Una storia italiana.
Quel giorno del 9 Marzo 1976 ero sulla funivia del Cermis, erano le 17.16 e stavamo rientrando a valle dopo una meravigliosa giornata.
Poi la cabina si è fermata, ho visto i cavi attorcigliarsi e infine spezzarsi.
“Muoio” è l’unica cosa che ho pensato. 🔽
Quel giorno del 9 Marzo 1976 ero sulla funivia del Cermis, erano le 17.16 e stavamo rientrando a valle dopo una meravigliosa giornata.
Poi la cabina si è fermata, ho visto i cavi attorcigliarsi e infine spezzarsi.
“Muoio” è l’unica cosa che ho pensato. 🔽
Invece no.
Eravamo in 42 in quella maledetta cabina, e in 41 sono morti: 21 turisti da Amburgo, 11 italiani, 7 austriaci, un francese, il manovratore e alcuni operai dell’impianto.
15 erano bambini fra i 7 ed i 15 anni. 🔽
Eravamo in 42 in quella maledetta cabina, e in 41 sono morti: 21 turisti da Amburgo, 11 italiani, 7 austriaci, un francese, il manovratore e alcuni operai dell’impianto.
15 erano bambini fra i 7 ed i 15 anni. 🔽
Io, Alessandra Piovesana, ero in gita con i compagni di Liceo , venivamo da Milano, ed avevo 14 anni. Non mi accorsi del volo, mi trovarono svenuta in mezzo ai corpi dei miei sfortunati compagni. Furono loro che mi salvarono proteggendomi durante la caduta.🔽
Il carrello superiore che pesava 3 tonnellate si schiantò sul tetto, la cabina precipitò lungo il fianco della montagna e si infranse sulle rocce. Poi rotolò per altri cento metri e si fermò nei prati in cui stavano fiorendo i bucaneve ed i crochi. 🔽
Io me la cavai con le gambe rotte e botte dappertutto. In realtà una parte di me era morta dentro, e continuò a soffrire per altri 19 anni, morii infatti molto giovane, a soli 33 anni, qualcuno forse si ricorderà dei miei articoli su “L’Airone”. 🔽
Perché soffrii fino alla fine?
Perché non fu una disgrazia, un fatto accidentale. Si scoprì poi che il sistema di sicurezza, che avrebbe dovuto salvarci la vita in caso di fuoriuscita del cavo dalle guide, era sempre disattivato: la cabina non poteva essere rallentata.🔽
Perché non fu una disgrazia, un fatto accidentale. Si scoprì poi che il sistema di sicurezza, che avrebbe dovuto salvarci la vita in caso di fuoriuscita del cavo dalle guide, era sempre disattivato: la cabina non poteva essere rallentata.🔽
Con il sistema inserito la cabina avrebbe viaggiato più lenta, mentre era importante portare più sciatori possibili in quota, si doveva correre. E fra l’altro eravamo anche in più del consentito, la cabina era come una scatola di sardine.🔽
Fu una delle tanti stragi del capitalismo privato italiano, economicamente efficiente ma incurante della sicurezza.
Il Vajont, Stava, il ponte Morandi...una lista lunga piena di sangue.
Ma lo Stato? 🔽
Il Vajont, Stava, il ponte Morandi...una lista lunga piena di sangue.
Ma lo Stato? 🔽
Le istituzioni si fecero sentire sì, ma solamente per sollecitare una rapida riapertura degli impianti. Il ricordo della strage doveva venire presto dimenticato e l’economia turistica doveva ripartire.
Proprio come oggi : la parola che si sente di più è ripartire. 🔽
Proprio come oggi : la parola che si sente di più è ripartire. 🔽
Ma non ci fu un processo?
Certo, qualcuno venne anche incriminato per omicidio colposo plurimo, ma la sua condanna arrivò tardi, non fece nemmeno un giorno di prigione: nel frattempo il reato era entrato in prescrizione.
Così vanno le cose da noi.🔽
Certo, qualcuno venne anche incriminato per omicidio colposo plurimo, ma la sua condanna arrivò tardi, non fece nemmeno un giorno di prigione: nel frattempo il reato era entrato in prescrizione.
Così vanno le cose da noi.🔽
Una funivia maledetta: un aereo da caccia americano nel 1988 passò ad altezza dei cavi tranciandoli con la coda, morirono 19 persone.
E anche qui nessuno pagò. 🔽
E anche qui nessuno pagò. 🔽
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