezza d’onda dei 3000 nm. In questa regione assorbe anche il vapore acqueo che si trova in maggiore quantità quindi non hanno grande rilevanza per l’effetto serra.
3/ Le vibrazioni di flessione variano l’angolo H–C–H e cadono intorno ai 7700 nm, all’estremità della finestra dell’acqua e, anche per l’elevata intensità di assorbimento, risultano importanti per l’effetto serra.
4/ Una molecola di metano contribuisce al riscaldamento globale circa 23 volte di più rispetto a una molecola di anidride carbonica a causa della elevata probabilità che ha di assorbire un fotone.
5/ L’aumento di metano in atmosfera provoca quindi un riscaldamento molto maggiore del corrispondente aumento di CO2. La quantità di quest’ultima è attualmente più di 200 volte quella del CH4 per cui il biossido di carbonio risulta più importante ai fini dell’effetto serra.
6/ Come la CO2, il metano è consistentemente aumentato durante l’era industriale. Al giorno d’oggi la concentrazione del metano è circa 1,7 ppm (parti per milione, figura in ppb) contro i 370 ppm della CO2.
7/ La crescita della concentrazione di metano è circa 100 volte inferiore a quella della CO2. Certi studi sembrano indicare che negli ultimi 20 anni il tasso di aumento del metano è stato negativo. Le sorgenti di metano sono di origine antropica per il 70%.
8/ Il processo di degradazione anaerobica di materiale organico nelle paludi, risaie e discariche trasforma la cellulosa in CH4 e CO2. Questa reazione avviene praticamente in tutti i posti umidi e costituisce la principale sorgente di metano.
9/ I ruminanti producono metano attraverso la digestione della cellulosa in ambiente a pH neutro. L’aumento del bestiame in conseguenza dell’incremento demografico ha provocato un sensibile aumento di produzione di metano da fonte animale.
10/ Al mondo ci sono 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e 700 milioni di ovini e caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli e galline. Solo in Europa ci sono 90 milioni di bovini, 118 milioni di suini, 250 milioni di galline ovaiole.
11/ I rifiuti alimentari nelle discariche sono una fonte di metano: in alcuni casi il metano viene raccolto. Usato come combustibile produce meno CO2 per mole rispetto alla digestione dei bovini per cui il risultato è positivo ai fini di una diminuzione dell’effetto serra.
12/ Metano si genera nella combustione di foreste e savane delle aree tropicali che avviene in condizioni di scarsa ossigenazione. Ci sono poi perdite nelle condutture e gasdotti e nell’estrazione del carbone e del petrolio.
13/ Il metano atmosferico è eliminato al 90% dalla reazione con il radicale ossidrile OH. Anche se presente in concentrazioni molto basse, è estremamente reattivo e si forma a causa della fotolisi dell’acqua per irradiazione solare: H2O + hν → OH + H
14/La reazione del metano è col radicale ossidrile ha come prodotto intermedio del radicale metile CH3 è ancora molto reattivo per cui la sequenza continua fino alla completa ossidazione del CH4 a CO2. Il metano è assorbito anche dalle reazioni con il terreno.
15/ La diffusione verso la stratosfera elimina metano che reagisce con ozono a formare H2O, che contribuisce all’effetto serra. Perciò questa reazione elimina sì il metano, ma non la sua azione serra: circa il 25% del riscaldamento globale è dovuto al metano
16/ Le molecole di metano nell’atmosfera hanno un tempo di vita di circa 10 anni. L’innalzamento della temperatura potrebbe ulteriormente aumentare nell’atmosfera terrestre le immissioni di metano.
17/ Temperature elevate accelerano la decomposizione anaerobica di biomasse in discarica, nelle paludi e nelle tundre canadesi e russe. Il fenomeno dipende da molti fattori come l’umidità dell’aria per cui al momento non ci sono dati certi, né previsioni affidabili.
18/ Molto metano si trova congelato nel permafrost e sui fondali oceanici, come composto cristallini di ghiaccio che intrappola il gas metano (clatrati, ghiaccio che brucia). Sono stabili solo a basse temperature e alte pressioni come quelle delle grandi profondità oceaniche.
19/ Il riscaldamento globale potrebbe favorire la fusione dei clatrati con rilascio di metano gassoso. L’aumento di metano in atmosfera causerebbe a sua volta un ulteriore riscaldamento, (feedback positivo) dalle conseguenze potenzialmente serie.
20/ L’ossido nitroso (protossido di azoto, il gas esilarante dei dentisti) è presente in atmosfera piccola quantità 300 ppb = 0.3 ppm. Come altri gas serra ha subito un aumento nell’era industriale di circa il 10%.
21/ La sua azione per l’effetto serra deriva dal fatto che assorbe intorno alle lunghezze d’onda dei 7800 nm, all’interno della finestra non occupata dal vapore acqueo. La vibrazione efficace riguarda la flessione del legame N–N–O della molecola lineare.
21/ Il contributo serra della molecola è molto elevato, circa 200 volte quello della CO2. Il tempo di permanenza nella troposfera è anche elevato (120 anni) perché non subisce reazioni di ossidazione a basse altezze.
22/ Per queste ragioni il protossido di azoto è un gas insidioso per l’effetto serra. Come il metano, anche la quantità di ossido nitroso nell’atmosfera è rimasta costante fino all’epoca preindustriale a 275 ppb.
23/ Oggi il livello N2O si aggira intorno a 320 ppb. Il contributo dell’ossido nitroso all’effetto serra è stimato a circa 1/3 di quello del metano. Le sorgenti principali di N2O sono connesse al ciclo dell’azoto nelle alghe marine e nei vegetali, soprattutto ai tropici.
24/ La produzione antropica di N2O è dovuta ai fertilizzanti e rende conto del 30-40% delle immissioni. Le emissioni industriali sono dovute alla produzione del nylon. N2O non viene rilasciato bruciando combustibili fossili.
25/ Il protossido di azoto non reagisce nella troposfera e si diffonde nella stratosfera dove subisce reazioni fotochimiche che lo trasformano in azoto molecolare e in monossido di azoto che funge da catalizzatore nelle reazioni di distruzione dell’ozono.
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1/ Il contributo dell’effetto serra su temperatura del pianeta si apprezza facendo il bilancio energetico della Terra espresso in W/m2. Dividiamo l’intensità I0=1370 W/m2 per 4/come se zone illuminate e ombra parziale e totale assorbissero una radiazione solare di 342 W/m2. 👇👇
2/ Dei 342 W/m2 di radiazione solare, 235 W sono effettivamente assorbiti mentre gli altri 107 sono riflessi nello spazio. Questa frazione, 107/342≈0.3, corrisponde all’albedo. L’atmosfera gioca un ruolo cruciale nel ridurre la quantità di radiazione che arriva alla superficie.
3/ 77 W/m2 (il 22%) sono riflessi nello spazio e non contribuiscono al riscaldamento della Terra che a sua volta emette 390 W/m2 di radiazione IR. Di questa 40 W/m2 sfuggono nello spazio e gli altri 350 vengono assorbiti o riflessi dalle nubi, aerosol e gas.
1/ A parte una piccola quantità che arriva dall’attività geologica, l’energia ricevuta dalla superficie della Terra viene dal Sole trasportata dalla radiazione elettromagnetica composta per circa 43% di luce visibile, un 5% di ultravioletto e il resto (52%) infrarosso. 👇👇👇
2/ Alla distanza Terra-Sole l’energia che arriva è di circa 1370 W/m2 (costante solare I0). Questo valore non è costante e varia leggermente in relazione alle macchie solari. Le variazioni sono circa l’1 per mille per il visibile e nell’IR; con maggiori variazioni nell'UV.
3/ La quasi totale scomparsa delle macchie solari tra i secc. XVII- XVIII coincise con un periodo di clima più freddo del presente (Piccola Era Glaciale). Buona parte del flusso di energia attraversa l'alta atmosfera e viene assorbito negli strati più bassi e poi dal suolo.
Anche se ruota, la Luna mostra sempre la stessa faccia alla Terra perché è in rotazione sincrona: fa un giro su se stessa esattamente nello stesso tempo che impiega a fare un giro completo intorno alla Terra (circa 27 giorni e 8 ore). La foto è mia 🙂. Mini thread:👇👇👇
2/ Dalla Terra vediamo circa il 60% della superficie lunare per tre effetti:
- l’asse di rotazione della Luna è leggermente inclinato rispetto al piano della sua orbita
- l’orbita lunare è un po' ellittica
- la Terra ruota su stessa più velocemente della Luna.
3/ A causa di questi effetti che si sommano alla rotazione sincrona, la Luna non mostra sempre esattamente la stessa porzione di superficie a un osservatore sulla Terra, ma oscilla periodicamente con un moto complesso detto di "librazione".
1/ Si sente spesso parlare di idrogeno come possibile sostituto dei combustibili fossili verso la transizione ecologica e la decarbonizzazione. Nel #PNRR si parla di promuovere e sviluppare la filiera dell'idrogeno.
È la strada giusta? 👇👇👇
2/ L’idrogeno (H) è l’elemento più semplice e più comune in natura. Come tutti sanno, un atomo di ossigeno e due atomi di idrogeno si legano saldamente per formare la molecola dell’acqua dandole le sue peculiari proprietà.
3/ La reazione chimica che lega l’idrogeno all’ossigeno rilascia una grande quantità di energia proprio perché la molecola d’acqua (stato finale) è molto stabile. L’idrogeno è quindi altamente infiammabile.
1/ Per la fusione i due nuclei devono collidere con energia sufficiente a vincere la repulsione elettrostatica tra loro. Le reazioni più favorevoli combinano nuclei di (H:idrogeno, D:deuterio, T:trizio) per produrre tipicamente 4He (elio-4:ppnn).
2/ L'3He viene prodotto solo nella reazione D+D, ma potrebbe essere usato anche come reagente. La differenza tra 3He e 4He non è solo "chimica". L'3He ha un momento magnetico (spin 1/2) ed è un fermione mentre l'4He ha spin zero ed è un bosone.
3/ In pratica 3He sente i campi magnetici. L'3He in natura viene prodotto prevalentemente dal sole. Dato che il pianeta Terra ha una magnetosfera l'3He viene deviato e non riesce a depositarsi sulla superficie del nostro pianeta. Quindi è un elemento rarissimo.
1/ Visto che avete apprezzato la biografia di #Boltzmann e la sua ferrea convinzione che la materia fosse composta di atomi e che il comportamento di questi fosse descrivibile con metodi statistici vale la pena continuare e capire meglio il concetto di entropia.
2/ Chiameremo sistema una certa quantità di materia o una porzione di spazio su cui si può agire fisicamente (per esempio meccanicamente). Un sistema è delimitato da confini (pareti). Tutto all’esterno del sistema e in grado di interagire con esso viene chiamato “ambiente”.
3/ Troviamo 2 tipi di sistemi: CHIUSI (impermeabili al passaggio della materia) e APERTI. Se le pareti del sistema, oltre ad essere impermeabili alla materia, impediscono anche lo scambio di ogni forma di energia, si ha un sistema ISOLATO. L’Universo è un sistema isolato.