Ieri abbiamo lasciato in sospeso la nostra storia dell'industria farmaceutica... eccovi il finale!

Mentre l'industria cresceva grazie al suo crescente "portfolio" di prodotti, divenne sempre più chiaro il potenziale conflitto etico di guadagnare vendendo prodotti legati alla >
salute. George Merck si espresse sul tema nel 1950: "Non dovremmo mai dimenticarci che la medicina è per le persone. Non è per i profitti. I profitti vengono di conseguenza, e se ci ricordiamo di questa lezione, non smetteranno di esserci. Meglio la ricordiamo, maggiori saranno >
i profitti". Quest'industria che coinvolgeva il "pubblico" richiedeva supervisione, e i regolamenti sui medicinali richiesti dai governi sulle due sponde dell'Atlantico aumentarono. Lo scandalo della talidomide del 1961 fece aumentare le regole e i test sui principi attivi >
prima che venisse concessa la licenza. Nel '62 la FDA introdusse una regola in cui si richiedeva prova dell'efficacia e un'accurata dichiarazione degli effetti collaterali per i nuovi medicinali. Nel '64 la Dichiarazione di Helsinki introdusse limiti etici alla ricerca clinica, >
definendo chiaramente la differenza tra la produzione di medicinali e altri prodotti chimici. Una crescente conoscenza di biologia e chimica fece in modo che i principi attivi fossero scelti sempre piu sistematicamente e non più casualmente. Questa "età dell'oro"di sviluppo >
avvenne nel contesto più ampio del boom economico del dopoguerra, con un miglioramento di massa degli standard di vita. Le inasprite regole per entrare nell'industria farmaceutica consentirono un consolidamento di quella esistente, che continuò il suo processo di >
internazionalizzazione tramite sussidiarie. La lista di nuovi prodotti parla chiaro: la pillola contraccettiva introdotta nel 1960 ebbe un impatto sulla società simile a quello della penicillina, permettendo alle donne di controllare la propria fertilità e di fatto consentendo >
l'uguaglianza sessuale per la prima volta nella storia. Il Valium fu introdotto sul mercato dalla Roche nel 1963, seguito da altre classi di antidepressivi e antipsicotici. Questi medicinali dischiusero nuove possibilità nei trattamenti psichiatrici, da affiancare alle sedute >
psicoanalitiche. Il 1970 vide un'ondata di antitumorali, come risultato di una "guerra al cancro" da parte dell'amministrazione americana. Un rapporto recente indica che il tasso di sopravvivenza è raddoppiato rispetto ai '70. Medicinali ora diffusissimi come il paracetamolo e >
l'ibuprofene furono sviluppati rispettivamente nel '56 e nel '69. Nel 1977 il Tagamet, medicina per l'ulcera, divenne il primo "blockbuster", facendo guadagnare più di 1 miliardo di dollari all'anno al produttore e regalando il Premio Nobel ai suoi creatori. Questo segnò un punto
di svolta perchè le compagnie iniziarono a competere per essere gli sviluppatori del nuovo "blockbuster". I risultati non tardarono ad arrivare: Eli Lilly introdusse il Prozac nel 1987 rivoluzionando ancora una volta i trattamenti psichiatrici. Nello stesso anno fu approvato >
l'utilizzo delle statine prodotte dalla Merck. Nel 2001 il sequenziamento del genoma umano ha portato ha una miglior conoscenza della genetica e delle cause sottostanti di molte malattie, tra cui il cancro. Fino agli anni 2000 radioterapia e chemioterapia sono state le armi >
principali, ma a partire da quella data si sono moltiplicati i cosiddetti farmaci intelligenti (targeted therapies), progettati per colpire bersagli cellulari precisi, presenti solo in cellule malate. Ora l'industria farmaceutica si è rivolta con grande interesse verso >
l'immunoterapia, che non agisce direttamente sulla malattia ma stimola il sistema immunitario a combattere contro il tessuto canceroso. L'idea dell'immunoterapia era nota dai primi del '900 ma è stata la Bristol-Myers Squibb con l'ipilimumab a iniziare la rivoluzione. Questa >
profonda conoscenza della genetica ha portato allo sviluppo della prima terapia genica, e ora ci sono trattamenti capaci di risolvere le cause sottostanti di alcune malattie rare, con una singola iniezione. Questo, assieme ad altre innovazioni come gli oligonucleotidi antisenso,
ha condotto allo sviluppo di medicine per malattie rare considerate prima incurabili. Siamo vicini allo sviluppo di trattamenti per eradicare l'epatite C. E nel 2020 l'industria ha prodotto dozzine di potenziali vaccini Covid in tempi record, dando una speranza di poter uscire >
dalle incomode condizioni attuali. Le sfide rimangono: la nuova generazione di medicinali è troppo cara e ha sforato la capacità delle finanze dei sistemi sanitari. La ricerca sui nuovi antibiotici è rimasta al palo perchè non produce profitti, ma questo succede proprio quando >
il mondo protebbe affrontare la crisi della resistenza antimicrobica. Il futuro potrebbe essere luminoso per l'industria farmaceutica, ma mantenere la fiducia del pubblico e prevenire la crisi della resistenza batterica agli antibiotici sono le sue più grandi sfide.
Questo thread lo potete ritrovare nella Raccolta:

Ho dimenticato colpevolmente di citare @ScaltritiLab che mi ha dato una necessaria chiarificazione sulla parte dedicata all'oncologia. 🙏

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Concedetemi 3 minuti di tempo perchè sto per raccontarvi una storia, quella dell'industria farmaceutica. Le sue radici, se ci pensiamo bene, risalgono a quelle farmacie e a quegli speziali che offrivano rimedi tradizionali già nel Medioevo, basati su secoli
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aveva trasformato la produzione dei beni, ma l'unione dei due concetti a beneficio della salute umana tardò ad arrivare. Merck in Germania fu probabilmente la prima compagnia a guardare in quella direzione. In origine una farmacia fondata a Darmstadt nel 1668, nel 1827 venne >
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14 Feb
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