"Quando Giovanna si presenta ai giudici per la prima seduta le chiedono subito di giurare sul Vangelo che dirà la verità."
È illegale, annota Barbero, ed è una delle varie "licenze" che questo processo si concede. Perché è un processo politico, messo su perché Giovanna possa
essere fatta fuori legalmente, e lo sanno tutti, tutto il mondo che osserva attento (perché nel frattempo lei è diventata una leggenda) e tutti quelli che vengono chiamati a parteciparvi,che siano testi, inquisitori o dotti teologi kompetenti. E vorrebbero quasi tutti sottrarsene
ma vi sono costretti, e così si dà inizio a questa specie di sceneggiata dall'esito scontato che però paradossalmente ha la pretesa di salvare la forma.
È illegale pretendere che Giovanna giuri di dire il vero, dicevo, perché a monte c'è un'altra, ancor più grossa, illegalità: il
processo viene istruito senza un vero capo d'accusa. Lo si troverà strada facendo, pensano i giudici; per il momento l'unica imputazione è che si veste da uomo.
Gli inglesi, che la vogliono fuori dalle scatole, sostengono che tanto basti, e basti addirittura per un processo di
Inquisizione, poiché "è contro natura e perciò contro Dio", in pratica gli stessi argomenti di quel cretino di oggi col farfallino. Solo che almeno nel caso di Giovanna s'era ancora nel '400.
E lei si difende. Incredibilmente bene. È solo una ragazzina analfabeta ma sa come ri-
spondere ai giudici, sa che non possono chiederle di giurare perché non le hanno ancora detto di cosa dovrà parlare e ribatte puntualmente ad ogni obiezione. Dagli atti del processo sembra che tutto sia stato un negoziato continuo, con discussioni sfibranti dalle quali spesso lei
esce vincitrice, anche se non le servirà a nulla. Si fa rileggere le sue deposizioni, contesta ciò che è stato verbalizzato, pretende che venga corretto, coinvolge il pubblico. E perciò già dalla 1^udienza ottiene le si conceda il diritto di mentire se necessario. E i giudici de-
vono accordarglielo, hanno capito che non le caveranno di più. Allora dovrebbe giurare di non scappare. Ma non se ne parla neanche, lei non giura, e allora per tutto il processo sarà piantonata e incatenata. Cercano di farla vestire da donna, le offrono in cambio di poter sentire
messa. Altra trattativa. Potrebbe accettare, al max, di vestirsi da donna per sentire messa, ma non per tutto il resto del tempo. In questo stallo intanto le mandano un sarto per prenderle le misure e farle fare un abito da donna. Il sarto, nella cella, allunga un po' troppo le
mani, pare, così lei lo liquida con due ceffoni. Intanto il processo va avanti per la sua strada già tracciata. Giovanna è inspiegabilmente brava a schivare le insidie degli interrogatori di consumati teologi, nessun accenno, neanche vago, che la ragazzina abbia intenzione di am-
mettere di aver sbagliato e di essere pentita. È un osso duro, lo hanno capito tutti da un pezzo, ma hanno pure capito che nessuno uscirà da questa storiaccia senza una condanna chiara e definitiva per questa ragazza così cocciuta.
Tanto cocciuta che neanche la minaccia della
tortura la smuove di un cm. Ecco, con la tortura non insistono più di tanto, è solo la procedura, diciamo. Se fosse torturata e cedesse ammettendo le sue colpe, gli inglesi non potrebbero averla morta, che invece è ciò che vogliono. Minacce, insistenze, discussioni. Il punto su
cui si accaniscono, avendo capito che gli conviene, è questa faccenda che deve vestirsi da donna. Le fanno vedere la pira pronta ad attenderla, la rintronano di discorsi e, sorprendendo tutti, improvvisamente Giovanna accetta di firmare l'abiura.
Gli inglesi sono furiosi. In ogni
caso ora l'aspetta il carcere a vita. Carcere dove lei indossa abiti femminili, perché ha abiurato, ha dichiarato d'aver sbagliato e vestirsi da donna significa coerenza con la confessione.
Beh,nessuno sa come andò - il Prof lo dice chiaramente - ma dopo poco in cella la trovaro-
no vestita da uomo. Qualcuno per fregarla le fece avere dei vestiti maschili? Può darsi.
Cmq l'esito a questo punto è scontato ed è uno solo: rogo. Perché Giovanna non ha mostrato vero pentimento, ricadendo subito nell'errore.
E così la giustiziano.
Giudici, boia, tutti sentono
che è un grave errore, ma nessuno fa niente. E lasciano che muoia così. Velocemente, per fortuna, ché la pira era grossa. E appena Giovanna spira la tirano giù, per far vedere a tutti "che è proprio una donna". Immagino un unico modo per questo tipo di dimostrazione, ma tanto si
dice e tanto riporto.
Poi la ributtano nel rogo e lasciano che il suo corpo bruci.
La folla, intanto, è in lacrime. La folla che l'ha tanto sostenuta, ammirata, che andava ad applaudire vedendola passare, che le baciava le mani. Soprattutto le donne, dice Barbero. :)
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Ora vi racconto il mio esame di maturità e del tempo in cui mi dipingevo le magliette da sola.
Nell'ansia di fondo che pervadeva quelle giornate di luglio, in quello che credetti essere un momento di lucidità battagliera, scelsi la mise.
Decisi così che avrei messo la mia amata
maglia col Che ♥️ La commissione, il cui pensiero un po' mi preoccupava, doveva sapere con chi aveva a che fare. Avevo saputo dal cd membro interno che non erano convinti che il compito d'italiano fosse farina del mio sacco, pensavano fossi riuscita a copiarlo in qualche modo,
sicché ero stata preparata al peggio. La furia! Avrei contrastato questa enorme ingiustizia a suon di argomentazioni d'ogni tipo, se non li avessi convinti li avrei comunque sfiniti, insomma hasta la victoria siempre e anche sulla lotta armata avevo iniziato,al limite,a farci un
"Lavoro moltissimo. Ma non posso pensare di fare altro che la cattedrale. È un lavoro enorme!" scrive Monet nel 1893 al suo gallerista.
Aveva iniziato questa sua nuova serie sulla cattedrale di Rouen l'anno prima, dipingendo forsennatamente per oltre 10h al giorno,da uno stanzino
affittato in un palazzo di fronte, che a un certo punto era stato costretto a lasciare e cercarne uno accanto - perciò le 31 tele della serie da un dato momento appaiono leggermente diverse nella prospettiva.
Aveva iniziato qualche anno prima coi covoni, poi era passato ai pioppi
finché, esasperato dai continui mutamenti della natura che lo costringevano a rivedere costantemente il lavoro e non finire mai di rimetterci il pennello, aveva deciso che la facciata della cattedrale, ricca di statue ma immutabile, poteva fare meglio al caso suo. Voleva studiare
Questo è l'appunto buttato giù dal medico che curò Van Gogh quando si amputò l'orecchio - per motivi ancora da stabilire, in effetti, nonostante le molte teorie.
Non basta la tanto sottolineata e narrata follia a spiegare il gesto, deve pur esserci stata una causa scatenante.
In
effetti si vede bene dallo schizzo del Dr. Rey, ritrovato di recente, che il pittore non si tagliò via solo il lobo come si diceva. La ferita di quell'antivigilia di Natale del 1888 fu ben più violenta e mutilante e le storie la raccontano ognuna a modo suo. Pare certo, in ogni
caso, che quella notte prese il suo orecchio, lo incartò in un foglio di giornale e lo portò a una ragazza che lavorava in un bordello, poi identificata in Gabrielle Berlatier, probabilmente ritratta qui ne "La Mousmé"⬇️ bonvivre.ch/2016/07/cultur…
Sui motivi del fatto, però, la fan-
Mai sentito parlare della London Necropolis Railway?
Londra, che non s'era mai distinta per l'igiene o la salubrità delle sue strade, né per il profumo dell'aria, dopo essere passata nel giro di 50anni da 1 a 2.5 mln di abitanti, a un certo punto (vs la metà dell'800) dovette af-
frontare la questione del sovraffollamento dei luoghi di sepoltura. I cittadini si lamentavano da tempo, c'era chi diceva di aver visto teste decomposte affiorare dal terreno e rotolare per le vie, insomma, una situazione davvero insostenibile. Un'improvvisa epidemia di colera
fece rompere gli indugi e venne promulgato il Burials Act a porre fine alla questione. Si stabilì così che un nuovo Cimitero dovesse essere costruito, e per invogliare la gente all'utilizzo lo si munì di ogni comfort. Non solo location nel verde, fuori dalla metropoli, ma anche
"L'amore è quanto c'è di più prossimo alla psicosi. L'amore è follia", diceva Freud in quegli anni.
E Oskar Kokoschka l'aveva sempre saputo, sin da quando aveva scritto "Assassino, speranza delle donne", in cui, a ben vedere, c'era già tutto.
Ma non immaginava certo fino a che
punto sarebbe arrivato lui stesso nel suo delirio.
Aveva conosciuto Alma, vedova di Mahler, e s'era innamorato pazzamente - è proprio il caso di dirlo.
Lei era donna vivace, disinibita, bella, libera. Tutta Vienna l'ammirava e ne subiva il grande fascino e lui, 7 anni più giovane
l'amò di una passione tanto malata quanto irrinunciabile, dipingendola instancabilmente. Ma lei, seppur assecondandolo per qualche tempo, non lo contraccambiava allo stesso modo e finì con l'esasperarsi per le sue folli gelosie. Più di tutto era geloso del ricordo del suo defunto