«Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra?» (Mt 7,9)
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
è con immensa tristezza che abbiamo appreso la decisione di papa Francesco di abrogare le principali disposizioni del Motu Proprio Summorum Pontificum promulgato (1/14)
da papa Benedetto XVI il 7 luglio 2007.
Dopo decenni di divisioni e litigii, quel Motu Proprio fu, per tutti i fedeli cattolici, un’opera di pace e di riconciliazione.
Roma viola la parola data da papa Benedetto XVI, con brutalità e intransigenza, ben lontana (2/14)
dall’accoglienza fraterna tanto decantata.
La volontà affermata da papa Francesco nel Motu Proprio Traditionis Custodes del 16 luglio 2021 è di vedere sparire la celebrazione della Messa della Tradizione della Chiesa. (3/14)
Questa decisione ci getta nello sconforto. Come comprendere questa rottura con la Messa tradizionale, realizzazione «venerabile e antica» della «legge della fede», che ha reso fecondi tanti popoli, tanti missionari e tanti santi? (4/14)
Che male compiono i fedeli che desiderano, semplicemente, pregare come fecero i loro padri nei secoli? Si può ignorare che la Messa tridentina abbia convertito numerose anime, che attiri delle assemblee giovani e ferventi, che susciti numerose vocazioni, (5/14)
che abbia fatto sorgere dei seminari, delle comunità religiose, dei monasteri, che sia la colonna portante di numerose scuole, opere di gioventù, catechismi, ritiri spirituali e pellegrinaggi? (6/14)
Molti tra voi, fratelli cattolici, preti, vescovi, ci hanno messo a conoscenza della loro incomprensione e del loro profondo dolore: grazie per le vostre numerose testimonianze di sostegno. (7/14)
Favorire la pace della Chiesa al fine di costruire unità nella carità, ma anche esortare i cattolici a rinnovare attraverso la loro peculiare eredità, facendo scoprire a quante più persone possibili le ricchezze della tradizione liturgica, tesoro della Chiesa, (8/14)
tali erano gli obiettivi perseguiti dal Summorum Pontificum. Il papa emerito Benedetto XVI vede la sua opera di riconciliazione distrutta mentre è ancora in vita.
In un’epoca pervasa di materialismo e lacerata dalle divisioni sociali e culturali, la pace liturgica ci appare (9)
come una necessità assoluta per la fede e la vita spirituale dei cattolici in un mondo che muore di sete. La restrizione drastica dell’autorizzazione a celebrare la Messa secondo la sua forma tradizionale farà risorgere la diffidenza, il dubbio e annuncia il ritorno (10/14)
d’un alterco liturgico lacerante per il popolo cristiano.
Noi affermiamo solennemente, davanti a Dio e agli uomini: non lasceremo nessuno privare i fedeli di questo tesoro che è prima di tutto un tesoro della Chiesa. (11/14)
Noi non resteremo inerti davanti al soffocamento spirituale delle vocazioni che prepara il Motu Proprio Traditionis Custeodes. Noi non priveremo i nostri figli di questo mezzo privilegiato di trasmissione della fede che è la fedeltà alla liturgia tradizionale. (12/14)
Come figli al loro padre, domandiamo a papa Francesco di ritornare sulla sua decisione, abrogando Traditionis Cusoteds, e ristabilendo la piena libertà di celebrazione della Messa tridentina, per la gloria di Dio e il bene dei fedeli. Del pane piuttosto che delle pietre. (13/14)
La fola del "linguaggio inclusivo", espressione politicamente corretta per paturnie femministe, ha pervaso la traduzione italiana CEI del terzo Messale: "Fratelli e sorelle" sparso ovunque, Mercoledì delle Ceneri, Venerdì Santo, Veglia Pasquale, e persino le Preci eucaristiche!
Nulla sfugge al furore politicamente corretto.
Sicuramente il punto più doloroso resta la Preghiera eucaristica: ne sono intaccate due... 😔