Gabrielli, neo nominato a capo dei servizi segreti e alla sicurezza nazionale è lo stesso che da capo della polizia non aveva niente da obiettare sull'uso indiscriminato delle divise dell'allora 'ministro' dell'interno leghista. 
Ed è lo stesso che nel novembre scorso, insieme alla ministra riconfermata al Viminale, firmò la promozione di Pietro Troiani e Salvatore Gava, entrambi condannati in via definitiva per i fatti del G8 di Genova,
il primo per aver introdotto le due molotov all'interno della Diaz per giustificare il massacro sui manifestanti e l'altro per aver testimoniato il falso su quell'episodio.
In precedenza c'erano state le promozioni di Gilberto Caldarozzi, condannato anche lui per false prove e promosso alla vicedirezione della Direzione investigativa antimafia,
di Fabio Ciccimarra, condannato a due anni e otto mesi e salvato dalla mano santa della prescrizione per il sequestro dei manifestanti nella caserma Rainero durante il G7 di Napoli promosso, sempre da Gabrielli, ad un importante incarico in Albania.
Ciliegina sulla torta fu la promozione di Francesco Zerilli, già responsabile dei servizi di ordine e sicurezza pubblica di Roma centro, famoso alle cronache per aver ordinato e capeggiato diverse cariche e pestaggi della polizia,
fra le sue vittime gli operai della Thyssen Krupp che manifestavano con Landini e i richiedenti asilo sgomberati da un palazzo di piazza Indipendenza a Roma dai reparti antisommossa guidati da Zerilli.
Dopo quell'episodio le cui modalità violente finirono su tutti i giornali Zerilli fu rimosso e mandato momentaneamente in un ufficio fino a novembre 2020, quando Gabrielli ha ritenuto che fosse arruolabile ad altro e più prestigioso incarico di dirigente alla Polfer in Veneto.
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