#Thread ]
[1/n] La segregazione di genere nel mondo del lavoro: occupazioni, mansioni, distribuzione del potere (autorità vs autonomia nel processo di lavoro). Partiamo dai dati. Fonte Eurostat, elaborazione mia. On y va:
[2/n] Le due occupazioni in cui le donne sono sovra-rappresentate, indipendentemente dall’attività economica, sono: impiegati e assistenti & professioni nelle attività commerciali e servizi. Due occupazioni medio basse.
[3/n] Le donne sono sottorappresentate tra: Managers, Professioni tecniche e scientifiche, Professioni tecniche intermedie, operai di fabbrica (generalmente intesi). Ma anche tra quelle che vengono definite occupazioni non qualificate.
[4/n] Anche tra le occupazioni elementari la quota di lavoratrici è inferiore alla media, questo però non vale per la Sanità e i servizi sociali dove le donne sono la maggioranza sia nell’alto che nel basso delle occupazioni.
[5/n] Le donne riescono a coprire ruoli manageriali nel settore pubblico e quello dell’istruzione, ma solo nell’8% nell’industria. Storicamente il settore pubblico è quello che ha più migliorato le condizioni di emancipazione della donna.
[6/n] Non a caso la sua privatizzazione ha svalutato principalmente il lavoro femminile (si vedano R.Dwyer 2013; Gosta Esping Andersen, 1990, 2000)
[7/n] Guardando a livello molto più micro, le condizioni di lavoro e l’organizzazione del lavoro (relazioni di potere) tendono a segregare le donne in termini di mansioni, a parità di occupazione, a parità di titolo di studio.
[8/n] La discriminazione nelle mansioni a parità di istruzioni sono un fatto provato da ampia letteratura: da Autor&Handel, M. (2013), Putting tasks to the test: Human capital, job tasks, and wages, alla grandissima Jakie West (1990) Gender and the Labour Process: A Reassessment.
[9/n] Ma continuiamo: Smith et al. (2008) dimostrano che tra le occupazioni “impiegatizie” e quelle legate a professioni tecniche e scientifiche, alle donne vengono date meno occasioni per formazione interna ma anche mansioni meno analitiche e quindi decisionali.
[10/n] Norme sociali, la cornice istituzionale pare giocare un ruolo fondamentale nel determinare la carriera delle donne (Sprengholz, Wieber and Holst, 2020). Lo status di alcune attività influenza il tipo di mansioni e le opportunità delle donne (Tomaskovic-Devey, 1993)
[11/n] Il tema del potere nei luoghi di lavoro: il chi comanda e chi ha capacità di autonomia fu posto eloquentemente da Erik Olin Wright nei paper che danno corpo ai capitoli dedicati in “Class count” (1995).
[12/n] Secondo EOW le donne sono dotate di minor potere decisionale e di supervisione in Usa, Canada, Uk, Australia, Norvegia, Giappone. Differenza che non dipende da differenti caratteristiche tra uomini e donne, ma proprio forme di discriminazione interna ai luoghi di lavoro.
[13/n] Un micron di quello che è la letteratura su donne e lavoro, un tema importante e che è giusto trattare con una lente seria. Il tema di genere si interseca fortemente a quello di classe, non lasciamolo a chi fa pinkwashing o deliri misogeni.
[Fine] dai che tra qualche mese usciamo proprio con l'EJM dedicato a donne e lavoro in Europa con una serie di dati su jobs, salari, differenze tra paesi e così via. Ps. In economia, le discriminazioni di genere sono fortissime, a noi di lottare per abolirle.
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#thread 1/n È un alibi attribuire al Covid il crollo dell'occupazione nel settore pubblico in Italia. Lo spiega chiaramente l'Ocse (non proprio il bolscevismo) nel suo Government at Glance 2019: ITA è tra i paesi in cui già nel 2007 e anche nel 17 l'occ.pubblica più diminuiva.
[2/n] Già prima della scorsa crisi, quando entra in vigore blocco del turnover, ma anche processo di "razionalizzazione della spesa" a tutto spiano, la quota di dipendenti pubblici sul totale è ben dietro la media Ocse e UE (fonte: Oecd).
[3/n] Con blocco turnover e contrazione della spesa (un bel po' poi esternalizzata a quell'inferno di appalti e subappalti), ci ritroviamo con la PA più vecchia d'Europa. Qui i dati da me elaborati qualche anno fa su microdati Ragioneria dello Stato
Ormai si può dire che un facchino guadagna senza straordinari anche 2300 euro netti al mese. Almeno 1500. E uno stagionale riceve 2400 ogni mese per uesto non va a lavorare. Si può dire che abbiamo il mercato del lavoro più rigido e garantito dell'universo. #BastaSALARIdaFame 1/n
Si può dire che devi vergognarti se ridi mentre va in onda questa sequela di cazzate. Ti devi vergognare se citi i numeri dei nostri istituti statistici perché la parola di un imprenditore è sacra, è la verità universale. Devi star zitto e calare la testa 2/n
Perché solo le imprese possono creare lavoro. E i lavoratori non sono sfruttati. Quando chiedi "ma allora come mai abbiamo il12% di lavoratori sotto soglia povertà? Podio europeo", vieni aggredita. La parola dell'imprenditore è sacra, non ti permettere di contraddire 3/n
[Thread] Purtroppo milioni di sfruttati sono costretti ad accettare salari da fame e condizioni di lavoro indegni. Non facciamo passare l'idea che 1000 euro al mese siano un salario dignitoso. #BastaSALARIdaFame
La narrazione a reti unificate è falsa. Ecco perché: 1/n
[2] Se gli sfruttati rifiutassero salari da fame non avremmo il tasso di lavoratori poveri tra i più alti d'Europa. Rifiutare salari da fame è un diritto che non può essere goduto perché viviamo in assenza di sicurezza economica (un welfare forte, non quel po' di RdC)
[3] Se esistesse sicurezza economica, quindi libertà, quasi 400.000 persone avrebbero la possibilità di rifiutare tirocini che pagano una miseria e sono buoni solo a sostituire lavoro vero.
Guadagni in alto, sfruttamento e salari da fame in basso. #BastaSalariDaFame mini #thread
Ancora un episodio, importantissimo, a testimonianza di due dinamiche che continueremo a denunciare: 1. Esternalizzazioni sono causa di sfruttamento, salari da fame e ricatto perenne; 1/n
2. Non bastano le clausole sociali: bisogna reintrodurre la legge 369/60 (abolita da legge Biagi) per cui gli appalti di sola manodopera erano semplicemente illegali. 3. Non basta portare i salari a livello di mercato, perché il mercato è oggi miseria per i lavoratori. 2/n
Non ci stancheremo di ripeterlo: bisogna introdurre un salario minimo legale alto, che porti ogni lavoratore sopra la soglia di povertà, affinché non vi sia più alcun incentivo a trovare sotterfugi come esternalizzazioni, demansionamenti, part-time involontari e fittizi 3/n
Va in onda il peggio. Pure chi, come me, è cresciuto con Blob stenta a digerire. Il nervosismo, l' accerchiamento, questa totale assenza di lucidità mi paiono sintomi di estrema debolezza che solo con la auspicata, da loro, restaurazione può ancora rivendicare legittimazione 1/n
Il caso di Gabbuti oggi, quello mio o di Roventini ieri e così da anni, sono esempi plastici. La cancel culture come disse ZC in sto paese è quellacontro il conflitto della maggioranza contro i privilegi i giustificabili di una minoranza 2/n
Sottrarre il discorso e la realtà, come visione di società e futuro, al piccolo branco del Twitter, che poi in parte trova eco su TV&giornali, è responsabilità storica. È igiene civile e culturale per paese democratico.4/n
Ma quanto può essere scarso il dibattito politico italiano, da Letta ai liberali denoartri? Il primo che usa Biden per tirare acqua al suo mulino, pasticciato e senza cuore, i secondi incattiviti e gonfi.
E già perché il Piano Biden è una proposta molto molto più spiazzante 1/n
"Ricostruire un'economia dal basso verso l'alto e dal centro verso l'esterno, non gocciolare. Questo è il nostro momento per ricostruire un'economia che premia il lavoro, non solo la ricchezza. Ricostruire un'economia che funzioni per la spina dorsale di questo paese." #Biden 2/n
"L'American Jobs Plan darà a milioni di americani posti di lavoro sindacalizzati ben retribuiti che ripareranno le fatiscenti infrastrutture del nostro paese. È un progetto da colletto blu per ricostruire l'America." #Biden 3/n