La7, la tivvù giovane e dinamica col direttore di sinistrasinistra, dopo aver tirato la volata a salvini si appresta a fare la stessa cosa con Giorgia #Meloni.
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Ma raccontateci ancora che i giornalisti non hanno nessuna responsabilità sull'ascesa di questo o quel politico, che non dipende da loro se partiti che avevano percentuali da prefisso telefonico in pochi anni raggiungono quelle a due cifre,
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proprio com'è andata con la lega che cinque anni fa ondeggiava nel suo 4% e i giornali parlavano addirittura della fine della lega finché salvini non ha iniziato a soggiornare, ben accolto, in tutte le tivù portando la lega al 17% con cui a salvini andò al governo col M5S.
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Nel 2016 fratelli d'Italia era al 4,2%, oggi i sondaggi lo danno intorno al 20.
Ma naturalmente la sovraesposizione mediatica, le decine di operazioni simpatia confezionate su misura per la #Meloni non c'entrano.
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E non c'entra nemmeno tacere sulle vicinanze di molti esponenti di fdI con la 'ndrangheta e la destra eversiva.
E' tutto e solo merito della leader donna in quanto donna. #10giugno
Mi piace sempre ricordare Mentana che a chi gli faceva notare che ai confronti sul referendum costituzionale non invitava mai Civati lui rispondeva che Civati aveva la percentuale a una cifra. Anche salvini aveva la percentuale a una cifra, ma Mentana lo invitava lo stesso.
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L'omicidio di Giacomo #Matteotti è sempre stato la migliore risposta a chi da ottant'anni porta avanti la falsa narrazione del fascismo legge e ordine. 1/2
#Matteotti è stato ammazzato dai fascisti perché dopo aver denunciato i brogli e le minacce squadriste in parlamento aveva scoperto la corruzione dei gerarchi e ne avrebbe dovuto parlare il #10giugno 1924, il giorno che fu ucciso.
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Il corpo di #Matteotti fu ritrovato per caso, due mesi dopo, in un bosco di Riano.
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L'abuso d'ufficio comprende un'infinità di situazioni diverse e quando si fa una legge bisognerebbe saperle contestualizzare. 1/2
C'è differenza fra chi approfitta del ruolo politico per sistemare mariti, mogli, figli, amanti e favorisce la ditta dell'amico sollevandolo dall'impiccio di una regolare gara d'appalto.
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Abolire del tutto il reato non significa tutelare l'amministratore, il sindaco che giustamente non può pagare se il bambino si fa male a scuola e viene condannato se un gruppetto di criminali crea il caos durante un evento pubblico causando morti e feriti
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“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo.” [Paolo Borsellino]
Giovanni #Brusca lascia il carcere con 45 giorni di anticipo rispetto alla fine della sua condanna.
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Se gli avessero dato un anno per ogni persona uccisa o fatta ammazzare #Brusca sarebbe dovuto restare in carcere almeno 200 anni. L’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo da solo varrebbe almeno 15 ergastoli, uno per ogni anno di vita di quella povera creatura.
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E invece #Brusca prima della scarcerazione definitiva aveva già ottenuto 80 permessi premio. Dicono, eh però, la legge sui benefici di pena per i collaboratori di giustizia l'ha voluta Giovanni Falcone: sì, certo, prima di essere stritolato
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Il dovere dei giornalisti è riportare i fatti anche se non costituiscono un reato ma, in relazione a personaggi che ricoprono ruoli pubblici e politici, è giusto che si sappiano.
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Che a un certo giornalismo e ad un'opinione pubblica annichilita dalla propaganda non piacciano i fatti è ormai noto e stranoto, altrimenti l'Italia non sarebbe in queste condizioni.
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Ma questo non è solo il paese citato sempre per quel posto infame indegno di una democrazia occidentale nella classifica sulla libertà di stampa: è anche quello dove c'è chi ha dato la vita per dire quelle cose che altri preferivano tacere.
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Leggendo i commenti dei renziani e frattaglie al seguito su #Travaglio si capisce meglio il perché non gli abbia fatto né caldo né freddo sapere che il loro leader prende soldi da una dittatura dove i giornalisti ostili al regime si fanno sparire previo squartamento.
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Un giornale, un giornalista possono non piacere e ci sta, quello che non ci sta è lo squadrismo sistematico sempre contro un giornale e sempre contro lo stesso giornalista al quale partecipano attivamente anche colleghi di altre testate
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che poi si tirano dietro la solita feccia social.
Un trattamento che non viene mai riservato ad altri giornali e ad altri giornalisti, nemmeno a quelli che hanno fatto e fanno cose gravi e indegne della professione.
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Quando Tina Merlin, al tempo giovane cronista locale decise di indagare sulla zona del Vajont raccogliendo le denunce degli abitanti che temevano i pericoli che avrebbe causato la diga messa in funzione non solo fu ignorata dalle istituzioni,
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la denunciarono ai carabinieri per "diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico", la mandarono a processo dal quale fu assolta
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e le toccò subire anche gli insulti e la derisione da signorini grandi firme del calibro di Montanelli e Buzzati che dalle pagine del Corriere della Sera la definirono “Cassandra del Vajont”.
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