Oggi vi racconto la storia di una donna che è stata determinante nell'eradicazione della polio, nello sviluppo di moltissimi vaccini, nella ricerca sul cancro, negli studi di genetica e nella microbiologia spaziale.
Il suo nome è Henrietta Lacks e, come i suoi antenati schiavi, lavorava nelle piantagioni di tabacco della Virginia.
Madre di cinque figli, una famiglia in assoluta povertà, a 31 anni ha avuto un malore a causa di un imponente sanguinamento vaginale.
In quegli anni erano pochi gli ospedali che fornivano assistenza gratuita a neri indigenti.
Tra questi c'era il Johns Hopkins Hospital, a Baltimora, dove Henrietta fu portata. Fu presa in cura dal dottor George Otto Gey che, tuttavia, non poté fare nulla.
Henrietta soffriva di cancro alla cervice uterina, provocato da una infezione di papilloma virus.
Morì il 4 ottobre 1951.

Però... Non morì del tutto.
Durante le sue analisi, il dottor Gey fece una biopsia, estraendo un campione di tessuto dal tumore per sottoporlo ad analisi.
La sua assistente, Mary Kubicek, mise il campione in una capsula di coltura scoprendo che, dopo 24 ore, non solo il campione risultava vitale ma
le cellule si erano addirittura moltiplicate.
Diverse analisi confermarono l'ipotesi iniziale: il papilloma virus aveva provocato una mutazione delle cellule cancerose rendendole più resistenti e vitali rispetto a qualsiasi altro campione(normalmente morivano in 24/48 ore).
Le cellule di Henrietta aumentavano e si moltiplicavano, tanto che l'ospedale iniziò a fornire (a pagamento) cellule "HeLa", dal nome della loro "proprietaria", ai ricercatori che ne facevano richiesta per provare nuovi farmaci o nuove tecniche di analisi.
Già alla fine del '51, Jonas Salk ne chiese in grande quantità per lo sviluppo del vaccino contro la polio, convincendo il Johns Hopkins a collaborare con la Tuskegee University e installare una "linea di produzione" a lui dedicata.
Se quello fu il maggior risultato delle HeLa in campo virale, sono incalcolabili, invece, gli studi in cui le HeLa sono state fondamentali nella lotta al cancro: uso di nuovi farmaci antitumorali, cura con radiazioni, la definizione di marcatori, studi di protocolli...
Nel 1953, i ricercatori Joe Hin Tjio e Albert Levan sbagliarono liquido di contrasto su un campione HeLa, scoprendo di poter evidenziare e vedere bene i cromosomi nelle cellule e, allo stesso tempo, sviluppando nuove tecniche di analisi genetica.
Scoprendo, tra l'altro, che gli umani hanno 23 paia di cromosomi e non 24 come si pensava in precedenza.
Negli anni '60, le cellule HeLa vennero mandate nello spazio per studiare gli effetti della gravità sui tessuti... Scoprendo che l'assenza di peso interferisce sulle cellule aumentandone la velocità di riproduzione.
Ancora oggi, sopravvissute 70 anni oltre la morte del loro corpo originario e ancora vitali, le cellule HeLa sono comunemente usate in tutti i laboratori del mondo.
Del business miliardario che hanno generato nei decenni, nulla è andato agli eredi di Herrietta Lacks.
#svagaiature

(Prometto che cercherò di riassumere di più. Un giorno. Ma non oggi. 😋)

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29 Mar
Non vi racconto dell'invenzione del frigorifero ma, per raccontare questa storia, bisogna partire da lì.
Nel 1931, l'ammoniaca, usata fino ad allora come refrigerante, venne sostituita da miscele di clorofluorocarburi, decisamente più efficienti.
Fu proprio per il tentativo di trovare la miscela "giusta" che, nel '38, Roy Plunkett lamentava continui difetti su alcune bombole di tetrafluorene. A dispetto del peso, che segnalava la presenza di altro gas, le sue bombole non ne facevano più uscire, rovinando i suoi test.
Non serviva aprire totalmente la valvola e persino toglierla: durante lo svuotamento sembrava restasse parecchio gas nelle bombole.
Alla fine, ne prese una e la segò in due.
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29 Mar
Fino a dopo la seconda guerra, la maggior parte delle case americane avevano un riscaldamento basato su stufe a carbone. Così esisteva un ampio mercato di prodotti per la pulizia della carta da parati dai residui lasciati dalla combustione.
Quando iniziò a diffondersi il riscaldamento "moderno", una serie di aziende produttrici di questi prodotti andarono in crisi e chiusero.
Tra questi prodotti c'era una specie di stucco, una pasta morbida, piuttosto efficace, creato negli anni'30 da Noah McVicker.
Noah non voleva chiudere la fabbrica ma non riusciva a trovare il modo di adeguarla ai tempi. Per questo pensò che un giovane potesse avere idee migliori e chiamò in aiuto suo nipote Joe.
Read 8 tweets
29 Mar
A volte, un errore non è dannoso ma può salvare delle vite.
Ne sa qualcosa Wilson Greatbatch che all'epoca stava facendo la sua specializzazione all'università di Buffalo. Era il 1956 e stava studiando un sistema per usare i transistor per rivelare aritmie cardiache.
In uno dei suoi esperimenti, stanco delle continui test, sbagliò a installare una resistenza, misurando valori in uscita completamente inattesi.
Si rese conto che il suo circuito non stava più misurando ma stava creando pulsazioni elettriche identiche a quelle di un cuore vero.
Il 22 luglio 1960 depositò il brevetto per un pacemaker innovativo: piccolo, affidabile, impiantabile.
Pesava circa 90 grammi e poteva essere contenuto, batteria inclusa, nel petto del paziente.
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13 Oct 20
Nel 1998, il radiotelescopio dell'Osservatorio di Parkes, in Australia, iniziò a captare (quasi ogni giorno) misteriosi segnali radio nella frequenza 1,4 GHz, della durata di pochi millisecondi.
Gli scienziati si interrogarono per anni sulla natura di queste radiazioni.
Furono chiamate "perytons", dal nome di una creatura mitologica immaginata dallo scrittore argentino Jorge Luís Borges, metà cervo e metà aquila.
Gli studi accademici pubblicati, nel corso degli anni, dagli astrofisici australiani, ipotizzavano che i perytons fossero dovuti a
una una stella di neutroni prossima al collasso in un buco nero, in una lontana galassia.
Non mancavano altre spiegazioni: eruzioni solari di tipo sconosciuto, fenomeni elettromagnetici dell'atmosfera e persino messaggi inviati da una civiltà aliena.
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15 Nov 18
In Francia ci sono alcune zone interdette a qualsiasi essere umano. Sono le zone rosse: aree in cui, dopo la prima guerra mondiale, si è constatata una distruzione e una contaminazione tale da renderle impossibili da bonificare.
Ancora oggi conservano tonnellate di ordigni inesplosi, spesso caricati con gas velenosi come cloro e arsenico. In diversi punti, in queste aree non attecchisce nemmeno l'erba.
Il governo francese recupera, ogni anno, parte di questi territori. La bonifica permette di disinnescare decine di tonnellate di esplosivi e si stima che ci vorranno 700 anni perché queste zone tornino alla normalità.
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