#11Marzo 1977
Gli uomini alle dipendenze del ministro che ama gli assassini, quello che va ai matrimoni dei “brigatisti”, quello che difende l'organizzazione criminale #Gladio, sparano a #FrancescoLorusso e l'uccidono.
Sono passati 44 anni da quel giorno, il giorno in cui lo
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Stato sceglie e applica (per la prima volta a #Bologna) l'utilizzo delle armi contro il conflitto sociale.
Lo fa senza remore, né ipocrisie, tanto da varare immediatamente la legge su "l'uso legittimo delle armi".
Per pura forma propone un capro espiatorio (il carabiniere
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Tramontani), ma poi, appunto, lo protegge. Infatti, puntualmente, la sentenza della sentenza della corte d'appello lo riconosce responsabile, ma ne dichiara “legittimo" l'avere sparato.
Ma noi sappiamo bene che la sua arma non poteva contenere tutti e 13 i colpi che fu
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accertato furono sparati in via Mascarella (quelli cerchiati con il gesso), a cui vanno sommati quelli sparati pochi minuti prima in via Bertoloni e quelli non identificati.
Noi sappiamo che il dott. Catalanotti (il magistrato inquirente) finse solo di cercare i colpevoli.
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L'ho raccontato tante volte in questi anni:
Fra le tante testimonianze, arrivò a #RadioAlice una telefonata d'un dipendente della casa editrice Zanichelli (situata a pochi metri da lì), che raccontava di uno sparatore con i "baffi sul braccio" (un graduato, non un carabiniere
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semplice).
La telefonata andò in diretta radiofonica.
Quando il giorno dopo fummo arrestati, la polizia sequestrò tutto il materiale che era in Radio.
Dopo il pestaggio che subimmo in questura, il capo della squadra mobile dott. Lomastro ci chiese di quella telefonata.
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Voleva rintracciare il testimone - ci disse.
Le indagini furono eseguite con tale solerzia che anni dopo, quando con la chiusura delle indagini mi furono rese le attrezzature della radio, ritrovai inserita nel registratore che stava in studio una cassetta con registrata la
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telefonata.
Non s’erano neanche degnati di ascoltarla.
Questi anni sono passati, ma #IoNonDimentico chi era Francesco, chi eravamo noi e chi erano gli assassini.
Non dimentico un’amministrazione comunale e un partito, che si diceva comunista, schierato a difesa degli
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uccisori (“voi siete in guerra” disse il sindaco Zangheri ai poliziotti), indignato per le vetrine rotte, ma indifferente alla morte di un compagno (ricordiamo il tentativo di vietare i funerali pubblici e di dare la parola al fratello di Francesco in piazza).
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Non dimentico lo stupore di fronte alla rabbia dei compagni per l’assassinio, il tentativo di descrivere il movimento cosiddetto studentesco come “infiltrato dai fascisti spagnoli” (dichiarazione di un maleodorante relatore in una riunione in via Barberie), l’applauso delle
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“istituzioni” cittadine per l’intervento dei blindati per "riportare l’ordine in città” (unica volta nella storia europea - oh, che antidemocratici i cinesi, in piazza Tiennamen!).
Scusatemi lo sfogo, ma 44 anni non hanno sopito la mia rabbia e il mio dolore.
Quest’anno,
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vista la pandemia, non potrò andare a ricordare Francesco in via Mascarella, come tutti gli anni facciamo.
Lo facciamo perché questa storia dev’essere mantenuta viva da noi che c’eravamo, non possiamo lasciare che a raccontarla siano solo le oscene sentenze giudiziarie.
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Non dobbiamo permettere che qualcuno tenti di trasformarla in “memoria condivisa” alla Violante, in cui aggrediti e assassini si confondono in una nebbia putrida, che non lascia più distinguere gli uni dagli altri.
Francesco è stato ucciso dallo Stato per legare le mani
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agl’illusi che pensavano di andare al governo con il “Compromesso storico”, per esacerbare gli animi e rafforzare la menzogna degli “opposti estremismi”, per promuovere gli "anni di piombo”, che da lì presero il via.
Se, come raccontavo ieri, l’11 era stato il giorno del dolore e della rabbia per la morte di Francesco, il 12 sembrava quello della presa di coscienza e della determinazione.
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pubblicato su @Internazionale la prima parte di un lungo articolo che racconta come si è evoluto e dove sta andando questo movimento complottardo, nazi-fascista, razzista, negazionista, basato sulla superstizione più imbecille.
In TT c'è il criminale terrorista e sterminatore e qualche fascista ignorante ha ricominciato a sparare le solite menzogne.
Ripubblico le 10 schede che smentiscono le più note falsità.
(via: @Lantidiplomatic)
#Mussolini NON è andato al potere con il consenso della maggioranza.
Oggi è il #16maggio, anniversario della grande rivolta del 1944, contro le criminali SS, da parte di Rom, Sinti e altri popoli Romani rinchiusi, nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
Le SS in armi si presentano ai cancelli dello Zigeunerlager (il campo
> #Porrajmos
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di sterminio degli “zingari”) per portarne nei forni crematori gli ultimi 4-5000 (donne, uomini e bambini) lì rinchiusi.
«Non vi daremo i nostri piccoli perché li facciate uscire dai vostri camini.»
fu la risposta di quel popolo pacifico, ma fiero
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Prima o poi, nello schifo generale in cui viviamo, doveva succedere:
C'è qualcuno che ha avuto il coraggio di trovare aspetti positivi nella vita e nelle attività del criminale #Mengele.
Che a farlo sia @ilfoglio_it, giornale che vive solo per l'indecente pratica
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@ilfoglio_it >
italiana di finanziare la peggior merda editoriale, non ci stupisce.
Né ci stupisce che l'autore di questa merda sia il plagiatore Giulio Meotti, o che a ritwittarlo sia il coerente @claudiocerasa (che pure nel giugno scorso accusava ripetutamente
@ilfoglio_it@claudiocerasa >
Salvini di "giocare con la dottrina di Mengele” - allora, evidentemente, gli sembrava “bruttino” il sig. Mengele).
Ma è inaccettabile che tutti, dico "proprio tutti", gli esseri umani non si scaglino contro questo schifo di riabilitazione di uno dei peggiori criminali che
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