1/ fin dall'inizio della pandemia, ha iniziato a circolare la tesi che il #COVID19 fosse il frutto di un esperimento di laboratorio (e non il "naturale" adattamento di un virus di origine animale)
2/ e fin dall'inizio questa tesi (e relative ramificazioni) è stata bollata come #fakenews, un caso da manuale di #disinformation, e pertanto meritevole del trattamento ad essa riservato - sui social in particolare: flaggatuura, curation, rimozione, etc.
5/ ma è corretto e utile avere tante certezze, quando si ha a che fare con un fatto "nuovo"? La lotta alla #disinformazione in materia di #COVID19 intende prevenire o ridurre i danni derivanti dalla diffusione di informazioni ingannevoli, che minano la fiducia del pubblico ...
6/ ma che accade se poi una tesi, bollata come #disinformation, riceve poi credito anche nella comunità scientifica? Che effetto può avere questo in termini di "fiducia" del pubblico, sia rispetto al sistema dei media mainstream, sia nei confronti delle istituzioni pubbliche?
7/ "castrare" la discussione pubblica, bollando certe tesi come false ed ingannevoli, per poi scoprire che invece meritano invece di essere analizzate (anche per essere smentite), e non preventivamente squalificate, è un buon servizio alla salute ?
8/ in disparte il fatto che la lotta alla #disinformation è in ogni caso un meccanismo che colpisce forme di espressione e diffusione di contenuti del tutto leciti, e quindi desta perplessità di per sè.
9/ avevo provato a mettere in guardia da questi cortorcircuiti e dagli effetti nefasti che sarebbero derivati da un approccio "censorio" alla discussione pubblica, anche con riferimento alla gestione della pandemia, qui: rivista.biodiritto.org/ojs/index.php?…
10/ il 14 maggio scorso, 18 eminenti ricercatori, su Science, affermano che non c'è ancora chiarezza sulle origini del virus, ed affermano che la tesi del "laboratory incident" merita eguale credito rispetto allo "zoonotic spillover" science.sciencemag.org/content/372/65…
11/ "We must take hypotheses about both natural and laboratory spillovers seriously until we have sufficient data": quella che più di un anno fa era #disiniformation, oggi è una ipotesi di lavoro da prendere SERIAMENTE in considerazione.
12/ Siamo proprio sicuri che la "lotta alla disinformazione" sia la strada opportuna per la tutela della salute (presente e futura), per recuperare la fiducia dei cittadini, per costruire un ambiente informativo non solo libero, ma anche utile a prevenire danni alla collettività?
"Among conservatives, predisposed to hawkishness toward China, where the virus had come from, attention focussed on the possibility that the COVID-19 pathogen had emerged from a Chinese lab, either by accident or design."
claro? newyorker.com/news/annals-of…
Al di là della panna narrativa che gli viene montata intorno, i fatti di Magdeburgo ripropongono la centralità della nozione di cittadinanza. Il cittadino ha diritto di risiedere nel territorio dello Stato (quella cosa che è delimitata dai confini). /1
Il "non cittadino" (ad esempio, il richiedente asilo), non ha questo diritto, ab origine: può restare nel territorio se lo Stato lo autorizza a farlo (per ragioni varie, rimesse all'apprezzamento dell'autorità). /2
La responsabilità che incombe sulle autorità in merito ai delitti perpetrati sul territorio dai cittadini e dai non cittadini, quindi, non è la stessa. I doveri di tutela della sicurezza collettiva, dei diritti e delle libertà delle persone (tutte) che risiedono sul territorio /3
la nozione di DISINFORMAZIONA è ESSA STESSA la negazione della libertà di espressione
🧵thread
in questi giorni, settimane, mesi convulsi sento una quantità di amici - pure consapevoli dell'attacco alla libertà di espressione e determinati a contrastarlo - iniziare (o compendiare) il proprio discorso con questa clausola "certo, la disinformazione è un problema, ma ..." /1
si tratta (evidentemente) di un riflesso condizionato, indotto da un martellamento continuo, estenuante, che ha reso scontata la nozione stessa di "disinformazione", un male (oggettivo), che quindi è necessario combattere - ma di cui si denuncia la strumentalizzazione /2,
#dossieraggio
un piccolo #thread sull'applicabilità della scriminante del diritto di cronaca ai reati commessi dal giornalista per procacciarsi la notizia /1
come noto, l'esercizio del diritto di cronaca scrimina (art. 51 c.p.) il reato di diffamazione, quando la notizia pubblicata rispetta i criteri di verità del fatto narrato, interesse pubblico della notizia, continenza dell'espressione (a partire da Cass. n. 5259/1984) /2
il reato scriminato (che diventa, cioè, "non punibile" - ai sensi dell'art. 51 c.p./Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere - anche se effettivamente integrato) è quello determinato dalla pubblicazione/diffusione della notizia. /3
"The complex relationship between transparency, legitimation and accountability–some evidence from the fight against corruption" from @agusti_cerrillo and me, Rivista di Etica pubblica, #OpenAccess@UnipgSciPol@UniperugiaNews
1) the equation "euro=no more currency devaluations" is a very reductive reading of the institutional and systemic effects resulting from the adoption of the single currency
2) the relationship between low interest rate and productivity slowdown should be better investigated