Il mondo della meccanica quantistica è strano. Molto strano. Persino Einstein faticava ad accettarne alcune caratteristiche. Ma un uomo investigò la teoria in modo così profondo, da darci la possibilità di esplorare questioni quasi filosofiche sulla natura della realtà, >
direttamente attraverso esperimenti di laboratorio.
Vi presento John Bell.
John nacque a Belfast nel 1928 in una famiglia non proprio benestante, ma dai genitori non mancò mai l'affetto. La madre in particolare insisteva coi bambini su quanto fosse importante l'istruzione per >
godere di una vita soddisfacente. John si dimostrò subito uno studente brillante e i genitori trovarono i soldi per iscriverlo a una scuola tecnica che gli consentisse poi di iscriversi all'università. A 16 anni, essendo troppo giovane per l'ammissione alla facoltà, riuscì a >
farsi assumere come tecnico di laboratorio del Dipartimento di Fisica. I professori rimasero colpiti da questo giovane e gli permisero di frequentare i corsi del primo anno. Con i risparmi accumulati dal lavoro, l'anno successivo riuscì a iscriversi all'università, per poi >
laurearsi a pieni voti nel 1948. Nel 1949, dopo la specializzazione in matematica fisica, John entrò all'Atomic Energy Research Establishment di Harwell, per occuparsi del design di un acceleratore. Con i soldi dello stipendio si comprò subito una motocicletta. Ma un brutto >
incidente gli lasciò una cicatrice attorno alla bocca... e questo condusse alla sua famosa barba! Il lavoro di John consisteva nel modellare il percorso delle particelle cariche all'interno dell'acceleratore. Senza l'ausilio del computer il lavoro richiedeva una conoscenza >
profonda dei principi fisici e allo stesso tempo abilità nel calcolare le approssimazioni necessarie perchè il calcolo fosse svolto da un calcolatore meccanico. John divenne uno dei massimi esperti del principio di "strong focusing" e quindi fu chiamato come consulente per la >
realizzazione della nuovo acceleratore in costruzione al CERN di Ginevra, dove iniziò a lavorare stabilmente dal 60. Nel 64 scrisse l'articolo scientifico più importante della sua carriera: "Sul paradosso Einstein-Podolosky-Rosen". Il Paradosso EPR era un esperimento mentale >
proposto dai fisici sopracitati, in cui sostenevano che la descrizione della realtà operata dalla meccanica quantistica fosse incompleta. Einstein non digeriva il fatto che la Fisica potesse basarsi su principi di indeterminazione sistemici. Per confutare questi principi, >
durante tutta la vita, continuò a ideare più o meno credibili teorie che riportassero ordine e decidibilità in Fisica. Una di queste teorie è quella delle “Variabili Nascoste”. Einstein era convinto che se un sistema quantistico ci pare indeterminato, è solo perché di quel >
sistema non riusciamo a catturare ogni particolare. Esempio: di una particella che può decadere si può dire solo che lo farà, ma non si può dire quando. Una variabile nascosta potrebbe essere una specie di “orologio" nascosto nella particella che dice esattamente quando questa >
decadrà, solo che noi non siamo in grado, per nostri limiti sperimentali, di vedere questo orologio. John ideò un esperimento per confutare questa ipotesi delle variabili nascoste. Per far questo utilizzò una serie di “disuguaglianze”, che assomigliano ad una disuguaglianza >
triangolare applicata ad attributi relativi allo spin e all’orientazione di questo. John cercò di trovare relazioni fra questi attributi, che sarebbero state rispettate in meccanica classica (variabili nascoste) ma che sarebbero state violate in meccanica quantistica. Facciamo >
un esempio di queste relazioni. John immaginò di utilizzare tre attributi A, B, C di un sistema quantistico. Dimostrò quindi che, in presenza di variabili nascoste (quindi in meccanica classica) deve valere la seguente relazione tra questi attributi: “Il numero di particelle >
che hanno l’attributo A, ma non l’attributo B + il numero di particelle che hanno l’attributo B, ma non l’attributo C deve essere maggiore o uguale al numero di particelle che hanno l’Attributo A, ma non l’attributo C”. Questa relazione è dimostrabile (ma con un bel po’ di >
matematica!) che non vale in meccanica quantistica, ma è valida in caso di esistenza di fantomatiche variabili nascoste. Fra il 1981 e 1982, il fisico francese Alain Aspect verificò sperimentalmente le previsioni del Teorema, confermando che la violazione delle diseguaglianze >
di Bell (che la meccanica quantistica viola attraverso il fenomeno dell'entanglement) ci obbliga ad accettare la natura non locale della realtà, non esistono scappatoie!
Un sentito ringraziamento a @LucaCiciriello per la necessaria consulenza sulla parte tecnica del Teorema!
Questo thread arricchisce la raccolta " Grandi Pensatori"
twitter.com/i/events/10948…

• • •

Missing some Tweet in this thread? You can try to force a refresh
 

Keep Current with Davide Lo Vetro #ME

Davide Lo Vetro #ME Profile picture

Stay in touch and get notified when new unrolls are available from this author!

Read all threads

This Thread may be Removed Anytime!

PDF

Twitter may remove this content at anytime! Save it as PDF for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video
  1. Follow @ThreadReaderApp to mention us!

  2. From a Twitter thread mention us with a keyword "unroll"
@threadreaderapp unroll

Practice here first or read more on our help page!

More from @DaLoVe1974

1 Aug 20
Se ci fosse una competizione per il genio meno conosciuto dell'astronomia del XX secolo, il vincitore sarebbe Fritz Zwicky a mani basse. Le sue tesi innovative avrebbero portato fama e onori a qualsiasi scienziato. Ma Zwicky non era di certo uno qualsiasi. Coi colleghi anziani >
era arrogante e indisponente. Una volta disse: "Gli astronomi sono bastardi sferici, cioè bastardi da qualsiasi angolazione si guardino". Il carattere aggressivo gli valse l'antipatia di molti e anche per questo rimane sconosciuto al grande pubblico.
Zwicky nasce in Bulgaria da >
padre svizzero e madre ceca. Si laurea in Fisica al Federal Institute of Technology di Zurigo, poi si trasferisce negli USA. Entra a Caltech nel 1925 per lavorare sulla fisica delle strutture cristalline. Ma presto finisce preda dell'eccitazione per le ricerche astronomiche >
Read 17 tweets
23 Jul 20
Dallas, 1967. Allan Sandage, uno dei più influenti astronomi dell'epoca, sta per tenere una conferenza. Ma prima che possa iniziare a parlare una giovane donna si alza in piedi e annuncia al pubblico che tutto ciò che stanno per ascoltare è sbagliato.
Beatrice Hill nasce a Chester nel 1941, zona nord ovest dell'Inghilterra. Nel 1946 la famiglia emigra in Nuova Zelanda, prima a Christchurch e poi a New Plymouth. Fin da subito si dimostra una studentessa brillante e già da teenager inizia a porsi le grandi domande, cercando >
risposte nella scienza invece che nella religione dei genitori. A scuola trova poi ispirazione leggendo "La natura dell'universo" di Fred Hoyle.
Nel 1961 si laurea in Fisica (non avendo trovato supervisori per una tesi in Cosmologia) al Canterbury University College e lo >
Read 13 tweets
30 Apr 20
VIRUS contro BATTERI

Ogni predatore è preda di qualcosa. L’antilope soccombe al leone, il leone soccombe all’umano, e l’umano a virus e batteri.
Infezioni provocate da batteri resistenti a una terapia antibiotica possono facilmente abbattere >
il più forte o il più intelligente tra noi.
Ma i batteri, che vivono in noi e tra di noi, hanno un loro predatore?
Sì. Ce l’hanno. Esiste una grande varietà di virus e di tipi di cellula che possono infettare, e quindi così come infettano le cellule umane, così sono in grado di >
infettare i batteri. Questi virus sono chiamati batteriofagi. Come in qualsiasi altro rapporto predatore-preda, i batteriofagi e i batteri sono in stretta competizione evolutiva.
Prima di lanciarci nella selvaggia battaglia tra batteri e batteriofagi però, diamo un’occhiata a >
Read 21 tweets
2 Oct 19
Albert Einstein conservava le foto di tre scienziati nel suo ufficio: Isaac Newton, James Clerk Maxwell e...
Vi presento Michael Faraday.

THREAD 🔽🔽🔽
Nato il 22 settembre del 1791 a Newington, un villaggio di campagna poi assorbito nell'area di South London. Il padre era un fabbro emigrato dal nord dell'Inghilterra in cerca di lavoro. Michael era uno di quattro figli e spesso mancava il cibo sulla tavola. Una fetta di pane a >
volte doveva durare per una settimana. La sua educazione iniziale fu piuttosto rudimentale: leggere, scrivere e far di conto presso la Sunday School locale (istituti di ispirazione religiosa).
A 14 anni iniziò l'apprendistato come rilegatore di libri, ma a differenza dei suoi >
Read 13 tweets
2 Aug 19
Un giorno Phoolan fu convocata dal Pradham, capo di tutti i villaggi del distretto, perché gli togliesse i pidocchi. Davanti a lui c’era una catasta di frutti appena colti.
“Per favore, posso mangiare un pezzettino di mango”?
Un ceffone la stordì e cadde a terra.
“Come osi >
chiedermi un mango? Oggi vuoi un frutto, domani vorrai altro”.
Phoolan, impaurita, si pisciò addosso e corse a casa. “Non voglio più andare dal Pradham a fare quel lavoro”. Il padre le ricordò i suoi doveri: servire i ricchi, toccare loro i piedi in segno di rispetto e sperare >
nella loro generosità. Questa legge regolava il rap-porto tra mallah e le caste più alte. Ovvero tra mallah e il resto dell’India, poiché sotto di loro c’erano solo gli intoccabili.
Nata il 10 agosto 1963 in un villaggio sulle rive del fiume Yamuna, nel nord dell’India, Phoolan >
Read 15 tweets
30 Jul 19
Si tende ancor oggi a voler far credere che il razzismo fascista non sia esistito, se non come un atto di ossequio all’alleato tedesco, compiuto di malavoglia, se non addirittura a forza, e comunque soltanto a partire dal 1938. Al contrario, il razzismo è stato un tema centrale >
di tutta la politica fascista e mussoliniana, fin dagli anni Venti, dapprima sotto la forma di politica popolazionista (il numero è forza), e di rigenerazione della razza (eugenica positiva) per creare una razza italica capace di competere con le altre e dominarle, e infine >
come politica razziale rivolta specificamente contro le popolazioni indigene delle colonie africane italiane e contro gli ebrei in madrepatria.
Il razzismo fascista in sintesi si fondava sul concetto di etnia piuttosto che su quello di razza e propugnava un atteggiamento >
Read 16 tweets

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just two indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3/month or $30/year) and get exclusive features!

Become Premium

Too expensive? Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal Become our Patreon

Thank you for your support!

Follow Us on Twitter!